Sicurezza, la mafia nella finanza on line. Nel mirino i servizi per la PA

Secondo uno studio redatto dallo Scico (Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza, sotto il diretto comando del generale Alessandro Barbera, tra il 2015 e il 2018, sarebbero stati confiscati alle mafie beni per un valore complessivo di circa 10 miliardi di euro.

Denaro che potrebbe servire per rafforzare progetti e processi volti a contrastare la stessa criminalità, la corruzione e il disagio sociale diffuso. Nel contempo, ancora la Guardia di Finanza, denuncia il crescente monopolio delle mafie nella gestione della finanza online e nel traffico e nel contrabbando di prodotti energetici. Si tratta di due settori avanzati, che richiedono profonde conoscenze tecniche e capacità di gestione manageriali di livello internazionale.
Il condizionamento diretto delle mafie della finanza online dimostra l’alleanza tra le criminalità organizzate e settori imprenditoriali e professionali di altissimo profilo, in grado di sfruttare evoluti schemi societari collocati su un piano internazionale. Un settore ad altissima redditività, utile anche per riciclare milioni di denaro illecito derivante dai settori in cui le mafie sono tradizionalmente presenti. Quest’area grigia è di fondamentale importanza e la stessa attività investigativa delle Forze dell’ordine è sempre più impegnata a scoprire legami e interessi criminali tra professionisti e mafiosi di varia appartenenza.
Tra i settori produttivi più permeabili alle mafie, ancora secondo la Guardia di Finanza, si trova quello dei servizi per Enti pubblici, ormai sempre più collocabile all’interno di un perverso e non trasparente reticolo di relazioni illecite e criminali che permette a cartelli di società mafiose di spartirsi gli appalti, riciclando denaro illecito, e la rete relazionale che lega tra loro mafiosi, liberi professionisti e impiegati pubblici.
Dopo l’area dei servizi per Enti pubblici, c’è il settore edilizio, il quale comprende sia le costruzioni sia la compravendita e la locazione immobiliare. Un settore che, quando condizionato dalle mafie, concorre ad impoverire il Paese esponendolo ulteriormente ai disastri prodotti dal dissesto idrogeologico che ogni anno produce gravi problemi sul piano ambientale, sociale, economico ed in termini di vite umane perdute. Il terzo settore di interesse delle mafie è quello del commercio all’ingrosso, comprendente anche il comparto agricolo del Paese a partire dall’acquisizione di alcune aziende e cooperative, e il condizionamento dei relativi mercati ortofrutticoli. Questo settore costituisce una cassaforte per le mafie quale àmbito tradizionale di investimento ad alta redditività e sostanzialmente sicuro, anche per la capacità di intercettare finanziamenti pubblici atti allo sviluppo del settore.
Secondo gli investigatori, altro settore nevralgico è quello del turismo, con la gestione di bar, ristoranti, alberghi e villaggi turistici. In quest’ambito è richiesto un impegno maggiore da parte delle Istituzioni perché si eviti l’ulteriore deterioramento di un settore strategico per l’Italia, che rischia di essere gravemente condizionato da interessi criminali, mafiosi e da pratiche corruttive che coinvolgono settori e soggetti vari della Pubblica amministrazione. Infine, ci sono i servizi finanziari che riescono a movimentare miliardi di euro con operazioni di speculazione assai difficilli da monitorare e intercettare.
Un esempio classico, ricostruito dalla Guardia di Finanza, riguarda il meccanismo attraverso il quale sono stati collocati sul mercato statunitense titoli del Tesoro di altri paesi, prevalentemente sudamericani, con lo scopo di ottenere aperture di linee di credito e finanziamenti. Il mercato finanziario, sotto questo aspetto, non conosce confini. Esso è tanto complicato tecnicamente quanto aperto e favorevole ad includere e lavorare con qualunque genere di capitale, avendo come scopo solo quello di produrre, mediante investimento, altro capitale.
Scendendo nel dettaglio dello studio della Guardia di Finanza, si apprende che tra il 2013 e il 2018 il 55% dei sequestri ha riguardato società di capitali, il 28% ditte individuali e il 10% società di persone. Ne deriva che le organizzazioni criminali preferiscono agire sul mercato con società di capitali e soprattutto con società a responsabilità limitata. Un escamotage utile per evitare responsabilità penali e fiscali dirette sui loro affiliati e referenti e per meglio occultare, per via di alcune latitanze in tal senso da parte del diritto societario, capitali illeciti e la relativa rete di società ad essi dedicata. Secondo lo Scico, si tratta di un sistema societario e aziendale che permette più agevolmente di nascondere il denaro di provenienza illecita e di occultarlo attraverso quello legale mediante partite di giro e investimenti che fanno perdere le tracce del primo e dunque rendono difficile ogni intervento investigativo e repressivo. Con queste strategie è anche più facile occultare i protagonisti criminali del sistema grazie all’ausilio di “tetes de bois”, ossia “teste di legno”, che fungono da parafulmine per gli affari mafiosi di padrini e boss di varia appartenenza. È evidente, dunque, un’evoluzione importante delle mafie, le quali se per un verso conservano azioni e approcci criminali tradizionali fondati sulla forza intimidatrice del vincolo associativo, nel contempo penetrano in comparti evoluti e complessi col contributo di professionisti pronti ad intervenire con le loro competenze per realizzare i progetti speculativi delle mafie stesse. Ciò significa che l’assoggettamento, quale pratica di base delle mafie, che tradizionalmente avviene mediante l’intimidazione verbale, armata o associativa, in questo caso si manifesta mediante la capacità delle mafie di condizionare il mercato attraverso una rete di società infiltrate, controllate o costituite ad hoc, capaci di investire denaro, dare lavoro e piegare le scelte di politiche mediante pratiche corruttive tradizionali o attività lobbistiche adeguatamente preparate.

