Dopo 4 anni il ddl sul reato di omicidio stradale diventa legge. Il testo è stato approvato dal Senato con 149 voti favorevoli, 3 contrari e 15 astenuti. Non sono mancate le proteste nell’aula di Palazzo Madama da parte dell’opposizione contro la fiducia posta dal governo sul provvedimento. Soddisfazione nel Pd, con Renzi che non esita a “twittare” l’obiettivo raggiunto. Critica invece l’opposizione, in particolare il M5S che riscontra molte criticità nella nuova legge e il gruppo Gal, con il senatore Carlo Giovanardi in testa, che ha definito “folle” questo provvedimento. I verdiniani si sono astenuti, ma grazie alla loro presenza in aula si è potuto raggiungere il numero legale. Lega Nord e Forza Italia, invece, insieme al Movimento 5 Stelle, hanno abbandonato l’aula per protesta contro il Presidente del Consiglio, reo, a loro giudizio, di non rispettare il regolare iter parlamentare. Il decreto va ad integrare l’articolo 589 del Codice penale, apportando notevoli modifiche e aggravi di pena con l’introduzione dei reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali. Oltre alla pena dai 2 ai 7 anni prevista dal suddetto articolo, ci saranno pene più gravi per chi provocherà la morte di altre persone guidando in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze psicotrope. Un provvedimento ritenuto da più parti necessario e che va a colmare una grossa lacuna del nostro Codice penale, soprattutto alla luce dei numerosissimi fatti di cronaca che si sono succeduti negli ultimi anni. Per quando riguarda le pene, rischia dagli 8 ai 12 anni di carcere chi, in seguito all’omicidio stradale, viene trovato con un tasso alcolemico di 1,5 g/l o sotto l’effetto di droghe. Rischia invece dai 5 ai 10 anni di carcere chi provochi un incidente mortale avendo un tasso di alcol nel sangue superiore agli 0,8 g/l o che causi un incidente mortale per gravi violazioni del Codice della strada. Infine si rischiano fino a 18 anni di reclusione se si provoca la morte di più di una persona. Nel caso in cui l’omicida si sia dato alla fuga la pena è aumentata fino a 2/3 e non può essere inferiore a 5 anni. Non cambia invece la pena base dai 2 ai 7 anni, quando cioè si causi la morte di qualcuno violando il Codice della strada. Per quando riguarda il reato di lesioni anche qui la normativa introduce delle novità: se chi guida è ubriaco o drogato la pena è stabilita da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. La pena sarà invece da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime se il colpevole ha un tasso alcolemico fino a 0,8 g/l o se ha causato l’incidente con manovre pericolose. Altra novità riguarda la revoca automatica della patente in caso di condanna per omicidio o lesioni stradali, con la possibilità di conseguirne una nuova dopo 15 anni in caso di omicidio, 5 anni in caso di lesioni e fino a dopo i 30 anni per chi fugge. La legge va letta anche nel contesto delle statistiche ufficiali. L’analisi dei dati Aci/Istat degli ultimi 5 anni (www.aci.it) traccia il quadro di un fenomeno preoccupante. Nonostante le stime per il 2015 vedano una diminuzione del tasso di mortalità relativo agli incidenti stradali, il numero di incidenti mortali registrato nel 2011 è stato di 3.860 vittime e nel 2014 invece si sono contati 3.381 decessi. Insomma, una sorta di guerra quotidiana che miete vittime nelle nostre strade. Stando al testo della nuova legge, il provvedimento mira a porre un forte deterrente per chi si mette alla guida dopo aver fatto uso di alcol o sostanze stupefacenti e vuole, allo stesso tempo, infondere una nuova consapevolezza: l’automobile rappresenta un’arma mortale per chi ne fa un uso improprio e pericoloso. Questo importante traguardo di civiltà è stato raggiunto anche grazie al lavoro costante delle associazioni delle vittime della strada che, con perseveranza, hanno mantenuto vivo il dibattito politico e sociale negli ultimi anni.
Testo di legge approvato: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLMESS/966381/index.html