La Dia (Direzione investigativa antimafia) ha recentemente pubblicato, come ogni anno, la Relazione semestrale sul proprio operato, riguardante il secondo semestre del 2021. La Relazione è stata pubblicata sul sito istituzionale del Senato della Repubblica, dove sono riportate nel dettaglio tutte le operazioni condotte nel periodo di riferimento con l’analisi approfondita dei vari scenari criminali attenzionati, tutti di matrice associativa e presenti sul territorio nazionale – e talvolta extranazionale. Da luglio a dicembre 2021, la Dia ha monitorato in totale 527 imprese, ha condotto 113 accessi ai cantieri, emanato 373 interdittive antimafia. Le segnalazioni per operazioni sospette sono state quasi 70 mila (68.955), i sequestri hanno coinvolto beni per un valore totale di euro 165.213.399, le confische per più di 100 milioni di euro (108.595.501).
L’antimafia agisce anche sotto il profilo patrimoniale per arginare il riutilizzo dei capitali illeciti
L’analisi è stata realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria. Ciò conferma quanto era stato già previsto nelle ultime Relazioni ed evidenzia la strategicità della lotta ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale, tesa ad arginare il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati per evitare l’inquinamento dell’economia legale. Una direttrice d’azione importantissima che ha consentito sino ad ora di ridurre drasticamente la capacità criminale delle mafie, confermando la sua efficacia ed evitando effetti ancor più disastrosi per il Sistema Paese.
Attenzione massima su potenziali nuove rotte utilizzate dai trafficanti e sugli scali portuali
Secondo le informazioni fornite dal Report semestrale della Dia, le organizzazioni mafiose non appaiono più semplicemente orientate al “saccheggio parassitario” della rete produttiva ma si fanno impresa, sfruttando rapporti di collaborazione con professionisti collusi, la cui opera viene finalizzata a massimizzare la capacità di reinvestimento dei proventi illeciti con transazioni economiche a volte concluse anche oltre confine. Le informazioni vengono fornite alla luce delle risultanze investigative condotte dalla Dia e dalle Forze di polizia e non tralasciando gli importanti elementi informativi tratti dai provvedimenti di scioglimento degli enti locali e dalle interdittive antimafia. L’attività delle Forze dell’ordine si avvantaggia inoltre del fenomeno della collaborazione con la Giustizia da parte di personaggi legati ai sodalizi criminali. Particolare attenzione viene data, nel Report, ai sodalizi criminali territorialmente ubicati (‘ndrangheta, camorra, mafia siciliana, criminalità organizzata pugliese) e ai sodalizi criminali stranieri presenti in Italia, attivi sul territorio nazionale principalmente nel narcotraffico, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro irregolare. Nell’ambito di quest’ultimo fenomeno, l’attenzione è massima rispetto alle potenziali nuove rotte utilizzate dai trafficanti e ai controlli mirati presso tutti gli scali portuali oggetto di arrivo e transito dei migranti, nonché sui luoghi di lavoro. Tra i clan più strutturati si segnalano quelli nigeriani, albanesi e cinesi per capacità organizzativa e per spregiudicatezza criminale. I nigeriani in particolare, organizzati in strutture verticistiche e con riti di affiliazione particolarmente coercitivi, operano agevolati da una fitta rete di collegamenti in territorio italiano e africano interconnessi tra loro per la gestione degli affari criminali.
“Antimafia itinerante”, 30 anni di Dia in una mostra
Lo scorso 29 ottobre 2021 la Direzione investigativa antimafia ha celebrato, nel palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, i 30 anni della sua attività. Da quella data è partito un percorso che ha coinvolto 24 città con l’esposizione della mostra fotografica “Antimafia itinerante”, che racconta la storia ed i successi della Dia, una Istituzione nata anche con il sacrificio di tanti servitori dello Stato che hanno contribuito alla costruzione di un moderno strumento di contrasto alla criminalità organizzata che ci viene invidiato dalle Law Enforcement di tutto il mondo. La mostra fotografica “Antimafia itinerante” ha percorso il Paese e, tramite 34 pannelli con foto, immagini e cronaca dei giornali, ha rievocato 30 anni di storia e di passione delle donne e degli uomini della Dia nell’azione di contrasto alle mafie. L’esperienza, anche in termini di testimonianza alle nuove generazioni della storia e della cultura antimafia, è stata visitata dal oltre 200.000 persone: un risultato importante e di merito, rispetto a una Istituzione che fa da capofila e da esempio nell’antimafia in Europa e nel mondo.