Il coronavirus svela un’Italia miope: -20% di investimenti nella ricerca in 10 anni

Mentre ci si leccano le prime ferite da coronovirus si fanno i conti di quanto i tagli al sistema sanitario ci stiano costando e ci costeranno in termini sociali e non solo. Ma non c’è solamente la sanità ad aver dovuto sopportare le misure dell’austerity e dei commissariamenti.
L’emergenza medica, la paura di mettere a rischio la propria vita e quella dei nostri cari, all’improvviso ci hanno svegliato dall’ignorante sonnolenza che ci ha avvolto per anni ‒ anzi decenni ‒, da una inconsapevole indifferenza che ha reso “normale” una follia; insomma, d’un tratto, ci siamo accorti di quanto abbandonate siano state la “scienza” e la “ricerca”, di quanto in solitudine abbiano dovuto lavorare coloro che il mestiere di “scienziato” lo considerano una missione.
Facciamoci allora altri due conti e, attingendo ad alcuni studi, vediamo quanto l’Italia sia stata miope.
Secondo il Libro Bianco La ricerca scientifica in Italia per una società sostenibile e sicura, pubblicato nel 2019 dal Gruppo 2003 per la ricerca scientifica, negli ultimi dieci anni, il settore pubblico ha disinvestito il 20% nella ricerca.
Sebbene l’approvazione del Programma nazionale della ricerca 2015-2020, il lancio di Industria 4.0, l’estensione degli incentivi fiscali per la R&S privata e i finanziamenti per le Università con una più elevata qualità della ricerca abbiano registrato alcuni sviluppi negli ultimi due anni, la spesa pubblica per R&S è diminuita del 20% dal 2008 al 2016 e quella per le Università statali è stata ridotta del 14% dal 2008 al 2014. Le attività di ricerca di molte imprese sono state trasferite all’estero, le politiche di austerità hanno ridotto la spesa pubblica per la ricerca e l’università e migliaia di giovani ricercatori altamente qualificati hanno lasciato il Paese per cercare lavoro all’estero.
«Il nostro Paese stagna da anni intorno a un investimento in ricerca dell’1,2-1,3% sul Prodotto interno lordo, in compagnia di Spagna, Paesi balcanici e dell’Est europeo. Siamo lontani sia dalla media del finanziamento Ue del 2%, e dalla media dei Paesi Ocse del 2,4%, e a meno della metà del valore minimo del 3% consigliato dalla Commissione Europea per assicurare la crescita e la creazione di un meccanismo virtuoso di indotti positivi», si legge nella ricerca.
Anche l’ultima Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia, prodotta dal CNR, fa notare la distanza del nostro Paese dalla Germania e dalla Francia che hanno continuato a finanziare la spesa per R&S in modo elevato anche negli anni della crisi finanziaria. La Germania vuole portare il proprio investimento in Ricerca e sviluppo dal 3 al 3,5% del prodotto interno lordo, lanciandosi all’inseguimento di Svizzera, Giappone, Svezia e Austria (dal 3 al 3,5%) e di Israele e Corea del Sud (4,5%).

Il Libro Bianco riporta, poi, la situazione dei ricercatori italiani: con 4,9 ricercatori ogni mille lavoratori, il nostro Paese ne ha poco meno della metà della media dei paesi dell’Ocse (8,2), e meno della Spagna (6,6), e ovviamente di Paesi come la Germania (9), Gran Bretagna (9,2) e Francia (10). Coerentemente, siamo gli ultimi in Europa riguardo alla percentuale di laureati tra i giovani fra i 25 e i 34 anni: solo il 26%.

C’è poi il capitolo “fuga dei cervelli”. Secondo le stime citate qualche mese fa dall’allora Ministro dell’economia, Giovanni Tria, il costo della cosiddetta fuga di cervelli dall’Italia, costa 14 miliardi l’anno. Nel 2017 sono emigrati circa 115mila italiani e, di questi, più della metà (52,6%) è in possesso di un titolo di studio medio-alto: si tratta di circa 33mila diplomati e 28mila laureati, secondo l’Istat. Tra il 2013 il 2017 il numero di laureati espatriati è aumentato del 41,8%, mentre i rimpatri sono rimasti costanti, determinando un saldo migratorio con l’estero peggiorato negli anni.
Ora che, nel momento dell’emergenza e della confusione, la scienza appare come l’unico “faro”, e i risultati della ricerca, medico-scientifica in questo caso, l’unico appiglio per sperare di tornare alla normalità, converrebbe fare una riflessione sulle scelte politiche ed economiche degli ultimi anni.

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata