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Premiati per merito. Lo studio non è un gioco. La Sapar premia 14 studenti

di
Valentina Renzopaoli

Gli imprenditori del gioco pubblico premiano gli studenti più bravi a scuola perché il gioco fa parte della vita ma è lo studio che permette di progredire e raggiungere gli obiettivi desiderati.
Roberta, Armando, Antonio, Alberica, Angela, Tommaso, Matilde: sono alcuni dei quindici ragazzi premiati dall’Associazione Sapar (Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per Pubbliche Attrazioni Ricreative), per aver brillantemente superato l’anno scolastico o conquistato una media dei voti da “piccoli geni” nel corso della carriera universitaria.
Dalle scuole medie all’Università, sono loro i “migliori” tra gli studenti che hanno partecipato alla selezione per ottenere le borse di studio, tra i figli dei dipendenti degli associati Sapar, in tutta Italia.
Premiati, dunque, per merito. Può sembrare scontato ma non lo è affatto. Al contrario, è un segnale forte, un riconoscimento all’impegno, alla tenacia, alla volontà. Perché studiare è faticoso ma è l’unica strada possibile per crescere culturalmente e umanamente; ed è questo l’insegnamento che Domenico Distante, Presidente Sapar, vuole che arrivi alle giovani generazioni: la classe dirigente, manageriale e intellettuale di domani. Ci crede così tanto, il Presidente Distante, che nel prendere la parola, durante la cerimonia di premiazione, si è commosso. Nel pensare ai suoi quattro figli, è sfuggita qualche lacrima; ma anche nel considerare le difficoltà economiche che stanno affrontando in questo momento moltissimi tra i 150mila lavoratori impiegati nelle 1.500 imprese associate, tra gestori, produttori e rivenditori di apparecchi da intrattenimento. Il caos legislativo nel settore dei giochi sta, infatti, rivoluzionando e scompaginando uno dei settori produttivi più importanti per l’economia del Paese.

«Siamo la spina dorsale dell’intrattenimento in Italia, creiamo occupazione e indotto e siamo una delle professioni più controllate in assoluto nel Paese. E non ci dobbiamo vergognare del lavoro che svolgiamo. Sono nato con un flipper tra le mani e vorrei che anche i miei figli riuscissero a fare questo bellissimo mestiere. Ma serve una legge nazionale che uniformi le regole e riordini l’intero settore», ha spiegato Distante.
Le borse di studio sono state assegnate, in particolare, a sei ragazzi della scuola secondaria di primo grado con almeno la media del 9; cinque studenti delle scuole superiori che abbiano raggiunto la media dell’8; tre studenti universitari con la media del 28. Infine, un premio speciale è stato assegnato ad una giovane laureata in Formazione che, all’indomani del conseguimento della laurea, ha già trovato il lavoro dei sogni.

Le interviste ai ragazzi vincitori

 

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