A margine del 30° Forum Economico dell’Europa Centrale e dell’Est (Karpacz, Polonia – 7 al 9 settembre), nel panel dedicato alle prospettive del contrasto alla corruzione in Europa, il Chair del G20 anti corruption working group, Giovanni Tartaglia Polcini, ha illustrato i deliverables della presidenza italiana nel 2021, ambiziosi e concreti, potenzialmente in grado di stimolare anche un rinnovamento dei quadri normativi regionali.
Hanno discusso sul tema con il magistrato italiano, il Direttore Generale della Agenzia Anticorruzione francese, Charles Duchan, ed i rappresentanti di Transparency International di Russia e Ungheria.
La corruzione nella Pa e nell’economia
Il G20 ACWG ha sviluppato sotto la Presidenza italiana un esercizio volto a comprendere le nuove e sofisticate forme della corruzione, che si manifesta come strumento di infiltrazione della criminalità organizzata nella Amministrazione pubblica e nell’economia.
Altre priorità dell’esercizio annuale sono la lotta alla corruzione nello sport (settore a forte rischio e di enorme rilievo sociale ed economico) e nelle situazioni di emergenza (anche oltre l’ambito sanitario e l’esperienza del COVID-19), per predisporre strumenti efficaci in caso di futuri scenari di crisi.
Infine, ha ricevuto l’imprimatur del Gruppo anche il superamento di un approccio meramente percettivo della misurazione della corruzione, in linea con la ricerca più avanzata sul piano globale.
Il Piano Anticorruzione
In questa fase il Gruppo di lavoro del G20 sta infine disegnando il piano di azione triennale Anticorruzione 2022-2024.
L’Italia, grazie allo sforzo inter-istituzionale profuso negli ultimi anni, si è ritagliata un ruolo di Paese-guida a livello mondiale, in un ambito che in passato aveva visto il nostro Paese su posizioni spesso difensive.
L’inversione di una narrativa dannosa e la disseminazione dei valori della legalità condivisa rappresentano una bella pagina e dimostrano che il multilateralismo in questo settore è efficiente ed armonizza effettivamente le forme di contrasto ad un fenomeno delittuoso diffuso sul piano globale, che frena lo sviluppo sostenibile e mette ancora in serio pericolo la rule of law e la tutela dei diritti fondamentali in larghe parti del pianeta.
L’Unione europea potrà senz’altro giovarsi di questi strumenti di policy, confezionati dal Foro globale per eccellenza, sotto la guida tecnica e la determinazione politica della Presidenza italiana, nel disegnare le future politiche di area e nell’ideare strumenti normativi da tempo auspicati ed attesi.