
Le economie avanzate sono responsabili dell’80 per cento dei consumi mondiali di energia, ma non tassano, o lo fanno in misura irrisoria, le emissioni nocive per l’ambiente. E’ questo l’atto d’accusa contenuto nel “Taxing Energy Use 2018”, il documento appena varato dall’Ocse, l’organizzazione che aggrega le 35 più importanti economie di mercato. C’è poi un combustibile fra i più inquinanti, il carbone, che ha addirittura un trattamento privilegiato: in moltissimi paesi è esente da tasse.
A queste conclusioni l’Ocse arriva dopo aver preso in esame, nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2015, l’imposizione fiscale sull’energia di ben 45 paesi: oltre ai membri dell’Organizzazione, anche l’Argentina, il Brasile, l’India, la Cina, l’Indonesia, la Russia e il Sudafrica. In queste condizioni, la lotta contro i danni causati dai cambiamenti climatici verrà persa. “I danni possono essere contenuti – si è sforzato di sostenere Angel Gurrìa, che dell’Ocse è il segretario – ma più tardiamo ad agire e più questo tentativo diventa costoso”.
Un tema, quello del clima, sul quale si mostrano assai sensibili i cittadini italiani. Secondo l’ultima indagine dell’Eurispes (2018) il 77,5 per cento di loro ne teme i cambiamenti, e l’inquinamento dell’aria è avvertito come una minaccia (81 per cento) al pari della mafia. Molti italiani sono disposti a dare il loro contributo positivo: il 61,4 per cento ridurrebbe le ore di riscaldamento invernale, una quota simile installerebbe pannelli fotovoltaici e userebbe meno l’auto privata, mentre l’81,6 per cento vuole ricorrere a lampadine a basso consumo.
Sarà anche per questo che, una volta tanto, il nostro paese non sfigura nella tassazione delle emissioni inquinanti. E’ infatti al quarto posto per le imposizioni sul trasporto su strada e al sesto per gli altri settori. In particolare, per la benzina le nostre tasse toccano 322 euro per tonnellata di anidride carbonica, mentre per il diesel siamo a circa 232 euro.
Solo il trasporto su strada, del resto, è toccato dalla mano del fisco nei 42 paesi studiati: nel 97 per cento dei casi, per essere esatti. Per quasi la metà dei Paesi l’imposizione supera i 50 euro per tonnellata di CO2. In Italia 4-5 volte tanto, come abbiamo visto. Ma, al di fuori di questo comparto, l’81 per cento delle emissioni nocive, nel 2015, non risultava tassato. I prezzi dell’energia vanno allineati ai costi dei cambiamenti climatici, conclude l’Ocse. Non è più ammissibile che chi inquina non paghi, o paghi troppo poco.