Donne, tra discriminazione e rinunce. Una Festa a metà

Ancora oggi in Italia le donne sono discriminate.

Sul lavoro, dove il tasso di partecipazione femminile al mercato occupazionale ci colloca penultimi nella classifica europea, dove emergono pesanti divari tra gli stipendi medi maschili e femminili, anche a parità di posizione, dove le donne sono spesso costrette a lasciare il posto di lavoro con l’arrivo di un figlio o a rinunciare alle progressioni di carriera. Nel mondo dell’istruzione, dove le studentesse ottengono risultati eccellenti, spesso migliori dei propri coetanei di sesso maschile, si assiste ad una discriminazione dettata da uno stereotipo di genere che limita le donne nella scelta dell’ambito di studio: discipline come quelle scientifico-matematiche vengono ancora considerate una prerogativa prettamente maschile. In famiglia, con una netta disparità di genere nella distribuzione dei tempi e dei ruoli di cura: il 22% della giornata di una donna è dedicata al lavoro familiare, percentuale che scende al 9% per gli uomini (dati Istat).

Parlando poi di violenza, le stime indicano 3 donne su dieci, tra 16 e 70 anni, che hanno subìto nella propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale (Istat), a cui si aggiungono i casi di violenza psicologica, di persecuzioni, le nuove forme di vessazione perpetrate con l’ausilio del web e i tristemente noti casi di femminicidio.

In occasione dell’8 marzo, l’Eurispes ha scelto di dar voce all’opinione delle donne, focalizzando l’attenzione sulla loro situazione economica e le abitudini di consumo, le scelte alimentari, e su temi di attualità come la sicurezza, il rapporto con l’ambiente e con il mondo degli animali.

Spese, lavoro, figli e crisi: “amministratrici uniche” di conti che non quadrano

Quasi la metà delle donne italiane (48,9%) per far quadrare il budget familiare e arrivare a fine mese è costretta ad intaccare i risparmi; ben il 72,2% delle italiane ammette poi di arrivare con fatica alla fine del mese, mentre solo il 23,6% riesce a risparmiare.

Affitto (40,9%) e mutuo (35,6%) sono le spese rispetto alle quali si incontrano maggiori difficoltà per pagare, mentre circa una donna su quattro (24,8%) fatica a pagare le utenze domestiche e una su cinque le spese mediche (20,7%).

Nelle difficoltà, le donne si sono rivolte più spesso alla famiglia di origine per avere un sostegno finanziario (31%). Una donna su dieci, non avendo possibilità di accesso al credito bancario, ha chiesto prestiti a privati (differenti da amici o parenti) esponendosi così a tutti i rischi legati al circuito dello strozzinaggio. Circa il 13,1% è tornata a vivere con la famiglia di origine propria o del partner. Nell’impossibilità di sostenere tutte le spese, la metà delle donne (50,5%) ha deciso di rimandare l’acquisto di una nuova automobile, troppo oneroso, seppur necessario; in meno casi è stato deciso di rinviare la riparazione del proprio veicolo (26,8%). In molte hanno fatto a meno di ristrutturare o effettuare riparazioni in casa (43,8%), evitando spesso anche di sostituire gli arredi o gli elettrodomestici logorati per contenere le spese (39,4%). Tra quante si sono trovate di fronte alla necessità di assumere una badante, il 35,1% vi ha dovuto rinunciare.

Per quanto riguarda la situazione lavorativa, sono il 22,3% le donne che, pur di lavorare, lo hanno fatto senza contratto e il 23,2% si sono trovate a svolgere un doppio lavoro nell’ultimo anno.

Donne e salute, sacrifici e rinunce per molte

Circa un terzo delle italiane per contenere le spese ha rinunciato nell’ultimo anno a controlli medici di routine (32,3%), una su cinque (19,9%) non si è sottoposta a visite specialistiche per disturbi/patologie specifiche e il 22,3% ha rinunciato a sottoporsi a terapie e interventi medici. Il 28,4% delle italiane ha preferito rinviare cure e interventi dentistici, spesso molto costosi, e quasi altrettante hanno tagliato le spese per trattamenti/interventi di tipo estetico (27,5%). 

I primi (timidi) passi delle italiane nella sharing economy. Avanti le giovani del Nord

Tra i servizi di mobilità più apprezzati dalle donne, Flixbus, utilizzato nel 24% circa dei casi. Circa un’italiana su cinque utilizza forme di car sharing (21,5%), mentre minore è il successo di servizi di ride sharing, cioè lo scambio di passaggi o condivisione di viaggi, (14,7%) e del bike sharing (14,5%); ma la forma di mobilità alternativa meno utilizzata dalle italiane è Uber, di cui ha usufruito solo una donna su dieci. Lo scambio di case tra privati attraverso portali come AirBnB, è una strategia di risparmio scelta dal 14,9% delle donne.

Le giovani sono più inclini ad usufruire dei servizi di sharing economy: in particolare, le 25-34enni ricorrono più spesso delle altre a tutte le forme alternative di mobilità, seguite dalle 18-24enni.

Analizzando la distribuzione geografica delle donne che utilizzano servizi di condivisione, emerge un Paese diviso a metà, con questo genere di servizi molto più diffusi al Nord, in particolare nel Nord-Est, e quasi assenti al Centro-Sud e nelle Isole. Emblematico sotto questo punto di vista è il caso del car sharing che è stato utilizzato almeno una volta nell’ultimo anno dal 34,6% delle residenti del Nord-Est e dal 29,1% di quelle del Nord-Ovest; mentre solamente il 16,8% delle intervistate al Sud, il 13% di quelle al Centro e il 6,3% di quelle delle Isole hanno dichiarato di aver utilizzato servizi di car sharing nell’ultimo anno.

Shopping che passione, anche online. Eppure una su cinque non abbandona mai il negozio.

Oltre la metà delle donne (56,3%) fa acquisti online anche se con diversa intensità: qualche volta (29,3%), spesso (19%) e sempre (8%). Buona parte delle italiane continua comunque a preferire lo shopping nei negozi fisici, con il 20,6% che risponde di comprare raramente qualcosa sul web e il 23,1% che non lo fa mai. L’abitudine ad effettuare acquisti sulle piattaforme online è più diffusa tra le donne di giovane età: più della metà delle over65 afferma di non comprare mai sul web (53%), già tra i 45 e i 64 anni indica questa risposta il 21,9% del campione e tra i 35 e i 44 anni scende all’11%, fino a fermarsi al 6-6,7% tra i 18 e i 35 anni. Come per la sharing economy, la tendenza a fare acquisti online è più radicata nel Nord del Paese dove si riscontrano le percentuali più basse di quante dichiarano di non effettuare mai acquisti online (14% Nord-Est e 17,6% Nord-Ovest); mentre al Sud e nelle Isole questa opzione ottiene rispettivamente il 36,6% e il 28,6% delle risposte. Infatti è nelle regioni del Nord che troviamo il maggior numero di donne che scelgono di comprare sul web spesso e abitualmente: in tutto 29% al Nord-Ovest e 36,5% al Nord-Est, dove la percentuale di donne che risponde “abitualmente” arriva al 15%.

Tra quante fanno shopping sul web, è diffusa l’abitudine di comprare online un prodotto visto o provato in negozio, approfittando della competitività dei prezzi offerti dalle piattaforme online (52,3%), insieme all’acquisto di prodotti visti solamente sul web (47,9%). Molto meno diffusa la ricerca in negozio di un prodotto visto online (37,8%) o l’acquisto su Internet un prodotto visto in pubblicità (38,7%).

Donne e alimentazione

Le donne italiane che seguono un’alimentazione alternativa sono una percentuale esigua: il 5,5% segue una dieta vegetariana, il 2,7% una dieta vegana; il 6,7% è stata vegetariana in passato ma è tornata ad una alimentazione tradizionale. Il 23,9% di chi ha scelto un’alimentazione alternativa, lo ha fatto perché fa bene alla salute e per rispetto nei confronti degli animali; seguono quante motivano questa scelta con la necessità di mangiare meno e meglio (15,2%); il 13% lo fa per filosofia di vita e un altro 13% per curiosità o sperimentazione. Solo il 4,3% vede nel vegetarianismo e nel vegan la possibilità di tutelare l’ambiente, mentre il 6,7% lo ha fatto per altre motivazioni.

