I risultati delle elezioni europee hanno mandato dei segnali chiari, solo apparentemente contraddittori. Si tratta di segnali positivi, se raccolti e ben utilizzati. Vediamo perché:
per la prima volta, l’Europa è stata al centro del dibattito, anche se sono mancate le proposte, il voto è diventato pan-europeo; lo si è visto dalla aumentata affluenza alle urne;
dal dopoguerra, di fronte ad un’Europa in pericolo, c’è stata una risposta positiva dei cittadini, non solo per la partecipazione, ma anche per il risultato del voto; come se i cittadini avessero voluto offrire ancora una “chance” all’insieme dell’Unione mandando messaggi chiari alle forze politiche ed ai governi nazionali;
è emersa una richiesta di cambiamento e di discontinuità dell’Ue; lo si è visto dal contenimento delle forze sovraniste e, contemporaneamente, dal rafforzamento delle forze di ispirazione liberale e dei Verdi, entrambe favorevoli, da sempre, ad una maggiore integrazione dell’Europa; inoltre, per la prima volta, si è registrata la perdita della maggioranza assoluta dei popolari e dei socialisti che hanno “governato” sinora il Parlamento Europeo e l’Unione.
I cittadini si sono ancora fidati, rafforzando il “fronte” pro-Europa, mandando però dei segnali inequivocabili, che non possono essere elusi ancora, anche perché questa potrebbe essere l’ultima occasione. Infatti, i risultati dei sovranisti in Italia ed in altri paesi, sono frutto della paura dei cittadini, che i partiti tradizionali non hanno colto, dovuta agli errori commessi nella gestione della crisi economica, degli immigrati e degli attentati terroristici (la sicurezza). Tutti elementi che hanno mandato in tilt l’Unione e ridato fiato agli egoismi ed agli interessi nazionali, visti da ognuno come scorciatoia, a volte illusoria, per poter risolvere, da soli, interessi ormai sempre più complessi e interconnessi, a livello sia europeo che internazionale.
Ci sono, quindi, tutte le condizioni per creare una maggioranza o addirittura più maggioranze “europeiste” favorevoli al cambiamento, purché si tratti di un cambiamento vero, non per conservare l’esistente, ma per far ripartire l’Europa su basi nuove. Si potrebbe arrivare addirittura ad una maggioranza con più di 500 deputati; si potrebbe avere una maggioranza, favorevole al cambiamento, escludendo i popolari, che sono stati i maggiori responsabili delle politiche attuate durante la crisi economica – almeno una parte di loro.
Che cosa bisognerebbe fare? Che cosa dovrebbero fare il nuovo Parlamento ed i governi?
Innanzitutto, mandare dei segnali chiari, anche di metodo, mostrando che non si vuole continuare come prima. A questo fine, sono importanti le indicazioni dei governi per la nomina della nuova Commissione – in particolare del suo presidente, meglio se scelto al di fuori del Partito Popolare – e del nuovo governatore della BCE. Le scelte del futuro assetto dell’Unione dovrebbero essere elaborate dalla nuova coalizione politica e votate dal Parlamento, sulla base di una tabella di marcia che indichi le linee di riforma per una nuova Unione e le basi delle politiche che, nel frattempo, andrebbero attuate. In particolare, quelle economiche, sociali ed occupazionali, partendo dal completamento di quelle avviate per l’Eurozona, con una sospensione delle politiche di austerità e, in attesa di una condivisione dei rischi, di un riequilibrio dei parametri che oggi distribuiscono vantaggi e svantaggi non equi tra i paesi.
Quello che serve, comunque, e che i cittadini si aspettano dal nuovo Parlamento, non sono altri cinque anni di incertezza, di purgatorio o di “attesa” messianica – com’è avvenuto praticamente negli ultimi dieci anni – ma è necessario che lo stesso Parlamento assuma un ruolo centrale nelle iniziative e nelle proposte.
Il Parlamento, in questo senso, dovrebbe darsi un mandato, preparare un Progetto per una nuova Unione e votarlo, spingendo così a schierarsi e ad agire quei paesi che chiedono di volere cambiare e rafforzare l’Unione nell’interesse dei cittadini.
