HomeCriminalità e contrastoLa nuova geopolitica criminale globale e la risposta dell’Antimafia

La nuova geopolitica criminale globale e la risposta dell’Antimafia

di
Giovanni Tartaglia Polcini*

La criminalità organizzata transnazionale sta vivendo una stagione di profondi cambiamenti che la delineano sempre più come una crescente minaccia sul piano globale: consistenti ed importanti sono i segnali di esistenza di vere e proprie reti intercontinentali, che operano già oggi come un unico soggetto sul piano strategico ed attuativo: dalla ideazione alla realizzazione e gestione dei traffici di droga, nel contesto della tratta e del traffico di esseri umani. La modifica strutturale dell’operato delle mafie e dei cartelli risulta certamente agevolata da una progressiva omologazione di standard e modelli operativi, che si riscontrano all’interno dei contesti nazionali di origine. Sono infatti ricorrenti le forme di manifestazione delle organizzazioni criminali che si sviluppano a livello territoriale, agendo non più soltanto attraverso la minaccia e la violenza, bensì anche mediante l’infiltrazione vera e propria nelle pieghe di inefficienza e nelle parti più deboli delle Istituzioni, delle società e dei mercati.

Il multilateralismo giuridico nel contrasto alla corruzione correlata al crimine organizzato

Il multilateralismo giuridico, su forte spinta italiana, ha colto tempestivamente la rilevanza della minaccia, adottando importanti quadri regolatori: il G20 ha approvato nel 2021, nell’anno della Presidenza italiana, un documento di alti princìpi per il contrasto alla corruzione correlata al crimine organizzato[1]. Le Nazioni Unite hanno fatto proprio il medesimo approccio attraverso una storica risoluzione adottata dalla Conferenza degli Stati Parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, a dicembre del 2023[2]. L’Unione europea ha disegnato la propria strategia di partnership per la giustizia e la sicurezza con l’America latina e la regione caraibica attraverso un Programma di azione per il contrasto al crimine transnazionale organizzato che applica, sul piano del coordinamento e del supporto alle autorità giudiziarie a livello internazionale, questa nuova visione olistica[3].  

La minaccia del crimine organizzato transnazionale

Proprio nel Programma europeo EL PACCTO 2.0, in collaborazione con l’iniziativa italiana “Falcone Borsellino[4], sono stati già realizzati incontri di coordinamento tra magistrati di decine di Paesi, per propiziare quel cambio di passo necessario in un momento di sfida ed accelerazione della minaccia del crimine organizzato transnazionale: il Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo della Repubblica italiana ha voluto fortemente accompagnare sul piano istituzionale questo processo, che ha generato già frutti fecondi in occasione, e come effetto, degli eventi di Palermo e di Foz de Iguazù nel 2024. Un nuovo incontro operativo multi-giurisdizionale si è svolto ad Amsterdam nel 2025 ed un prossimo evento è in programma di nuovo a Palermo, secondo una strategia ben precisa e strutturata, verso un nuovo modus operandi della cooperazione giudiziaria antimafia, propiziato dalla diplomazia giuridica.

Verso un nuovo modus operandi della cooperazione giudiziaria antimafia

Mafie e cartelli utilizzano in particolare tre canali di penetrazione: quello della corruzione, come strumento di infiltrazione nell’amministrazione della cosa pubblica; quello del riciclaggio di capitali illeciti per il controllo di interi cicli economici e mercati; quello delle carceri, per ottenerne il controllo. Il malfunzionamento del sistema penitenziario delegittima, in particolare, la stessa risposta sanzionatoria detentiva in numerosi contesti nazionali. Si tratta, come accennato, di schemi ricorrenti: le differenze tra realtà e contesti nazionali, di queste specifiche e parallele forme di manifestazione del crimine organizzato, sono soltanto di natura residuale o di dettaglio. È altresì cruciale cogliere il dato diacronico del fenomeno: ciò che si manifesta in un Paese con decenni di anticipo, si realizza a distanza di tempo dall’altra parte del globo. Proprio questa convergente postura fa sì che mafie e cartelli travalichino agevolmente i confini nazionali, incontrando nelle frontiere non un ostacolo, ma un’opportunità di dialogo permanente, gestendo i grandi traffici illeciti come vere e proprie multinazionali, non diversamente da come agisce un gruppo di grandi imprese industriali o commerciali con ambizioni globali.

Esistono già veri e propri big criminal networks a livello intercontinentale

Si può già sostenere e provare l’esistenza di veri e propri big criminal networks a livello intercontinentale: gli arresti eccellenti oltre oceano, di fuggitivi resi impuniti dalla coperture di gruppi criminali solo apparentemente alieni ai contesti di provenienza territoriale dei latitanti, le sconcertanti dimensioni del fenomeno delle tratte, il riciclaggio dall’altra parte del mondo di enormi capitali illeciti, la composizione delle popolazioni carcerarie, le rotte e le modalità di realizzazione dei traffici illeciti, gli imponenti sequestri di stupefacenti e la comprovata disponibilità della tecnologia e delle reti telematiche, così come del darkweb, da parte delle mafie, sono evidenti elementi significativi, indicativi in modo chiaro che qualcosa è cambiato nella geopolitica criminale globale. Ed è per tali e tante ragioni che è necessario modificare modalità di approccio: studiare e conoscere la postura di un cartello che opera oltre oceano, o di un gruppo criminale nato a decine di migliaia di chilometri dalla sede di un ufficio giudiziario o di polizia europeo, è fatto essenziale e strategico e non è più rinviabile. È assolutamente necessario propiziare un nuovo modo di indagare, insieme, rispondendo a questa minaccia nuova con una cultura nuova, comprendendo che è essenziale reagire colpo su colpo, mettendo in discussione schemi vetusti ed andando oltre strumenti che sono stati validi in passato ma che erano stati concepiti per rispondere ad altre minacce ormai superate.

L’esperienza antimafia ha generato una visione matura e concreta che deve essere messa a frutto sul piano internazionale e globale

L’Italia e le sue Istituzioni hanno un compito insostituibile in questo contesto ideativo, strategico ed operativo: l’esperienza antimafia ha generato una visione matura, propositiva e concreta che deve essere messa a frutto sul piano internazionale e globale. Il coordinamento delle indagini a livello internazionale e globale è l’unica risposta possibile in questa decisiva fase di rilancio. La creazione di nuove e più stabili squadre investigative congiunte (sempre più multinazionali) e l’adozione di nuovi strumenti di carattere operativo (linee guida, manuali operativi, strumenti di identificazione e tracciamento dei beni come la Silver Notice di Interpol) devono completare l’arsenale minimo per fronteggiare questa minaccia, così come devono essere consolidate nuove tecniche investigative, nuove piattaforme di interscambio di informazioni, sempre disegnate in modo da rimanere nell’ambito dei princìpi dello stato di diritto e nel contesto delle regole della Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite, per il contrasto al crimine transnazionale organizzato. Quello strumento normativo ‒ frutto del pensiero illuminato di magistrati antimafia italiani, visionari e coraggiosi ‒ consente, come cornice di diritto internazionale, di operare ampiamente già oggi in tal senso.

Crimine organizzato e minaccia del Primero Comando do Capital

Il primo capitolo di approfondimento di questa minaccia, che si presenta sotto nuove forme, avrà ad oggetto il Primeiro Comando do Capital, organizzazione criminale brasiliana, che ha da tempo superato i confini nazionali e si impone sul piano intercontinentale come uno dei fulcri del big criminal network del terzo millennio. Il Primeiro Comando do Capital (Primo Ordine della Capitale, in quanto San Paolo è la capitale dell’omonimo Stato) è in fase espansiva e, secondo un rapporto del Governo brasiliano, è considerato il maggiore e meglio organizzato gruppo criminale del Paese, con decine di migliaia di membri; inoltre, fa affidamento su introiti multimilionari e un su un forte appoggio tra i detenuti. Il 31 agosto 1993, un gruppo di otto detenuti che erano stati trasferiti nel penitenziario di Taubaté, a quel tempo considerato la prigione più sicura dello Stato di San Paolo, formò il PCC. Da quel momento il gruppo si espande all’interno della prigione affidandosi a tre risorse: segretezza, rivolta contro l’Istituzione e violenza. L’esistenza del PCC è stata segnalata pubblicamente per la prima volta dalla giornalista Fatima Souza nel 1997.

