Immigrazione: in crescita i matrimoni misti in Italia

matrimoni misti

La portata crescente del fenomeno migratorio nel nuovo Millennio ed il radicamento in Italia di una popolazione immigrata mediamente giovane sono all’origine, tra le altre cose, del costante aumento del numero dei matrimoni misti nel nostro Paese. A partire dal 2000 è aumentata costantemente la formazione di unità familiari e di coppie interculturali, a testimonianza del fatto che il fenomeno migratorio, anche nel nostro Paese, manifesta ormai una tendenza al radicamento e all’integrazione sociale stabile. Un percorso verso una società italiana sempre più multietnica, come già consolidato in altre nazioni europee. In Italia, in conseguenza dell’immigrazione, oltre al fenomeno delle coppie miste, ha iniziato a verificarsi anche quello delle unioni che Mara Tognetti Bordogna (2008) definisce “miste miste”: unioni sentimentali tra due individui con una nazionalità diversa fra loro e diversa da quella del paese in cui risiedono.

Le unioni miste hanno raggiunto nel 2022 il 15,6% del totale dei matrimoni, +21% rispetto al 2021

Secondo i dati Istat, i matrimoni con almeno uno sposo straniero hanno raggiunto nel 2022 il 15,6% del totale dei matrimoni (+21,3% rispetto al 2021). Tra questi, i matrimoni misti con cittadini italiani – sposo italiano e sposa straniera; sposo straniero e sposa italiana – sono 20.678, il 69,9% delle nozze con almeno uno sposo straniero e il 10,9% del totale delle nozze celebrate in Italia nel corso dell’anno. Quasi i tre quarti dei matrimoni misti (15.138) sono rappresentati da coppie con sposo italiano e sposa straniera, mentre 5.540 vedono spose italiane e sposi stranieri. Gli uomini italiani che sposano donne straniere sono molto più numerosi delle italiane che sposano stranieri, una tendenza che si conferma stabile negli anni. Nei matrimoni con entrambi i coniugi stranieri gli sposi con cittadinanza diversa sono 1.325 (il 25,8%) (analisi su dati Istat, 1996-2022). Aumentano anche i matrimoni misti con nuovi cittadini: oltre un matrimonio misto su 10 coinvolge una sposa o uno sposo italiano per acquisizione. L’incidenza delle nozze tra sposi entrambi italiani è invece scesa costantemente dal 95,7% del 1996, all’88,5% del 2010, fino all’84,4% del 2022 (dati Istat).

Oltre un matrimonio misto su 10 coinvolge una sposa o uno sposo italiano per acquisizione

La numerosità dei matrimoni misti rispecchia la distribuzione della presenza straniera sul territorio nazionale. Al Nord e al Centro un matrimonio su cinque coinvolge almeno uno sposo straniero, al Sud e nelle Isole l’incidenza si ferma all’8,9%. La Provincia autonoma di Bolzano (27,9%) e la Toscana (23%) si segnalano per l’incidenza più elevata. Nei matrimoni con sposo italiano e sposa straniera un terzo delle spose sono originarie di un paese dell’Unione europea, il 27,9% dell’Europa centro-orientale, il 20,5% dell’America centro-meridionale. Solo il 6,5% è di origine africana; l’8,2% di origine asiatica. Invece, nelle nozze con sposo straniero e sposa italiana, un quarto dei mariti provengono dall’Ue (25,3%), oltre un quinto dall’Africa settentrionale (21,4%), il 14,8% dall’Europa centro-orientale ed un 12,3% dall’America centro-meridionale. Gli sposi asiatici si fermano al 7,1%. Nonostante la presenza non trascurabile di immigrati di provenienza asiatica, soprattutto cinese, questa comunità si conferma più “chiusa”: i cinesi contraggono matrimonio tra connazionali nell’85% dei casi (dati Istat elaborati da Eurispes, Rapporto Italia 2024).

L’incidenza delle nozze tra sposi entrambi italiani è  scesa dal 95,7% del 1996, all’88,5% del 2010, fino all’84,4% del 2022  

 Ai matrimoni misti celebrati nel nostro Paese si aggiungono, dal 2016, le unioni civili tra coppie dello stesso sesso di cittadinanza diversa. Le unioni tra persone dello stesso sesso con un unito italiano e un unito straniero ammontano nel 2022 a 427, pari al 15,2% del totale delle unioni civili, di cui 334 unioni di uomini e 93 unioni di donne. Le unioni con almeno un unito straniero sono leggermente più frequenti al Centro (20,5% del totale delle unioni nella macroarea geografica), meno nelle Isole (14,1%, con la quota più bassa in Sicilia, 11,1%). Stando sempre alle rilevazioni Istat, negli anni è progressivamente diminuita la quota di acquisizioni di cittadinanza per matrimonio. Sono, infatti, sempre più numerosi, tra i coniugi dei matrimoni misti, i neo-cittadini italiani. Gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2022 sono stati 213.716, il 45,1% per residenza, il 46,1% per “altre motivazioni” (in particolare la trasmissione dello status dai genitori ai figli minori), solo l’8,8% per matrimonio.

Al Nord e al Centro un matrimonio su cinque coinvolge almeno uno sposo straniero, al Sud e nelle Isole l’incidenza si ferma all’8,9%

La questione dei figli nati da unioni miste, quando questi ultimi sono contesi dai genitori, è tra le più spinose e ancora aperte in caso di unioni miste. Numerosi sono i casi divenuti celebri perché attenzionati dai mass media, e che hanno raccontato storie di minori in alcuni casi allontanati o rapiti da un genitore per essere ricondotti nel paese di origine. Per quanto riguarda i figli, infatti, soprattutto in caso di separazione della coppia mista, nei casi più problematici si può arrivare alla sottrazione internazionale di minore: solo nella prima metà del 2022 il Mae ha registrato 51 nuovi casi (in crescita rispetto ai 29 dello stesso periodo del 2021), di cui 30 in Europa, 15 in America, 3 in Asia e 3 nel Mediterraneo e Medio Oriente. Si stima un totale di circa 300 bambini contesi dai genitori, condotti illecitamente all’estero dall’Italia (con riferimento soltanto ai casi denunciati al Ministero). Tenendo, però, conto del fatto che la maggior parte dei genitori cerca di risolvere il problema tramite avvocati specializzati in materia, la stima va almeno raddoppiata. Pochi sono i casi risolti; la legge sul tema, la n. 64 del 1994, appare inadeguata, la nostra macchina giudiziaria troppo lenta, l’assenza di un secondo grado di giudizio e dell’immediata esecutività del decreto di rimpatrio in primo grado penalizza i cittadini italiani, nonostante l’impegno della “Task Force Minori Contesi” della Farnesina.

*Raffaella Saso, Vicedirettore della Ricerca dell’Eurispes.

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