Di sicuro, oggi, non abbiamo bisogno più di parole, di promesse o di documenti vuoti, ma di proposte con l’indicazione dei tempi per trasformarle in fatti concreti. È la migliore risposta che si possa dare a coloro che invece l’Europa vorrebbero eliminarla.
Ultime notizie
Istruzione
Istruzione, in Italia risorse e stipendi sotto la media Ocse
L’istruzione italiana raccontata nel report “Education at a Glance 2024” è la fotografia di un Paese che invecchia, che non valorizza i suoi docenti e non riesce a colmare i divari educativi e di genere. Da non trascurare poi il dato sui giovani tra i 20 e i 24 anni: 21% di essi non studia, non lavora e non segue percorsi formativi.
Sondaggi & Ricerche
Conflitto in Medio Oriente e antisemitismo, l’opinione degli italiani
Conflitto in Medio Oriente, la maggioranza degli italiani non mette in dubbio il diritto di esistere di Israele ma una parte di essi vuole il riconoscimento di uno Stato palestinese. I recenti episodi di antisemitismo preoccupano il 54% degli italiani; il 14% del campione nega la Shoah, un dato in pericoloso aumento negli ultimi 20 anni.
Fisco
Concordato preventivo biennale e ravvedimento speciale
Il Decreto Omnibus approvato ieri dal Senato prevede, tra le varie misure, un ravvedimento speciale per incentivare ulteriormente le adesioni al concordato biennale. Il concordato/ravvedimento non può essere considerato un condono, ma è sicuramente un’opportunità sia per i contribuenti che per lo Stato.
Sostenibilità
Green Economy, il Capitale umano per esprimersi ha bisogno di fiducia
Benedetta Cosmi parla di Green Economy e di Capitale umano, oggi rappresentato dai nostri figli “nativi sostenibili”, che hanno bisogno di fiducia per esprimere il proprio potenziale. Anche la società civile ha la responsabilità di diffondere la sostenibilità anche negli ambienti di lavoro e studio e nel mondo dell’informazione.
Sostenibilità
Rigenerazione urbana: quando il pubblico incontra il privato
Il ricorso a forme di collaborazione pubblico-privato nel Terzo Settore è in aumento, e coinvolge in parte anche la rigenerazione degli spazi urbani. Solo nel 2023 sono stati emanati oltre 2.400 bandi finanziati dal PNRR aventi ad oggetto la rigenerazione urbana, 134 solo nella provincia di Roma.
Internazionale
Il binomio dell’Uzbekistan: riforme della società civile e politica estera
Il Presidente uzbeko Mirziyoyev negli ultimi anni sta abbandonando il retaggio sovietico del passato in favore di una partecipazione più attiva delle associazioni della società civile alla scelte comuni, sia di politica interna che di politica estera.
Cultura
La città è come una seconda pelle
La città come riflesso delle civiltà che le costruiscono e le abitano, una sorta di seconda pelle che ci avvolge dalla nascita: da questa suggestione scaturisce il tema della XV edizione di DermArt, evento internazionale ideato da Massimo Papi e svoltosi a Roma presso il Campidoglio.
Intervista
La rivoluzione digitale tra opportunità e false illusioni. Intervista al Prof. Vanni Codeluppi
“I 7 tradimenti del digitale” di Vanni Codeluppi è un saggio che indaga le contraddizioni e le false promesse che hanno accompagnato la rivoluzione digitale. Lo scopo è avvicinare il lettore a un’analisi critica dell’ideologia che sostiene attualmente lo sviluppo di Internet dal punto di vista industriale e commerciale.
Osservatori
Pedagogia e IA, Mario Caligiuri alla Summer School Puglia 2024
“L’educazione tra disinformazione e Intelligenza Artificiale” è il tema della lezione tenuta alla Summer School Puglia 2024 dal Prof. Mario Caligiuri, Direttore dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes. Tra gli argomenti trattati dal Prof. Caligiuri figurano la disinformazione come emergenza educativa e la pedagogia del futuro.
Internazionale
L’Uzbekistan e il nuovo “spirito dell’Asia Centrale”
I rapporti tra Italia e Uzbekistan si sono intensificati nel 2023, prima con accordi con il Ministero della Difesa e poi con uno scambio di visite tra i rispettivi Presidenti della Repubblica; è il segno di una nuova rilevanza dello Stato centroasiatico sulla scena internazionale e negli equilibri dell’area.