Il PCC si impone sul piano intercontinentale come uno dei fulcri del big criminal network del terzo millennio

Sin dal principio, l’organizzazione si è resa responsabile di svariati atti criminali per conquistare il controllo delle carceri, compiendo rivolte, evasioni e delitti. Con il tempo, per finanziarsi, ha iniziato ad occuparsi del traffico di droga. Grazie all’enorme afflusso di denaro, oggi non deve più ricorrere alla violenza come unico strumento, ma utilizza anche la via della corruzione. Strategia che ha consentito il potenziamento dell’organizzazione in quasi tutti gli Stati della nazione brasiliana, a scapito dei frammentati narcotrafficanti di Rio de Janeiro. L’obiettivo del PCC è chiaro: aumentando la sua espansione internazionale, esso intende realizzare il progetto ideato da Pablo Escobar Gaviria, ovverosia porsi a capo di un’unica organizzazione per il controllo dell’intero mercato della droga nel Sud del continente (Narcosur).

Le organizzazioni criminali transnazionali, attori silenti e mercatisi che mirano al controllo globale del traffico di droga

Il PCC ha agito a lungo come una sorta di Stato parallelo nelle comunità in cui dominava. In una fase più recente della sua storia ha chiaramente intravisto gli enormi vantaggi offerti dall’infiltrazione, prefigurandosi la concreta possibilità di raggiungere anche posizioni rilevanti nell’Amministrazione pubblica, facendo leva sugli enormi capitali provento del narcotraffico. Allo stesso tempo, il PCC ha tempestivamente compreso l’importanza della narrativa e del superamento di ogni pregiudizio politico in alcuni settori della collettività nei suoi confronti, puntando al controllo delle comunicazioni, come tappa intermedia per il raggiungimento futuro del dominio di veri e propri recinti elettorali. Il fine ultimo di questa scalata è quello di influenzare i progetti di legge e le politiche pubbliche, imponendo subdolamente le linee guida del gruppo narcoterrorista[5]. Come altre organizzazioni criminali di più antica origine ed esperienza, anche il PCC ha compiuto il grande salto, irrompendo nella modernità, proponendosi come attore silente e mercatista, ben oltre le frontiere del Brasile, dapprima in America latina e ora anche nel vecchio continente.

*Giovanni Tartaglia Polcini, Magistrato, Consulente giuridico del Ministro degli Affari Esteri, componente del Comitato Scientifico dell’Eurispes.

[1] https://g7g20-documents.org/fileadmin/G7G20_documents/2021/G20/Italy/Leaders/2%20Leaders%27%20Annex/G20%20HLP%20Corruption%20related%20to%20Organized%20Crime_112021.pdf

[2] https://www.unodc.org/corruption/en/cosp/conference/session10-resolutions.html#Res.10-5

[3] https://international-partnerships.ec.europa.eu/news-and-events/news/new-means-fight-transnational-crime-between-eu-and-latin-america-and-caribbean-launch-el-paccto-20-2024-03-12_en

[4] https://iila.org/wp-content/uploads/2021/11/Brochure-EVENTO-FALCONE-BORSELLINO-25.10.2021-pr.pdf

[5] https://www.gazetadopovo.com.br/republica/banco-do-pcc-movimentou-r-8-bilhoes-para-financiar-politicos-e-crime-organizado/ 

Sitografia

https://noticias.uol.com.br/eleicoes/2024/09/03/r-8-bilhoes-para-bancar-politicos-como-funciona-o-banco-da-faccao-pcc.htm

https://www.bbc.com/portuguese/articles/cd6y9gey6q3o

https://www.band.uol.com.br/noticias/jornal-da-band/ultimas/pcc-teria-agenciado-atletas-do-corinthians-e-cantores-de-funk-aponta-investigacao-202408201950

https://www.metropoles.com/brasil/homem-forte-do-pcc-dizia-ser-agente-de-artistas-e-jogadores-de-futebol

https://piaui.folha.uol.com.br/funk-made-in-pcc/

https://www.metropoles.com/sao-paulo/quem-e-rato-da-love-suspeito-shows-pcc#google_vignettehttps://www.metropoles.com/colunas/mirelle-pinheiro/manuscritos-revelaram-ligacao-de-ong-com-liderancas-do-pcc

https://www.cnnbrasil.com.br/nacional/sudeste/sp/ong-e-advogados-aliados-ao-pcc-entenda-operacao-contra-falsa-tortura-de-presos-que-prendeu-12-pessoas/

https://www.gazetadopovo.com.br/ideias/pcc-forma-advogados-e-tenta-se-infiltrar-no-judiciario-e-no-ministerio-publico/

https://www.band.uol.com.br/noticias/jornal-da-band/ultimas/pcc-investe-na-formacao-de-candidatos-de-concursos-para-juizes-e-promotores-16611725

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