Ultime notizie
sicurezza pmi
Intervista

Cybersicurezza: le PMI devono cambiare approccio e investire nelle competenze

Sicurezza e PMI, secondo Mario Di Luzio, Chief Marketing Officer di Tinexta Cyber, bisogna colmare il gap nell’ambito della cyber security. La chiave sta nel semplificare e rendere accessibili le procedure e le tecnologie per mettere in sicurezza le imprese, sia pubbliche che private, di piccole o grandi dimensioni.
di Massimiliano Cannata
sicurezza pmi
Futuro

Intelligenza Artificiale e Naturale, la sfida alla scuola e all’Università

L’Intelligenza Artificiale (AI) è una delle invenzioni più impattanti di sempre sull’Uomo, rispetto alla quale scuola e università devono adeguarsi per sfruttarne al meglio le potenzialità. Bisogna generare menti adatte al futuro attraverso un sistema scolastico capace di dotare la mente di strumenti concettuali nuovi e adeguati.
di Alberto Mattiacci*
Società

Social network e smartphone: una rivoluzione con effetti collaterali

Secondo i dati emersi dall’indagine Eurispes, i Social network più utilizzati sono WhatsApp (73,9%), Facebook (67,5%), Telegram (34,4%) e Twitter (25,9%). Preoccupa l’uso generalizzato dello smartphone a letto, mentre si guida o si cammina per strada, diffuso a tutte le età ma soprattutto tra i giovani.
di redazione
violenza sessuale
Criminalità e contrasto

Violenza sessuale, un reato in crescita negli ultimi 10 anni

La violenza sessuale in tutte le sue forme è un reato che negli ultimi 10 anni è cresciuto del 40% secondo il Servizio Analisi Criminale. Il reato coinvolge sempre più vittime e autori minorenni, sopratutto nella violenza di gruppo. Ma il dato in crescita potrebbe essere anche frutto di una maggiore propensione a denunciare tali reati.
di redazione
violenza sessuale
automotive
Innovazione

Settore automotive, una spinta verso innovazione e transizione verde

Il futuro della filiera automobilistica italiana va ripensato alla luce delle necessità dettate dalle transizioni verde e digitale. Nel settore automotive saranno, dunque, inscindibili i temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale e sociale per garantire competitività alle imprese nazionali.
di Claudia Bugno*
automotive
carceri abruzzo
Diritti umani

Carceri Abruzzo, carenza di operatori sanitari ma alte le ore settimanali per psicologi e psichiatri

La paura per i primi contagi da Covid-19 nelle celle sovraffollate ha drammaticamente posto l’accento sul tema della salute tra i detenuti italiani. Per...
di redazione
carceri abruzzo
Mezzogiorno e Germania Est
Mezzogiorno

Mezzogiorno e Germania Est: un confronto sempre attuale

“Mezzogiorno e Germania Est: un confronto” è il lavoro pubblicato dall’Eurispes per Rubbettino Editore su un parallelismo storico-economico da sempre evocato, quello tra la ex DDR e il Meridione d’Italia. Il lavoro evidenzia che gli investimenti nelle infrastrutture sono indispensabili ma non sufficienti per lo sviluppo delle zone più arretrate.
di redazione
Mezzogiorno e Germania Est
smart working
Lavoro

Chi si ricorda dello Smart Working?

Lo Smart Working è stato strategico per il mondo del lavoro durante la pandemia, e ha cambiato le abitudini di vita e lavoro di milioni di lavoratori e lavoratrici nel mondo. Ma oggi i tempi sono maturi per una riflessione più ampia sulle sue implicazioni e potenzialità.
di Renato Fontana*
smart working
pnrr
Europa

PNRR, individuare efficaci programmi d’investimento

Nella fase di piena attuazione dei diversi PNRR europei, l’efficace realizzazione dei programmi d’investimento può rappresentare un indicatore importante delle condizioni di salute economica degli stati membri e dell’Unione nel suo complesso.
di Claudia Bugno*
pnrr
formazione dei docenti
Formazione

Insegnanti e formazione, alla ricerca di nuove competenze: tra precariato e nuove prospettive

La formazione dei docenti mira a fornire una migliore offerta formativa per gli studenti, non solo in ambito strettamente didattico ma anche in termini di interculturalità, inclusione, educazione digitale. Ma sugli obiettivi prefissati dal Piano per la formazione dei docenti pesa il precariato strutturale della Scuola italiana.
di marialuisa pinna
formazione dei docenti