La Dia – Direzione Investigativa Antimafia – ha pubblicato la Relazione semestrale sull’attività svolta e i risultati conseguiti nella prima metà del 2021, presentata al Parlamento dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il documento è stato redatto dalla Dia, inquadrata all’interno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed è stato coordinato con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale. La relazione si inserisce nell’ambito della prosecuzione delle celebrazioni del trentennale della fondazione della Dia. Il documento ha lo scopo di delineare le strategie future di contrasto alla criminalità attraverso l’analisi puntuale delle modalità di azione e delle aree di interesse dei sodalizi criminali.
Secondo la Dia la criminalità organizzata cerca costantemente il controllo sul territorio
L’analisi sull’andamento della delittuosità, riferita al primo semestre 2021, continua a mostrare come le organizzazioni criminali cerchino di consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo è ritenuto fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza. L’immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi criminali di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione intaccando le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo.
Un focus sul riciclaggio e sull’e-commerce
La relazione della Dia, in forza della capacità delle mafie di infiltrarsi nelle economie, si sofferma sulla necessità della cooperazione internazionale di polizia che rappresenta una direttrice privilegiata nel contrasto alle organizzazioni criminali strutturate, data la sempre maggiore dimensione oltre confine. In tale contesto sottolinea l’importanza sia della Rete Operativa Antimafia @On di cui la Dia è ideatore e Project Leader, sia all’iniziativa I-CAN per accrescere la consapevolezza della pericolosità delle mafie. La relazione inoltre propone un focus di approfondimento sulla evoluzione della normativa internazionale e italiana volta a fronteggiare il fenomeno del riciclaggio non omettendo di indicare tra le nuove sfide un’emergente procedura di e-commerce, attinente ai non-fungible token, che ben si presterebbe alle mire delle mafie per le sue potenzialità nel celare la provenienza illecita dei capitali.
Semestre Dia in numeri: 933 imprese nel mirino dell’antimafia
Nei primi sei mesi del 2021 la Dia ha monitorato 933 imprese, effettuato 181 accessi ai cantieri e 68.534 segnalazioni per operazioni sospette, emanando 455 interdittive antimafia. I sequestri ammontano a un totale di 93.771.071 euro, le confische a un totale di 129.307.198 euro.
’Ndrangheta leader nel traffico di cocaina, capace di relazionarsi con narcotrafficanti ed Enti locali
La ’ndrangheta consolida il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina ma tenta di espandere i propri affari illeciti con sodalizi criminali di diversa matrice. Le cosche calabresi si presentano sempre più capaci di allacciare relazioni sia con le organizzazioni leader nel narcotraffico, sia con funzionari e rappresentanti degli enti locali, imprenditori e liberi professionisti. Ciò rappresenta una sorta di modello criminale fluido che permette parimenti di contattare il narcotraffico internazionale e i cosiddetti colletti bianchi a supporto delle strategie criminali. In Sicilia si confermano le dinamiche operative e gli assetti strutturali in base ai quali famiglie di Cosa Nostra coesistono e talvolta stringono alleanze finalizzate al raggiungimento di specifici obiettivi criminali con altre organizzazioni dai contorni più fluidi, meno gerarchizzate, ma ugualmente aggressive. Per quanto riguarda la camorra, in particolare nella città di Napoli, gli equilibri criminali, al di là dei singoli gruppi, sarebbero espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali in grado di dettare le linee guida alle associazioni aderenti. Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento. Un’attenzione particolare per le possibili dinamiche evolutive merita il contesto foggiano dove operano le tre storiche organizzazioni della società foggiana, della mafia garganica e della delinquenza cerignolana.
Le mafie si orientano verso i settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse
I sodalizi mafiosi si mostrano inoltre compatti nell’orientarsi verso settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting) realizzando circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione. Analoghe infiltrazioni, in prevalenza della camorra e della ‘ndrangheta, continuano a registrarsi nel settore del contrabbando di prodotti energetici (olio lubrificanti ed oli base) in concorrenza ai prezzi praticati dalle compagnie petrolifere. Il quadro complessivo impone di continuare nella lotta contro la criminalità organizzata con particolare attenzione all’aggressione dei beni illecitamente accumulati dalle mafie mediante gli strumenti dell’azione giudiziaria e delle misure di prevenzione patrimoniali.