Tg, la morte di Maradona scompagina le scalette

In giornate ingolfate dalla cronaca dell’epidemia, l’inattesa scomparsa di Diego Armando Maradona ha suscitato da parte delle testate un sussulto di energia ed interesse. L’omaggio al campione, genio assoluto del pallone, celebrato come simbolo del riscatto tanto per Napoli che per l’intero Sud del Mondo, amato anche per le sue numerose fragilità, monopolizza le edizioni di metà settimana, e permette al prime time – almeno per un paio di giorni – di svincolarsi dalla logorante narrazione “sul” ed “attorno” al Covid e trovare catarsi assieme al pubblico evocando una diversa “shared cultural experience”. Questi alcuni aspetti che emergono dall’analisi settimanale dell’Osservatorio Tg Eurispes – CoRiS Sapienza.

Messi in secondo piano i numeri del contagio, anche grazie alla frenata dei positivi, il prime time riscopre in piccola parte una “varietà” nei temi che sembrava perduta dopo che nelle settimane passate erano andate in onda, soprattutto nella fascia delle 20, edizioni sostanzialmente fotocopia, se non per minime variazioni. Sfortunatamente queste differenze non sono, per la maggior parte delle testate, il prodotto di un’analisi avanzata nei servizi, ma della selezione degli interventi – della politica, degli industriali, dei sindacati – riproposti nei servizi, questi, espressione di una linea editoriale alla quale non si accompagnano espliciti commenti o prese di posizione.

In opposizione a questa tendenza un po’ al risparmio, conseguenza di una narrazione appesantita dalla cronaca dell’epidemia, troviamo agli antipodi Tg4 e Tg La7. Il “piccolo” Tg4 è la testata più produttiva in termine di analisi e commenti, data la sua “nuova” impostazione, più simile a quella di un talk show che di un tg tradizionale. Ciò si affianca, purtroppo, ad una linea editoriale particolarmente schierata, con ammiccamenti e giudizi valoriali espressi fin dai titoli. Ne seguono così discussioni già orientante in partenza, anche se in talune circostante questa impostazione ha portato anche a singolari “corticircuiti”, con alcuni intervistati che sono arrivati a ribaltare la tesi di partenza.

Chi invece distingue con chiarezza il proprio giudizio dalle tematiche affrontate nei servizi è il Tg La7 di Enrico Mentana, che ne offre la riprova, venerdì, nel commento all’omicidio dello scienziato a capo del programma nucleare iraniano, cui la testata ha dedicato un titolo (assieme al Tg3). A fronte di una vicenda molto grave, Mentana è stato l’unico conduttore a permettersi di avanzare, da posizioni non sospette, un giudizio severo sulla condotta dei servizi segreti israeliani, anticipando quella che, il giorno dopo, sarebbe stata la condanna ufficiale dell’Unione europea.

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