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Lazio e sviluppo rurale, ovvero quando la svolta passa per l’agricoltura

di
Roberta Tufanari

Il modello di sviluppo economico degli ultimi anni, basato su un’economia della finanza, ha prodotto modelli di consumo e stili di vita gravitanti attorno alla realtà urbana.

Travolti in una moderna “fiumana del progresso”, il mondo rurale in generale e il settore agricolo in particolare hanno pagato per molti anni la loro alterità e subalternità rispetto ad una visione secondo cui l’agricoltura rivestirebbe un ruolo marginale. Si è investito piuttosto su un futuro innovativo e tecnologicamente avanzato, a cui l’ancestrale realtà rurale avrebbe ben poco da offrire. È questa la contrapposizione con cui il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, apre l’ultimo intervento della presentazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) del Lazio 2014-2020; ed è alla luce di una nuova riqualificazione del comparto agricolo, quale promotore di una rinascita delle economie locali e nazionali, che bisogna considerare le misure contenute nel piano stesso, già passato al vaglio della Commissione Europea lo scorso luglio.

Il nuovo programma, in linea con i tre obiettivi strategici individuati dall’Unione europea secondo le direttive della “Strategia Europea 2020” e gli scopi della PAC, ovvero aumento della competitività dei sistemi agricolo, agroalimentari e forestali, salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, sviluppo economico e sociale delle aree rurali, si articola in 19 misure per un totale di 780 milioni di euro, circa 80 milioni in più rispetto al Piano 2007-2013

L’impegno della Regione Lazio, inoltre, si fa quantitativamente più incisivo, contribuendo per 133 milioni di euro rispetto ai 70 del precedente piano. A orientare l’anima del programma sono 6 priorità attraverso le quali si declinano i tre obiettivi indicati dalla UE:

  • Innovazione: attivare un sistema di conoscenze in campo rurale, che passino innanzitutto per la formazione di giovani agricoltori, che si attuino attraverso un valido supporto di consulenze e che facilitino l’attivazione di processi cooperativi, per un totale di 39 milioni di euro;
  • Competitività: sono 200 i milioni investiti per aumentare la competitività del settore agricolo e forestale, attraverso investimenti aziendali, miglioramento delle infrastrutture rurali e sostegno ai giovani in agricoltura. Le misure più interessanti sono quelle volte a supportare quel ricambio generazionale che il segmento primario richiede da tempo con l’obiettivo di coniugare innovazione e tradizione: per questo, l’importo a favore dei giovani è pari a ben 80 milioni di euro. Non solo, il Lazio, regione italiana anagraficamente più anziana in termini di forza lavoro agricola, è una delle poche aree ad aver aumentato di 30.000 euro la misura prevista per il primo insediamento tra i giovani, passata quindi da 40.000 euro a 70.000 euro del PRS attuale per ogni futuro insediamento.
  • Integrazione: previsti 120 milioni per un piano d’intervento su tutti i settori della filiera, tale da creare un dialogo continuo tra i diversi attori sociali (agricoltori, trasformatori, mercati e consumatori) e una proficua sinergia per colmare le debolezze altrimenti presenti nella catena.
  • Ambiente: il connubio agricoltura-ambiente diviene una priorità per promuovere comportamenti virtuosi e creare sistemi ecocompatibili. Questo grazie a tecniche di produzione attente a salvaguardare gli equilibri, per le quali è previsto un investimento di 206 milioni di euro. Il Lazio, in questo senso, denota già una certa vocazione per settori come il biologico, piazzandosi a primi posti a livello nazionale per numero di operatori agricoli attivi in tale àmbito.
  • Clima: per un uso efficiente delle risorse si prevede uno stanziamento di 86 milioni di euro, al fine di ridurre le emissioni di carbonio e attuare investimenti energetici.
  • Territorio: il territorio, inteso come insieme di valori culturali, è il punto di partenza per la realizzazione di un progetto di più ampio respiro, che persegue come finalità l’inclusione sociale e la riduzione della povertà. Dei125 milioni di euro stanziati in questo contesto, buona parte sarà destinata alla diffusione della banda ultra larga nei territori rurali, alla valorizzazione dei borghi rurali e allo sviluppo delle microimprese locali.

Sono queste le priorità individuate che si dipanano lungo il nuovo PSR, frutto di un lavoro concertato tra più organi, che ha visto anche l’impegno delle associazioni di categoria, come CIA, Coldiretti e Confagricoltura, unite nel riscrivere una “nuova pagina per la storia agricola del Lazio”. L’intento è quello di superare la dimensione assistenzialistica di un finanziamento a pioggia, per farsi punto di riferimento di progetti innovativi che abbiano come mira un’agricoltura di qualità, multifunzionale, attenta al territorio e, al contempo, attraversata da un anelito internazionale.

Un’opportunità, quindi, per il Lazio, che ha già in sé le potenzialità derivanti dalla presenza della Capitale, e che, infine, può contare sulle buone performance del PIL nel 2014, tali da posizionarla in prima linea (+1,4%) insieme alla Valle d’Aosta nel panorama nazionale.

 

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