Si può assassinare un parroco ultraottantenne nei pressi di Rouen?
Si può, si può, quando la stupidità personale si sposa con la disperazione stolta e suicida di chi pensa, sbagliando, di non avere una dignità di identità sociale e di cittadinanza. Questo cortocircuito è sotto gli occhi di tutti. Questi due banali e stupidi assassini, cittadini francesi, nati in Francia, sono il manifesto stesso dell’odio e della sua inutilità per le perniciose conseguenze che provoca. Soprattutto sono l’essenza della banalità del male.
Ma anche la banalità del male va studiata per capire come nasce e perché. Il male è sempre esistito come l’odio. Ma le civiltà hanno sempre cercato di ammonire gli uomini sui rischi che si correvano. I tabù nascevano per questo.
Nel mondo di oggi si esiste se si fa notizia: questo è uno degli elementi che dobbiamo prendere in esame ed analizzare con scrupolo. Si rischia di essere tutti complici di qualcosa di mostruoso e nello stesso tempo di indefinito. L’assuefazione alla stupidità degli assassini è il nostro principale nemico. È ormai chiaro che noi occidentali non possiamo più avere alcun tipo di indulgenza verso follie di questo tipo. Più che guerra la definirei forma conclamata di idiozia sottoculturale di appartenenza al nulla.
Ma anche il nulla uccide e fa disastri. Per questo vanno fermati senza incertezze né titubanze. Questo deve diventare il secolo della severità.
Ricostruire un dialogo sarà una delle grandi sfide della nostra epoca.