Farmaci: tra i traffici illegali più redditizi
«Dopo armi e droga, i farmaci sono uno dei traffici più redditizi, e se i primi due mercati sono materia complessa, immagina che tipo di specializzazione devi avere per gestire il terzo».
La fonte che illustra la nuova frontiera delle mafie è un membro del board di una società farmaceutica, tra quelle definite Big Pharma. «Quando rubano un tir di farmaci è come rubare un furgone portavalori, è la stessa cosa. Solo che un portavalori prendi i soldi e li usi, un tir di farmaci implica conoscenze specifiche e meccanismi molto sofisticati. I furti si sono stabilizzati, ma continuano ad esserci e sono sempre mirati. Abbiamo automezzi che trasportano qualche centinaio di migliaia di euro, e quelli che trasportano decine di milioni di euro: sono sempre questi che vengono rapinati. Li conoscono perfettamente, ovviamente hanno una talpa, sempre e comunque in ogni livello del sistema, altrimenti non si può spiegare. Qui parliamo di livelli molto alti di crimine organizzato. Quando un farmaco viene rubato da un ospedale, finisce anche nel canale delle cliniche private, che molte sappiamo essere in mano ai colletti bianchi della mafia. Quindi, farmaci costosi che vengono rubati, utilizzati da privati e poi se li fanno anche rimborsare dallo Stato, che paga per una cura rubata, ma ovviamente non lo sa. Si può immaginare l’entità dei guadagni, se abbiamo a che fare con cure per tumore, antivirali e trattamenti di dialisi. Questi ultimi sono i trattamenti che vanno per la maggiore in Italia e specialmente al Sud. Diamo qualche numero così tutto è più chiaro: le terapie geniche costano circa 1 milione di euro a paziente, le terapie per pazienti emofiliaci circa 300.000€ /anno, le terapie oncologiche mediamente 50/80mila euro anno, le terapie nelle malattie rare tipo SMA circa 400.000 euro anno. Sempre e solo per un paziente. Ecco che diventa facile fare i calcoli».
Qual è il valore del mercato del traffico di farmaci?
Quantificare questo mercato è complesso, perché i valori sono veramente troppo alti: «Troppi buchi neri e deroghe nella filiera: da chi produce a chi acquista. Per i soli furti c’è un danno stimato di almeno 400 milioni di euro l’anno». Così nel 2017, un membro della commissione di controllo all’interno dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
“Una fiala vale più dell’oro”. Questa è la frase simbolo di un’intercettazione dei Carabinieri in un’articolata e complessa inchiesta denominata “Vulcano”. I nuovi trafficanti di farmaci sono laureati e incensurati. Viaggiano per l’Europa con l’inseparabile computer e auto di lusso. Sono farmacisti, informatori scientifici, ingegneri informatici, consulenti finanziari.
«I farmaci quando vengono prodotti hanno un codice univoco sulla scatola, come la targa di una macchina. Esiste solo quel codice per quella scatola». La fonte di Big Pharma illustra i meccanismi di controllo del materiale farmaceutico. «Quando un tir viene rubato, e ripeto sono sempre quelli con antitumorale, antivirali, vale a dire carichi dove una fiala può costare anche 20mila euro a salire, questi farmaci o vanno finire nel mercato europeo, dove costano anche di più. Il come è presto spiegato, vengono create false società importatrici e solitamente finiscono in Germania. Il prezzo dello stesso farmaco in Europa è deciso in base al reddito medio di una nazione, quindi in Grecia lo paghi molto di meno che in un Paese con Pil maggiore, per rendere semplice e chiara l’idea. False fatturazioni, evasione dell’Iva, ovvero delle tasse, e il carico di un tir su un’autostrada italiana prende due strade: o l’Europa, dove poi viene falsamente fatturato e venduto ad ospedali, cliniche private, o i Paesi del terzo mondo. Facciamo attenzione, per muovere un carico devi avere un sistema corrotto molto complesso perché solitamente o non lo tocchi e quindi quando supera le dogane, via terra, mare o aereo c’è tutta una filiera ufficiale corrotta che lascia passare le scatole con i codici identificativi che in quel momento risultano essere materiale rubato e viene comunque lasciato passare, oppure il carico viene contraffatto. Vengono aperte tutte le scatole, e le fiale vengono riconfezionate in scatole uguali ma con un codice falso. Cioè una scatola contraffatta costa qualche euro a fabbricarla».
Il mercato del contrabbando vive anche di farmaci
Il nuovo scenario si svela il 16 giugno 2014. Per caso. La Finanza di Fiumicino entra in un deposito di scarpe Hogan taroccate. Siamo ad Arzano, vicino Napoli. Gli agenti notano un giovane elegante che si muove con disinvoltura nel buio dello scantinato attiguo. Da una parte le scarpe, dall’altra parte 53mila confezioni di farmaci, per un valore di 1,8 milioni di euro. Accanto c’è un computer acceso. I finanzieri lo identificano. Lui risponde: “Sono un farmacista”.
Da qui parte un’attività investigativa che coinvolgerà 13 procure che porterà a 5 processi. Le inchieste dimostreranno che il clan Licciardi era dietro tutto il traffico di farmaci, un’organizzazione che aveva basi a Cipro e diramazioni in Ungheria, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Grecia.
L’Italia, il mercato del farmaco più conveniente d’Europa
Il farmacista al centro dell’operazione rivela: «Dall’Italia i farmaci prendono le strade che portano in Germania, Inghilterra, Olanda, Irlanda. In Germania una fiala di MabThera 500 costa 2.100 euro. Gli italiani inviano quelle rubate a 1.600 senza Iva, ovvio. Vanno anche Herceptin, Humira, Neulasta e le medicine per l’Aids. Tutto falsificato creando società all’estero. C’è una fiera ogni anno a Düsseldorf dove si incontrano i big del sistema. E in Italia, dalla Valtellina in giù, gira un camion con targa tedesca, ha un frigo perfetto che raccoglie i farmaci nei vari posti e li porta su, in Europa».
Un ufficiale dei Carabinieri del NAS sottolinea la criticità della situazione: «I bassi i prezzi in Italia ci hanno trasformati nel mercato del farmaco più conveniente d’Europa per la criminalità organizzata. Abbiamo i sistemi di tracciamento dei farmaci, mi chiedono perché non funzionano perfettamente, ma questa è una risposta che non tocca a chi fa le indagini, ma alla politica”.
Le farmacie nuovo obiettivo delle mafie
Le farmacie sono il nuovo obiettivo delle mafie. Si legge infatti nel rapporto “Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia”, elaborato dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università statale di Milano: «In questo contesto si staglia la questione delle farmacie. Negli ultimi anni esse sono progressivamente diventate per i clan calabresi un autentico ‘oggetto del desiderio’. Un bene di valore il cui acquisto diventa ottima occasione per riciclare capitali di provenienza illecita, ma anche per ampliare il patrimonio di relazioni sociali, oltre che per gestire traffici illegali di farmaci e di droghe di natura farmacologica».
Riflette ancora l’ufficiale dei Carabinieri del NAS «se un grossista compra per un ospedale, qualcuno dovrebbe controllare che poi ci arrivi direttamente. Invece, nessuno è interessato. Quindi l’azienda farmaceutica che produce, comunque ci guadagna anche se vende con fortissimo sconto, si muove su quantità molto importanti e comunque la ricerca è ormai pagata. Gli antitumorali si usano continuamente. La farmacia, che basta che mette un muro di cartone può agire anche da grossista compra, e poi i farmaci salvavita, quelli che veramente costano, finiscono a basso prezzo in cliniche private e mercato nero, sia interno dell’Europa che dei Paesi più poveri. Sappiamo tutto eppure nessuno fa nulla. Stiamo parlando di miliardi di euro e questo spiega il silenzio».
Il contrasto deve viaggiare su canali internazionali. Servono sanzioni certe e severe
Nel 2011 in Europa nasce The Council of Europe Convention on the Counterfeiting of Medical Products and Similar Crimes involving Threats to Public Health (o Convenzione MEDICRIME) è una convenzione internazionale di diritto penale del Consiglio d’Europa sulla falsificazione di medicinali e dispositivi medici.
«Negli ultimi anni, i casi di contraffazione di prodotti medici e di reati simili sono aumentati in tutto il mondo. Questi reati mettono in pericolo la salute pubblica e colpiscono i pazienti e la loro fiducia nel mercato legale. Ancora più redditizia del traffico di droga, questa nuova forma di crimine ha un innegabile vantaggio per i criminali: rimangono in gran parte impuniti o ricevono solo sanzioni miti. Anche quando gli Stati adottano misure severe per regolamentare la produzione e la distribuzione di prodotti e dispositivi medici, queste misure spesso si rivelano insufficienti, soprattutto quando le reti criminali trovano lacune nelle legislazioni nazionali che consentono loro di realizzare profitti sostanziali a spese della vita e della salute delle persone. La Convenzione MEDICRIME è stata redatta per proteggere i pazienti vulnerabili e il loro diritto ad un accesso sicuro a medicinali di qualità adeguata e per combattere la criminalità organizzata. Essendo il primo e unico Trattato internazionale che si occupa di questo problema, la convenzione mira a perseguire la contraffazione di prodotti medici e reati simili, a proteggere i diritti delle vittime e a promuovere la cooperazione nazionale e internazionale». Così Gabriella Battaini-Dragoni, Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa.
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