Fallendo s’impara. La lezione della Lehman Brothers

Disfatta Lehman Brothers dieci anni dopo, ecco i “meriti” della crisi.
Ogni grande crisi del capitalismo ha il proprio evento-simbolo: nel Seicento furono i tulipani a segnare il crack finanziario olandese e aprire la via al predominio dell’impero inglese sul mondo. All’inizio del nuovo millennio questo ruolo tocca a una banca che fallisce: non ad un’impresa qualsiasi ma ad una banca; non ad una banca qualsiasi ma alla quarta per rilevanza nel paese più ricco del pianeta: la Lehman Brothers. Una banca che crollò sotto il peso di un prodotto finanziario complicato da comprendere – i mutui sub-prime – pagando il massimo pegno per la propria sete di profitto. Ne parlano due belle opere recenti, Too Big To Fail e La Grande Scommessa, con cui gli americani hanno cercato di riflettere su questo evento-shock, affidandosi, come loro prassi, alla finzione. Vale la pena spenderci su qualche ora, per leggerle e/o guardarle.

La crisi dei tulipani fu probabilmente la prima del capitalismo a manifestare una natura sistemica, ovvero a coinvolgere una platea ben più ampia di quella dei soggetti direttamente impegnati sul campo entrato in crisi. Anche quella apertasi con il fallimento della Lehman Brothers è stata sistemica, e così saranno probabilmente tutte le crisi che il capitalismo patirà, di qui al futuro.
Gli scongiuri non servono: altre crisi verranno, è certo.
La crisi è fisiologia del capitalismo e in effetti, a ben guardare, un’altra grande crisi sistemica è già venuta (e, forse, più o meno, passata). È quella dei cosiddetti debiti sovrani, che dal 2010 ha flagellato l’Eurozona. Ce la ricordiamo, in Italia, per il governo Monti; nel mondo economico per eleganti chicche linguistiche, come i PIGS. Ma, soprattutto, se la ricorda il popolo greco, flagellato volgarmente dalla Triade per le proprie colpe finanziarie passate.

Il decennale del fallimento della Lehman Brothers merita di essere colto, perché la crisi che inaugura ha avuto, per così dire, un merito speciale.
Ci ha costretti, infatti, ad acquisire consapevolezza di una cosa enorme, fondamentale per analizzare la contemporaneità ed ogni fenomeno economico (e poi sociale) che ci presenta: la finanziarizzazione dell’economia.
Capiamo di che si tratta con un esercizio di semplificazione, la cui grossolanità speriamo il lettore vorrà perdonarci.

Il capitalismo funziona tutto sommato in modo piuttosto lineare: il mestiere del capitale, cioè del denaro, è produrre altro denaro. Ciò può avvenire in due modi: impegnandolo nella produzione e vendita di beni e servizi; impegnandolo in acquisto e vendita di titoli, valute, eccetera. L’economia che usa denaro per produrre/vendere si chiama economia reale; l’altra, economia finanziaria. Se investo in una start-up, per esempio, faccio economia reale; se investo nell’acquisto di titoli di Stato, no.

Dalla sua nascita fino a tempi recenti, l’economia si è riconosciuta prevalentemente nella propria natura ˈrealeˈ e questa era perciò l’oggetto di riflessione e osservazione. Ne è prova il fatto che Adam Smith, il filosofo morale scozzese considerato il padre della scienza economica, nel 1776 dà alle stampe un libro, The Wealth of Nations, che indaga i meccanismi del capitalismo a sé contemporaneo, attraverso una analisi dell’economia reale. La finanza, tuttavia, è sempre stata presente, certo – e in Italia ben lo sappiamo, dato che i primi grandi banchieri dell’Occidente nascono nel medioevo italiano – ma, sostanzialmente, in ordine funzionale all’esercizio dell’economia reale (guerre incluse).

Che cosa succede nel 2008, quando Lehman Brothers manda i propri impiegati per strada, con i cartoni in mano, a cercare lavoro altrove?

Succede che ci accorgiamo che il rapporto di forza si è invertito. 12 a 1 è la misura: per un dollaro di Pil reale generato nel mondo, ve ne sono 12 di Pil finanziario. L’economia finanziaria è cresciuta molto di più della reale. Ma non solo. La crisi ci ha fatto anche accorgere del fatto che l’economia finanziaria è diventata un’altra cosa: per esempio, fa circolare denaro su circuiti paralleli e mai convergenti all’economia reale; inventa sempre nuove forme per non estinguere mai il debito, trasformandolo in altri valori sui quali speculare; condiziona stati sovrani attraverso i loro titoli di debito; stravolge le prospettive gestionali delle imprese, con l’ideologia della creazione del valore; genera (e rapidamente) enormi ricchezze individuali inconcepibili. L’economia finanziaria muta, in definitiva, la vita ordinaria delle persone, agendo per vie indirette ma, nondimeno, formidabilmente efficaci.

Lehman Brothers è stata per decenni una primaria protagonista della trasformazione dell’economia in senso finanziario. La sua fine è il contrappasso dantesco per quanto di male in questo processo è stato generato. Ma sia chiaro: se il mondo in questo trentennio di prima globalizzazione è andato avanti – ed è andato avanti – in parte è anche merito della finanza. In medio stat virtus.

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata