La guerra al Coronavirus. Impegnati 10mila uomini e donne della Difesa

Militari in campo come in guerra. Per gestire l’emergenza Coronavirus che sta martoriando l’Italia, le Forze Armate stanno impiegando circa 10mila militari gestiti e coordinati dal Comando Operativo di vertice Interforze della Difesa (COI – Difesa) di Centocelle in sinergia con tutte le Forze Armate e in stretta collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, Ministero Affari Esteri e della Salute. La Sala Operativa (H24/7 su 7) del COI – Difesa dedicata all’Emergenza monitora la situazione dei militari italiani in tutte le missioni e operazioni nazionali e internazionali e condivide le informazioni di interesse con gli altri dicasteri impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Di questi 10mila, circa 8.100 sono uomini e donne dell’Esercito Italiano, divisi tra soldati impegnati nell’Operazione “Strade Sicure,” team medici e sanitari, nuclei di specialisti del biocontenimento e disinfettori, assetti in rinforzo alle Forze dell’ordine per i controlli del rispetto di quanto previsto dal Dpcm, elicotteristi per il trasporto di materiale sanitario, personale in prontezza operativa del genio ferrovieri per garantire la funzionalità dei collegamenti ferroviari, personale logistico per il trasporto dei presidi medici e il trasferimento (con ambulanze militari) delle persone affette da Covid-19 nelle strutture sanitarie attrezzate ad accoglierle, ecc.
Nei giorni scorsi, quando è stato chiaro a tutti che l’epidemia del Covid-19 avrebbe davvero messo in ginocchio il Paese, mettendo a dura prova una generazione e a durissima prova l’intero sistema sanitario nazionale, in molti hanno invocato un più massiccio impiego dell’Esercito. Come accade in occasione di ogni crisi, l’Italia ‒ i suoi cittadini ‒ individuano nell’Esercito Italiano la loro àncora di salvezza. Uno spiraglio di speranza per uscire dal tunnel e tornare alla normalità. Non è un caso che, come emerso dall’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes, la fiducia degli italiani nei confronti delle Forze Armate si attesti intorno al 73%; un apprezzamento ormai “storico” e costante nel corso degli ultimi anni.
Come spiegato anche sul sito del Ministero della Difesa, l’attuale predisposizione infrastrutturale ha comportato l’applicazione di un dispositivo interforze di accoglimento e di osservazione sanitaria volto a garantire ai cittadini un accurato controllo del loro stato di salute ed una eventuale permanenza in misura di quarantena. Ad oggi, le strutture utilizzate richieste alla Difesa per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono quelle del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito della Cecchignola, il polo alloggiativo della Scuola di Applicazione presso la caserma Riberi dell’Esercito di Torino e il Policlinico Militare Celio di Roma, che fornisce anche assistenza ospedaliera. A queste si aggiungono le Basi Logistiche Addestrative di Colle Isarco, Bardonecchia e Muggia (tutte dell’Esercito) dove sono ospitate persone colpite dal virus.
La Difesa ha messo a disposizione, presso la Caserma Annibaldi di Milano e presso il Comando Aeroporto di Linate, 96 posti letto a favore dei cittadini della regione Lombardia che dovranno sottoporsi al periodo di sorveglianza sanitaria a seguito di un possibile contagio da parte del Coronavirus. Presso la caserma Annibaldi dell’Esercito ‒ ex ospedale militare nel quartiere Baggio di Milano ‒ sono stati allestiti 40 posti letto. Qualora le autorità competenti rappresentino ulteriori richieste, sarà resa disponibile una seconda struttura presso il Comando Aeroporto di Linate dell’Aeronautica Militare, dove sono stati allestiti 56 posti letto. Un team medico della Difesa sarà presente in ogni struttura per monitorare i possibili casi di contagio.
A tempo di record, inoltre, l’Esercito Italiano ha allestito due ospedali da campo, a Piacenza e a Crema. In particolare, l’Ospedale di Crema (attualmente il più grande d’Europa), inaugurato il 24 marzo e realizzato in 72 ore, è dotato di 32 posti letto, tutti con erogatori di ossigeno, 3 posti per terapia intensiva ed una sala radiografica specializzata. Nell’ospedale da campo di Piacenza verrà impiegato personale sanitario delle Forze Armate, garantendo 40 posti letto.
Molto importante il supporto che medici e infermieri dell’Esercito stanno dando alle strutture ospedaliere di Lodi, Novara, Bergamo e Alzano Lombardo (BG) oltre ai presidi sanitari costituiti nell’Istituto Penale di Parma, a Castelnuovo Bocca d’Adda, Somaglia, Codogno, Casalpusterlengo e Troina in provincia di Enna, per un totale, compreso il Centro Ospedaliero Militare di Milano (Ospedale Baggio) e Policlinico Militare Celio, di 186 unità effettive al personale sanitario dell’Esercito.
Oltre il supporto di personale, l’Esercito ha messo a disposizione 6 magazzini per un totale di circa 20mila metri cubi tra Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna pronti ad accogliere il materiale sanitario da distribuire e approntato 5 aerei, 38 elicotteri, 124 ACTL e 115 APS (autocarri per il trasporto su strada). Alcuni di questi mezzi ed elicotteri stanno già sorvolando e attraversando l’Italia per distribuire materiale sanitario e presidi medici dove c’è più urgenza, in aderenza alle indicazioni della Protezione civile.
Rispondendo alle richieste pervenute dalle Prefetture di varie zone d’Italia dove sono presenti oltre 70 Ufficiali di collegamento, l’Esercito ha messo a disposizione il proprio personale per il controllo del territorio e l’applicazione delle misure di contrasto e contenimento dell’epidemia, stabilite dai decreti del Presidente del Consiglio. Nelle province di Novara, Pesaro-Urbino e Trieste sono già attivi posti di controllo per i cittadini che si spostano; a questo personale si aggiungono gli oltre 7.300 militari impegnati nell’Operazione Strade Sicure su tutto il territorio nazionale, pronti a essere rimodulati nel loro servizio, per intensificare i controlli sul rispetto delle norme emanate dalle Autorità governative e a disposizione delle Autorità prefettizie.
È, inoltre, in atto la rimodulazione del servizio nelle regioni Campania e Sicilia; in particolare, nella città di Salerno saranno impiegati ulteriori 60 soldati per il controllo del territorio in supporto alle Forze dell’ordine.

I numeri del Rapporto annuale
Il ruolo dell’Esercito appare fondamentale in tutte le grandi emergenze nazionali. Il Rapporto annuale 2019 ‒ una “istantanea” attraverso la quale l’Esercito fa il punto della situazione sull’output operativo ‒ illustra i risultati conseguiti nell’anno di riferimento e presenta le principali progettualità che si svilupperanno nel medio-lungo periodo: nel 2019 sono state impegnate circa 19.000 unità in operazioni sul territorio nazionale e all’estero. Se da una parte le missioni sotto l’egida di Nato, Onu e Ue assorbono ancora la grande maggioranza della Forza presente all’estero (circa il 70%), dall’altra, nel corso degli ultimi due anni l’Italia, proprio attraverso l’Esercito, ha incrementato il proprio contributo alle operazioni guidate da una Coalition of the Willing o in quelle nate a seguito di accordi bilaterali.
Sul territorio nazionale, invece, lo sforzo dell’Esercito è connesso principalmente all’Operazione “Strade Sicure”, che contribuisce a garantire la sicurezza dei cittadini attraverso l’impiego capillare di militari che svolgono servizi di vigilanza dinamica (59%) e di presidio a siti e obiettivi sensibili (41%), distribuiti su tutto il territorio nazionale. In particolare, l’Operazione “Strade Sicure” vede 6.841 militari impegnati su 446 obiettivi sensibili, 26 porti o aeroporti, 71 stazioni, 18 centri di accoglienza.
Ma, come risulta sempre dal Rapporto annuale, l’Esercito è stato chiamato a intervenire in situazioni di grave emergenza, impiegando uomini, mezzi e materiali a sostegno della popolazione civile e ha fornito, contestualmente, un’importante cornice di sicurezza alle unità operanti. Si ricordi, ad esempio, il crollo del Ponte di Genova nell’agosto del 2018, il terremoto di Catania nel gennaio 2019, l’ondata di maltempo a Belluno nell’ottobre 2018, il terremoto ad Ischia nell’agosto 2017.

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