È un buon momento per l’Italia?

mattarella

Le nuove previsioni economiche della Commissione europea rivedono al rialzo il Pil per il nostro Paese, sia per quest’anno sia per il prossimo. Anche l’Istat ha alzato le stime di crescita, che coincidono con quelle di Bruxelles. “Sembra davvero che stiamo uscendo dalla crisi e quindi la ripresa è una prospettiva concreta”, ha detto il presidente Sergio Mattarella, mentre dal Tesoro si esprime soddisfazione per la Ue che prevede “due anni di crescita” e “riconosce che nel Paese i conti sono sotto controllo”. La Ue ha alzato le stime sul Pil sia per il 2015, dove prevede uno 0,9% (a maggio prevedeva 0,6%), sia per il 2016, in cui la crescita è stimata a 1,5%, un decimo di punto percentuale in meno delle stime del governo. Per Bruxelles “la ripresa, avviata nel 2015, si rafforza nel 2016” grazie a “prezzi del petrolio bassi e domanda interna”. Sono infatti “gradualmente migliorate le condizioni del credito, come dimostrano gli stock di famiglie e imprese” negli ultimi mesi. E inoltre “bassa inflazione, crescita dell’occupazione e tagli alle tasse sosterranno i redditi aumentando così i consumi”. Il quadro è sostanzialmente positivo, con la domanda interna che farà da traino alla crescita 2016. La Ue vede potenziali rischi solo da fattori esterni, come un calo della domanda globale. Nonostante l’incertezza internazionale, l’Italia è abbastanza al sicuro perché, dice il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, “è sempre più autosufficiente e meno dipendente da fattori temporanei come indebolimento dell’euro, calo dei prezzi petroliferi e allentamento della politica monetaria della Bce”. C’è poi l’aumento dell’occupazione che fa ben sperare, dovuto agli sgravi di tre anni per chi assume, confermati nel 2016 nel ddl di Stabilità, ma nelle misura ridotta del 40%. Una condizione che finisce per legittimare le scelte dell’esecutivo. Che ha scelto di autorizzare – limitatamente al 2016 – spesa in deficit accompagnata da una diminuzione della pressione fiscale.

L’unico appuntamento parlamentare da segnalare oggi, riguarda l’Aula della Camera, dove, alle 9:30, saranno svolte alcune interpellanze urgenti tra cui quella dei 5 Stelle sulle bollette elettriche. Passando all’attività del Governo, il Consiglio dei ministri è convocato a Palazzo Chigi per le 10. L’ordine del giorno non è stato diffuso ufficialmente ma, con tutta probabilità, sarà varato un provvedimento per dichiarare lo stato di emergenza a Messina. La città siciliana è infatti senza acqua da diversi giorni. Colpa di una frana che ha danneggiato la condotta che garantisce l’approvvigionamento dell’intera rete idrica. I ministri dovrebbero poi parlare della gestione del giubileo da parte della prefettura di Roma. Non dovrebbero essere fatte delle nomine, ma è possibile che si inizi a capire come ripartire le competenze tra rappresentante del governo e Campidoglio. Nelle ultime ore è circolata insistentemente anche l’ipotesi di un decreto-legge sulla Capitale. Una scelta che sarebbe in grado di scatenare diversi malumori. Per molti osservatori, Tronca, commissionario prefettizio dopo la capitolazione di Marino, si deve limitare infatti all’ordinaria amministrazione. Nonostante l’incombere del giubileo che avrà inizia tra un mese. Dovrebbero caratterizzare l’ordine del giorno del Consiglio dei ministri anche due decreti legislativi con interventi di depenalizzazione e un convitato di pietra, il reato di immigrazione clandestina, che al momento non sarebbe stato introdotto nero su bianco nei testi che esaminerà l’esecutivo, ma che sarà quasi certamente – a quanto si apprende – elemento di confronto tra i componenti del governo. Un confronto che si annuncia anche acceso, viste le diverse posizioni sul punto tra il Pd, favorevole alla depenalizzazione, e l’Ncd, contrario. All’esame del Cdm ci dovrebbero quindi essere due provvedimenti attuativi che discendono dalla delega sulla messa alla prova. L’obiettivo è la depenalizzazione di una serie di condotte e reati minori, in particolare quelli puniti solo con la pena della multa o dell’ammenda. Potrebbero però essere ricompresi nella misura in esame anche reati minori, come per esempio gli atti osceni, che pure prevedono la reclusione, ma che potrebbero rientrare nel novero di quelli da depenalizzare o da trattare, in alcuni casi, solo come illeciti civili, senza conseguenze penali. La discussione è ancora aperta ed è stata affrontata martedì durante il pre-Consiglio. Molte le materie trattate, di fatto, nei due provvedimenti. Per cui, stando alle bozze ancora in discussione, si stabilisce che non costituiranno più reato, per esempio, l’abuso della credulità popolare, le pubblicazioni o gli spettacoli osceni, le rappresentazioni teatrali abusive, il rifiuto di prestare la propria opera in caso di tumulto. Vengono poi abrogati dal codice penale, in base alla bozza che il Cdm dovrà esaminare, la falsità in scrittura privata e l’ingiuria. Il termine per esercitare la delega scade a metà novembre, quindi c’è ancora tempo e quello odierno potrebbe essere un primo passaggio non decisivo.

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