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Catania, Italia

di
redazione

I Tg di giovedì 12 febbraio – La storia, drammatica ed emblematica, della neonata di Catania per la quale non si trova una culla in terapia intensiva e che muore a poche ore di vita durante il disperato trasporto all’ospedale di Ragusa, è doverosamente presente su tutte le testate, con Tg4 e Studio Aperto che dedicano l’apertura e poco più, mentre gli altri segnalano che il cattivo funzionamento delle struttura pubblica nelle situazioni estreme troppo spesso diviene la regola, più che l’eccezione.
Per il resto scalette ordinate e a menù fisso, in una serata in cui il Paese osserva come al cinema cosa è avvenuto a Minsk per la crisi Ucraina e a Bruxelles per la ricerca del compromesso sulle finanze greche. Non entrando in campo le consuete dinamiche e contrapposizioni interne, i diversi Tg parlano sostanzialmente con un’unica voce.
In pieno spirito di consonanza anche l’ultimo dramma dei profughi sfruttati dagli scafisti assassini, con le più di 300 vittime dei gommoni a sud di Lampedusa, rimbalza omogeneo sui Tg di serata; anche su quelli che avevano fatto “campagna” contro gli sprechi dei soldi degli italiani per finanziare Mare Nostrum che salvava, in fondo, solo africani e mediorientali. Tra Kiev ed Atene, le parole di Renzi a Bruxelles o quelle di Schultz (ripreso da Tg2) sulla necessità che l’Europa faccia di più, probabilmente non sono entrate nelle rassegne stampa internazionali.
La vicenda Concordia è stata un must per l’informazione troppo lungo per non determinare un’ulteriore attenzione il giorno dopo la sentenza di condanna a 16 anni per l’ex comandante Schettino. Se questo si spiega, non altrettanto si può dire per lo spazio che i “soliti noti” (Tg4 e Studio Aperto) ma anche Tg1 dedicano all’ennesima puntata dai contenuti esili e impalpabili delle presunte novità per i casi Yara Gambirasio e, addirittura, per le libertà personale della mamma di Cogne. Bossetti, ben consapevole dello spazio a lui riservato, scrive una lettera di discolpa alle redazioni Mediaset, che come cassette postali pubblicano in integrale.
La politica è ancora una volta “bassa” in tutte le impaginazioni, malgrado le riprese della rissa continua nella no stop alla Camera e degli scontri all’ultimo sub-emendamento nell’analisi della riforma del Senato rappresentino un “bel momento” di televisione.
TgLa7 – per la seconda serata non condotto da Mentana – e Tg5 tentano di spiegare i sospetti della Consob e della Procura su eventuali insider trading legati alle indiscrezioni sulla riforma della banche popolari; il finanziatore di Renzi, Serra – come “denunciato” nei giorni scorsi dai giornali del centrodestra – avrebbe investito e guadagnato parecchio.
Concludiamo parlando di noi, del mondo dell’informazione. Solo Tg3 e Tg2 riportano i dati sconfortanti di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa. I focolai di guerra peggiorano la situazione in diverse parti del mondo. In Italia la guerra non c’è, ma in compenso la criminalità organizzata e l’arroganza di potentati e dei politici annichiliscono e inaridiscono tanti rivoli di informazione vitale. 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di incendio doloso a case o auto di giornalisti, congiunti alle innumerevoli querele “temerarie” intentate per spaventare chi, soprattutto a livello locale, scrive di delinquenza e malaffare, hanno fatto precipitare nel 2014 l’Italia di 24 posizioni, dal 49esimo al 73esimo posto nelle classifiche mondiali. L’Ungheria di Orban sta messa meglio. Meditate, gente.

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Dati auditel dei Tg di mercoledì 11 febbraio 2015

Tg1 – ore 13:30 4.151.000, 24,26% ore 20:00 6.703.000, 24,88%.
Tg2 – ore 13:00 2.871.000, 17,99% ore 20:30 2.208.000, 7,58%.
Tg3 – ore 14:30 1.752.000, 10,72% ore 19:00 2.277.000, 10,91%.
Tg5 – ore 13:00 3.307.000, 20,62% ore 20:00 5.483.000, 20,09%.
Studio Aperto – ore 12:25 1.886.000, 14,44% ore 18:30 1.126.000, 6,62%.
Tg4 – ore 11:30 442.000, 6,00% ore 18:55 869.000, 4,21%.
Tg La7 – ore 13:30 704.000, 4,11% ore 20:00 1.380.000, 5,09%.

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