I Tg di giovedì 26 febbraio – A proposito di video Isis, tutti i Tg mostrano quello diversamente spettrale della distruzione delle statue assire nel museo di Mosul, l’antica Ninive. Tg2 e TgLa7 hanno secondo noi il merito di scegliere per l’apertura proprio questo scempio che probabilmente rappresenta un autogoal per il Califfato. Mancano i tagliagole e il sangue, che tanto assomigliano ai wargame violenti con cui crescono intere generazioni, e le mazzate a statue che avevano 3 mila anni di storia, erette nella valle della Mesopotania che rappresenta una delle culle della civiltà, sono tutt’altro che hollywoodiane, ma solo squallide. Del resto i patrimoni dell’umanità per le bestie rappresentano solo una provocazione. Molto spazio in apertura (Tg1, Tg3) anche per il tagliagole londinese John, ventisettenne di buona famiglia nato in Kwait e rappresentante eponimo dei foreign fighter.
La guerra della Tv, come suona il titolo di La7, è assai ripresa anche dai Tg Rai; nei servizi si capisce però che la vecchia Tv c’entra poco. Il business delle torri e delle antenne secondo Renzi è nella logica del mercato, ma il governo assicura che la Rai non perderà il controllo dei suoi impianti. Intanto Gubitosi vara la riforma dell’informazione del Servizio Pubblico. Un libro dei sogni o un incubo?
La politica propone un Pd dove i rapporti tra Renzi e soprattutto Bersani sono pessimi, tanto che l’ex segretario diserterà l’incontro con i gruppi parlamentari di domani. Non vuole fare il figurante. Se ne occupano tutti, e lo stesso avviene per l’uscita di Salvini che gela Forza Italia sulle alleanze. Toti compare trasversalmente per ricordare alla Lega che non c’è in ballo solo il Veneto, ma anche la tenuta della Lombardia. Quello Mattarella-Grillo non è stato un match di box, ma un incontro cordiale. Il web del Movimento informa che tutto è andato bene e che il Quirinale non è più un fortino da assaltare.
Tg4 apre sulla crisi degli esercizi commerciali, e solo di sfuggita segnala i dati confortanti resi pubblici in giornata dall’Istat che parlano di un aumento della fiducia dei consumatori ai livelli di quasi 15 anni fa. Anche gli altri se ne occupano e TgLa7 segnala la discesa poco sopra di quota 100 dello spread, ai livelli del 2010.
La notizia dell’indagine su Scajola e De Gennaro per la mancata scorta a Biagi è nei titoli solo per Tg3.
Concludiamo segnalando l’approfondimento del Tg2 su un tema in genere scivoloso per l’informazione: il ruolo dei tribunali dei minori nei delicatissimi casi (sono attualmente 28 mila) in cui i genitori perdono la patria potestà. Spesso prevalgono approssimazione e luoghi comuni, come la leggenda dei giudici che “strappano” i bambini a genitori senza fondati motivi. Tg2, invece, spiega i complessi meccanismi, non nega gli errori, ma non la “butta in caciara”.
Dati auditel dei Tg di mercoledì 25 febbraio 2015
Tg1 – ore 13:30 3.906.000, 22,00% ore 20:00 6.392.000, 23,84%.
Tg2 – ore 13:00 2.673.000, 16,09% ore 20:30 2.391.000, 8,40%.
Tg3 – ore 14:30 1.702.000, 10,17% ore 19:00 2.245.000, 10,87%.
Tg5 – ore 13:00 3.408.000, 20,37% ore 20:00 5.183.000, 19,11%.
Studio Aperto – ore 12:25 1.977.000, 14,35% ore 18:30 1.152.000, 6,70%.
Tg4 – ore 11:30 664.000, 7,84% ore 18:55 912.000, 4,45%.
Tg La7 – ore 13:30 629.000, 3,53% ore 20:00 1.441.000, 5,34%.