Blockchain è un termine critico con cui oggi devono misurarsi non solo gli addetti ai lavori e gli esperti della cybersecurity, ma la società nel complesso delle sue articolazioni. Siamo, infatti, di fronte a un’innovazione che sta cambiando radicalmente il mondo. Una tesi e un messaggio chiaro è quello che arriva da Gian Luca Comandini, giovane talento definito da Forbes tra gli under 30 più influenti del Paese. Da zero alla luna (ed. Dario Flaccovio) è un saggio/manuale, utile e brillante, che consente al lettore di entrare nell’universo della tecnologia, senza smarrirsi.
Professor Comandini, Lei è membro della task force governativa per lo sviluppo di una strategia nazionale in àmbito blockchain. Siamo realmente di fronte a una rivoluzione così importante da mobilitare l’Esecutivo?
Siamo di fronte a una tecnologia emergente e trasversale, ad alto impatto sul nostro futuro. Si tratta di un registro decentralizzato, basato su crittografia e distribuito tra più utenti di una rete che ne garantiscono l’affidabilità, l’immutabilità e la tracciabilità in eterno. Ovunque ci sarà bisogno di gestire una grossa mole di informazioni, dati di qualsiasi genere o transazioni economiche la blockchain potrà fare la differenza, come già sta accadendo. Soprattutto in un mondo come quello odierno in cui i dati sono la risorsa più preziosa e utilizzata.
Da zero alla luna è un titolo che fa pensare alla conquista di una meta “altra” arcana e irraggiungibile. Di quali competenze abbiamo bisogno per governare un cambiamento profondo che va oltre il fattore tecnologico per investire il corpo collettivo nel suo complesso?
Soprattutto di tanta curiosità. Il futuro è ancora da scrivere e nessuno di noi lo conosce, serve essere curiosi e non averne paura. Dalla curiosità scaturiscono passione, studio e fame di innovazione. Dobbiamo, detto in una parola, riscoprirci più umani. E avere fede nella tecnologia che a volte è più umana di noi.
Qual è il rapporto tra blockchain, bitcoin e criptovaluta? La moneta come la abbiamo storicamente conosciuta, è destinata dunque a scomparire?
Non certo a scomparire, ma certamente a evolversi, esattamente come è accaduto per qualsiasi altra invenzione nella storia dell’Umanità. Quando capiremo questo, allora potremo approcciare diversamente innovazioni ed evoluzioni monetarie dirompenti come il bitcoin, che non potrebbe esistere senza blockchain, tecnologia ormai sempre più decisiva e performante per il nostro futuro che darà vita a tante altre applicazioni oltre a quella monetaria.
«Il denaro non è un linguaggio, ma condivide con il linguaggio la profonda natura del segno, cioè di una cosa che sta al posto di un’altra, che la può rappresentare e vicariare nello scambio. Come non c’è cosa che non sia rappresentabile con la parola, allo stesso tempo non c’è cosa che non si possa comprare col denaro. Il problema vero è decidere e comprendere al posto di che cosa sta il segno del denaro: risposta che, al di là di soluzioni “tecniche”, resta tuttora problematica». Il filosofo Carlo Sini ha affrontato in questi termini il complesso binomio che da sempre lega l’uomo al denaro. I dilemmi espressi da questo grande pensatore valgono anche quando trattiamo di moneta elettronica?
Sini ha ragione. Anche di fronte a una rivoluzione tecnologica come il bitcoin, restano comunque alla base tutti i comportamenti insiti nella natura umana. Dobbiamo stare perciò molto attenti. Più si evolve la tecnologia e più ci esponiamo al rischio di usarla per interessi personali che poco hanno a che fare con l’etica. Anche su questo aspetto perciò mi sento di ribadire: più che costruire nuove tecnologie a misura di uomo, fermiamoci un attimo e concentriamoci nella formazione morale di individui che sappiano governare gli strumenti, “uomini”, mi si passi l’immagine a “misura di tecnologia”.
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Mining è un altro termine in cui ci imbatte durante la lettura del tuo saggio. Puoi dirmi qualche cosa in più in merito?
Con mining si intende il processo di estrazione di bitcoin e altre criptovalute che utilizzano protocolli simili. Ormai è governato da tanta speculazione e rischia spesso di manipolare il valore di criptovalute ad alta capitalizzazione come bitcoin stesso, tuttavia bisogna pensare che oggi senza il mining e i miners non esisterebbe nulla di tutto ciò.
La conoscenza scientifica non è un nostro punto forte. Ogni anno gli indici PISA ce lo ricordano con puntualità. Si tratta di un gap preoccupante, quali conclusioni si possono trarre?
L’ignoranza è oggi il pericolo più grande, che espone la razza umana al rischio di estinzione. Affrontiamolo con la stessa forza con cui stiamo cercando di affrontare i pericoli per l’ambiente, le guerre, la povertà, la fame, il lavoro precario e tante altre battaglie importanti, ma che non presentano la stessa percentuale di rischio per l’umanità nel suo complesso. Per far questo, ahimè, dobbiamo ripartire dalla prima elementare e riformare ogni cosa guardando al futuro e non a un passato troppo diverso dal presente perché si possano trovare dei codici comuni di dialogo e di comunicazione.