Sono, invece, molto più numerose le donne che hanno eliminato alcuni cibi dall’alimentazione per problemi di allergie o intolleranze: circa un’italiana su cinque segue un’alimentazione priva di lattosio (20,2%) e il 16,3% ha eliminato il glutine; ad arricchire regolarmente la dieta con integratori è invece il 16,1% delle intervistate.

I prodotti a base di cannabis light rientrano tra le novità alimentari per poco meno della metà delle italiane (42,6%): il 22,5% afferma che li proverebbe, il 16,8% li ha assaggiati e il 3,3% li consuma sempre. Accanto a questo risultato, più della metà delle italiane non ha mai provato alimenti di questo tipo e non è intenzionata a farlo (57,4%),

Sempre meno “casalinghe”

Cibi pronti a domicilio, semi-preparati o a “portar via”: le italiane sono sempre meno “casalinghe” e lo confermano i dati del sondaggio, secondo il quale, il 55% delle donne ordina cibo a domicilio (il 39,5% qualche volta, il 14% spesso, l’1,6% sempre). Ancora più diffusa è l’abitudine di acquistare cibo take away: il 47,2% delle intervistate lo fa qualche volta, circa una su cinque spesso (19,7%) e il 3,3% sempre, per un totale del 70% di italiane che non rinunciano a portare a casa del cibo già pronto (contro il 29,8% che non lo fa mai). Meno successo riscontrano i prodotti industriali rapidi da preparare: il,37,4% del campione non li compra mai, il 43,4% qualche volta e il 14,4% spesso. Solo il 4,8% sempre. Se dopo i 45 anni più della metà delle intervistate afferma di non ordinare mai cibo a domicilio (53,4% 45-64 anni e 56% oltre i 65 anni), tra i 25 ed i 44 anni non lo fa circa il 37% del campione, percentuale che scende drasticamente al 18,6% per le giovani donne di età compresa tra 18 e 24 anni. Queste ultime nella maggior parte dei casi ammettono di rivolgersi qualche volta ai servizi di delivery (52,5%), ma registrano anche percentuali molto più alte della media per quante lo fanno spesso (22%) e sempre (6,9%). Le 45-64enni in nessun caso si rivolgono sempre a questi servizi, ma nel complesso sono le over 64 a farvi meno ricorso con poco meno del 10% di intervistate per le risposte “spesso” e “sempre”. Il Nord-Est mostra una spiccata propensione all’abitudine di ordinare cibo a domicilio (14% mai e 36,4% spesso) e, al contrario, il Nord-Ovest segue il Sud nella percentuale di risposte registrate dall’opzione “mai” (58,1%), ottiene il 9,5% per l’opzione “spesso” e nessuna per “sempre” (esattamente come accade al Sud).

Donne e animali, 4 su dieci ne accudiscono almeno uno

Circa il 40% delle donne accoglie animali in casa come veri e propri membri della famiglia dedicando tempo e risorse alla loro cura. In particolare, il 21,3% delle intervistate afferma di averne uno, il 9% ne ha due, il 6,4% tre, il 3,7% ne ha più di tre, mentre il 59,6% non ne possiede. L’animale di gran lunga più diffuso è il cane (44,2%), seguito dal gatto (30,7%). Per la cura e il benessere dei loro animali, sei su dieci spendono mediamente fino a 50 euro al mese; il 22,8% da 51 a 100 euro e il 16,8% più di 100.

Il fatto che gli animali da compagnia vengano considerati a tutti gli effetti membri della famiglia, è confermato anche dalle ultime tendenze alimentari che coinvolgono anche gli amici animali: il 24,6% delle italiane arricchisce l’alimentazione del proprio pet con integratori alimentari, il 21,5% acquista per loro alimenti biologici e il 14,9% farmaci omeopatici.

Sicurezza, tre su dieci non si sentono sicure

Nonostante il senso di insicurezza sia un sentimento diffuso e condiviso, le donne della nostra indagine mostrano una certa dose di sicurezza nei confronti dell’ambiente in cui vivono, rispondendo nel 44,1% dei casi di ritenere abbastanza sicura la città in cui risiedono e nel 7,6% dei casi molto sicura. Circa un terzo di esse però non valuta positivamente il livello di sicurezza della propria città, con il 27,7% che la ritiene poco sicura e il 4,1% per niente sicura. A sentirsi meno sicure sono le più giovani: l’8,5% delle 18-24enni ritiene che la propria città non sia per niente sicura; meno diffusa questa opinione tra le 25-34enni (4,8%); le risposte per questa opzione diminuiscono progressivamente fino al 3% dopo i 65 anni. Tuttavia, è nelle prime due fasce d’età che si riscontrano le percentuali più alte di quante giudicano la propria città molto sicura (10,7%: 25-34 anni e 8,5%: 18-24 anni).

Per aumentare il proprio livello di sicurezza, poco meno del 30% delle italiane ha deciso di montare grate alle finestre (29,4%), mettere la porta blindata (29,3%) e installare un sistema di allarme (29,1%). Il 13,3% tiene in borsetta lo spray al peperoncino e quasi una su dieci porta con sé un coltello (9,4%); sono il 7,6% quelle che hanno preso la decisione di acquistare un’arma da fuoco.

Violenza, quattro volte su dieci avviene in àmbito familiare

Passando al tema della violenza perpetrata in àmbito familiare o delle conoscenze, l’85,8% delle intervistate dichiara di non aver mai subìto questo genere di persecuzione, ma l’8,9% ammette di esserne stata vittima e il 5,3% preferisce non rispondere. Quattro violenze su dieci sono avvenute in àmbito familiare. In particolare, lo stalker, nel 28,8% dei casi è stato l’ex partner, nel 12,5% un conoscente, nel 10% un amico, nel 6,3% dei casi il partner e nella stessa percentuale un collega, nel 5% un parente.

Un’altra forma di violenza, riconosciuta recentemente come reato dalla nostra giurisprudenza con legge n.69/2019, è il revenge porn, ovvero la diffusione di foto/video a sfondo sessuale di una persona senza il suo consenso, spesso attraverso i canali social sul web, con lo scopo di lederne l’immagine e spesso sottoporla a ricatto. Circa 15 donne su 100 affermano di conoscere qualcuno che è stato vittima di questo reato. Il 47,2% delle donne intervistate è a conoscenza del fatto che la vittima sia anche stata ricattata, il 31% risponde che non c’è stato ricatto e 21,8% non fornisce alcuna risposta.

Clima e ambiente, la sensibilità delle donne

In testa alle preoccupazioni delle donne troviamo il surriscaldamento globale (26,3%), seguito dal problema della gestione dei rifiuti (22,5%). Il 14,9% vorrebbe delle misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e poco più di una su dieci è preoccupata soprattutto per il dissesto idrogeologico (11,3%) e dalla gestione delle risorse energetiche (11%); il 5,3% non ritiene ci siano problemi ambientali gravi da affrontare con urgenza.

Rispetto ai possibili comportamenti in grado di ridurre i consumi e il loro impatto sull’ambiente, il 78,7% è disponibile all’uso di lampadine a basso consumo e il 75,2% ad acquistare prodotti privi di imballaggi di plastica; il 72,2% è disposta a ridurre l’uso dei condizionatori in estate; il 71,1% a usare meno l’auto privata e il 70,7% a consumare meno acqua per lavarsi. Un po’ più difficile risulta essere la scelta di diminuire l’accensione dei riscaldamenti in inverno (65,8%), come anche sostenere la spesa per l’installazione di pannelli fotovoltaici (61,7%) e viaggiare il meno possibile in aereo (61%)

L’indagine rientra nell’àmbito degli studi istituzionali promossi dall’Osservatorio Eurispes sulle Famiglie

La versione integrale del documentosi può leggere qui 

 

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata