I Tg di venerdì 20 marzo.
Tutte le edizioni traboccano di servizi da Tunisi e di interviste con i primi italiani rientrati oggi che raccontano le drammatiche ore dell’attentato al Museo del Bardo. Anche se qualcuno antepone la pagina di politica dedicata all’addio di Lupi giunto subito dopo l’intervento in Parlamento, il primo atto terroristico targato Isis che ha colpito direttamente cittadini italiani rimane centrale nelle scalette di serata. Oltre tutto alle 23 vittime di Tunisi, ai 4 connazionali rimasti uccisi e agli 11 feriti, si sono aggiunte le odierne stragi in Yemen con circa 150 morti nelle moschee sciite, il confronto sulla questione Libia al Consiglio d’Europa di Bruxelles e le consolanti immagini delle manifestazioni di protesta del popolo tunisino. I dati di ascolto di stasera li avremo solo domani, ma come segnalavamo ieri l’attenzione dei teleutenti, brutalmente sintetizzata nei dati Auditel, non ha mostrato forti impennate. Ci siamo già interrogati sul perché, visto che a gennaio per l’assalto a Charlie Hebdo c’è stato un record di ascolti con più di 22 milioni di teleutenti davanti alle edizioni di prima serata. Questi sono i dati degli ultimi giorni: 18.747.000 lunedì, 18.530 martedì (le giornate precedenti all’attentato); 19.650 mercoledì (giorno dell’attentato); 17.461 ieri (bilancio definitivo con le 4 vittime). Non siamo patiti della cabala e neanche di Auditel, ma se la matematica non è un’opinione, e visto che i Tg il loro dovere l’hanno fatto decentemente, dobbiamo chiederci i motivi di questo atteggiamento alquanto distaccato. Una possibile spiegazione – escludendo l’ipotesi del cinismo e del menefreghismo verso i connazionali – si riferisce all’assuefazione che potrebbe aver menomato la pubblica sensibilità. La violenza “reale” e così ravvicinata di Tunisi è stata infatti per lunghe settimane preceduta da quella altrettanto reale ma soprattutto “virtuale” contenuta nei video di propaganda dell’Isis, che hanno avuto per un certo periodo ampia diffusione e creato forti reazioni. La tesi di scuola è che le immagini prodotte dalla Hollywood del Califfato facciano impallidire quelle ugualmente drammatiche, ma più veriste e inevitabilmente meno curata, che i circuiti internazionali, gli smartphone e gli inviati hanno prodotto da Tunisi.
Passando ad altro dicevamo delle aperture dedicate all’abbandono di Lupi. E’ soprattutto TgLa7 che privilegia i vari riflessi nel Palazzo, con la tradizionale – ma oramai rara – animazione tipica del mercato politico e dei partiti. I movimenti in Forza Italia e nella Lega, in gara per raccattare gli Ncd delusi da Renzi per la mancata difesa di Lupi, sono presenti su tutti. Tg3 intervista la De Girolamo, che appare “più di là che di qua”, nel senso del ritorno alla corte di Berlusconi (come per altro Cicchitto).
Tg5 vede nero sugli sviluppo della mediazione tra Atene e Bruxelles, mentre in Rai e su La7 c’è meno pessimismo. Sempre su Rai e La7 troviamo precise informazioni sui 4 mesi di lavoro in più che attendono gli italiani dal 2016 per l’applicazione della legge Fornero sulle pensioni.
Chiudiamo – come sempre più spesso capita – segnalando l’approfondimento del Tg2 dedicato questa sera all’ “anima popolare” dell’Expo, e che presenta una bella intervista in diretta al fondatore di Slow Food. Carlo Petrini presenta l’iniziativa che a ottobre vedrà protagonisti a Milano dei semplici contadini, allevatori e pescatori che, umilmente e quotidianamente, con il loro lavoro sfamano il mondo. Non si tratta di multinazionali del food, ma proprio per questo meriterebbero secondo Petrini rispetto e attenzione.
Dati auditel dei Tg di giovedì 19 marzo 2015
Tg1 – ore 13:30 3.681.000, 22,33% ore 20:00 6.107.000, 24,96%.
Tg2 – ore 13:00 2.732.000, 17,78% ore 20:30 2.279.000, 8,74%.
Tg3 – ore 14:30 1.748.000, 11,57% ore 19:00 2.080.000, 11,12%.
Tg5 – ore 13:00 3.132.000, 20,22% ore 20:00 4.218.000, 17,37%.
Studio Aperto – ore 12:25 1.980.000, 15,71% ore 18:30 811.000, 5,53%.
Tg4 – ore 11.30 471.000, 6,90% ore 18:55 712.000, 3,96%.
Tg La7 – ore 13:30 727.000, 4,41% ore 20:00 1.254.000, 5,10%.