REACT-EU e fondi europei: il rischio di definanziamento delle risorse

Il pacchetto REACT-EU

A seguito dello scoppio della pandemia, con il regolamento (UE) 2020/2221, è stato varato il pacchetto REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), ricompreso nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU. Si tratta di un’integrazione di quasi 51 miliardi di euro a favore dei programmi della politica di coesione di tutti gli Stati membri rispetto alla precedente programmazione 2014-2020.

Il pacchetto ha visto per il nostro Paese un aumento delle risorse a partire già dal 2021: non da ultimo, la recente assegnazione, annunciata alla fine di novembre 2022, di ulteriori 1,5 miliardi di euro, con l’obiettivo di aumentare le assunzioni di giovani e donne, migliorare le competenze dei lavoratori e delle persone in cerca di lavoro e sostenere la ripresa economica italiana.

Risorse quindi essenziali per contrastare gli effetti negativi dello scenario in corso sulle regioni e sui cittadini europei più fragili, accelerando la coesione in un periodo particolarmente critico. Tuttavia, non possono essere sottovalutati alcuni rischi nell’attuazione che potrebbero minare la puntuale distribuzione delle risorse.

Dalla Corte dei Conti uno strumento di monitoraggio sulle risorse europee

Da questo punto di vista, la Relazione annuale 2022 sui rapporti finanziari Italia/UE e sull’utilizzo dei fondi europei, approvata con delibera n. 1/2023 dalla Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei Conti, fornisce un interessante spunto di riflessione sullo stato di realizzazione dei principali programmi europei.

Un risultato che testimonia quanto il nostro Paese abbia attinto ai fondi straordinari per la ripresa è l’aumento del 129% dei finanziamenti destinati all’Italia dall’Unione europea nel corso del 2021 rispetto al precedente anno. In particolare, a fronte di un versamento di 18,1 miliardi di euro come risorse proprie al bilancio dell’Ue, l’Italia ha ricevuto risorse per 26,7 miliardi di euro, di cui 10 miliardi legati al PNRR. Ciò ha portato la posizione dell’Italia da quella di contributore netto a quella di percettore netto dei fondi europei. Emergono tuttavia una serie di criticità, di cui la principale – dati tempi di attuazione e scadenze – risulta essere quella legata all’attuazione di REACT-EU.

Il REACT-EU e la mancata operatività dei Pon

La Corte dei Conti stima che a fine ottobre 2022 il livello di impegni economici complessivo per i PON (Programmi Operativi Nazionali) impattati dal REACT-EU era pari al 66%, con pagamenti pari al 40% alla stessa data.

Guardando ai fondi di REACT-EU, la Corte afferma che essi: «devono ancora sostanzialmente essere attivati» . Al 31 ottobre 2022, infatti, solo 7 Pon avevano iniziato ad avere un minimo di attuazione finanziaria:

  1. Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento: impegni al 90% e pagamenti al 9%;
  2. Pon Inclusione: impegni al 18% e pagamenti allo 0%;
  3. Pon Città metropolitane FESR: impegni al 44% e pagamenti al 7%;
  4. Pon Città metropolitane FSE: impegni al 143% e pagamenti al 97%
  5. Pon Ricerca ed Innovazione: impegni al 37% e pagamenti allo 0%;
  6. Pon Infrastrutture e Reti impegni al 98% e pagamenti allo 0%;
  7. Pon Imprese e competitività: impegni al 38% e pagamenti al 10%.

Il rischio di definanziamento: una perdita per la coesione territoriale

In considerazione della cosiddetta regola “n+3” (art. 136 del Regolamento CE 1303/2013) che prevede il definanziamento delle risorse comunitarie non spese entro il triennio successivo all’annualità di riferimento, l’anno in corso sarà l’ultimo anno relativo alla programmazione 2014-2020. Emerge dunque  un’importante criticità per l’attuazione del pacchetto REACT-EU.

I rischi principali, infatti, strettamente correlati, sono rappresentati dalla mancata spesa dei fondi, o dal mancato valore aggiunto degli investimenti. In questo senso, la Corte dei Conti ha proposto di produrre un forte impegno per sfruttare le opportunità offerte dai finanziamenti e di trovare soluzioni per superare le criticità, in modo da creare un impatto reale sul territorio. Una nuova visione per la gestione delle risorse europee che emerge anche dagli ultimi cambiamenti nella loro governance governativa, che dovrà tuttavia realizzarsi in modo rapido ed efficace, per non frenare una macchina che in passato ha mostrato diversi rallentamenti.

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*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS.

 

 

 

 

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