Garantire un’efficiente ed efficace attuazione del PNRR significa anche agire al fine di prevenire possibili infiltrazioni criminali, frodi e attività illecite nell’utilizzo delle risorse. Anche per questi motivi, il Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, prevede che gli Stati membri adottino ogni iniziativa utile per «la prevenzione, l’individuazione e la rettifica di frodi, casi di corruzione e conflitti di interessi», illustrandole all’interno dei PNRR.
La funzione di controllo nella governance
Per il conseguimento di questo scopo, il sistema di governance del Piano, come definito dal DL 77/2021, prevede la costituzione, all’interno della Ragioneria Generale dello Stato e delle Amministrazioni centrali chiamate a dare attuazione ai progetti e agli interventi, di organismi di audit e monitoraggio dedicati. Gli stessi soggetti possono inoltre stipulare specifici protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza e con le Autorità indipendenti competenti (ad esempio, l’ANAC).
Le attività di controllo sono dunque di competenza del coordinamento centrale del PNRR, ma anche delle Amministrazioni centrali responsabili delle misure (autocontrollo). In aggiunta, si prevedono attività specifiche svolte dall’Organismo di Audit del PNRR in base agli standard internazionali di controllo, finalizzate, in particolare: alla verifica indipendente sull’efficacia del sistema di gestione (audit di sistema), sulla regolarità delle procedure e spese dichiarate (audit operazioni) e sulla correttezza dei milestone e target rendicontati (audit di performance).
Il rafforzamento delle attività di verifica
Proprio lo scorso 17 dicembre è stato firmato un protocollo d’intesa tra MEF e Guardia di Finanza con l’obiettivo di implementare la reciproca collaborazione e garantire un adeguato presidio di legalità a tutela delle risorse del PNRR. Tramite il protocollo, è sancita la condivisione – anche mediante l’interoperabilità delle rispettive banche dati – di un importante patrimonio informativo, costituito da dati e informazioni sui soggetti attuatori, realizzatori ed esecutori degli interventi PNRR.
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La rete dei referenti antifrode
È inoltre prevista la partecipazione della Guardia di Finanza alla cosiddetta “rete dei referenti antifrode”, istituita presso la RGS e costituita da referenti, oltre che della stessa Ragioneria, anche delle Amministrazioni centrali. Nel gruppo di lavoro potranno essere individuati i settori caratterizzati da maggiori profili di rischio di frode, al fine di calibrare, in ottica preventiva e mirata, i contenuti di bandi e/o avvisi pubblici da diramare. Potrà essere concordata, inoltre, l’esecuzione di interventi da parte del Corpo, anche in forma coordinata con le attività di controllo della Ragioneria Generale e delle Amministrazioni centrali.
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose
In aggiunta a quanto previsto dal Decreto Governance (DL 77/2021), il Decreto Recovery (DL 152/2021), in fase di conversione in legge, è recentemente intervenuto apportando modifiche al Codice Antimafia (D.lgs. n. 159/2011) nel senso di potenziare le garanzie partecipative dei soggetti coinvolti nei procedimenti, attraverso la previsione del diritto al contraddittorio procedimentale; il testo prevede inoltre che le Autorità amministrative possano proporzionare le misure di prevenzione rispetto alla rilevanza della situazione concreta.
Le nuove soluzioni individuate dovrebbero supportare l’attuazione del PNRR contemperando gli interessi di salvaguardia dell’ordine pubblico, di libera concorrenza e di buon andamento dell’azione amministrativa, per lo sviluppo ed il rilancio economico delle imprese nazionali. Ciò potrà avvenire attraverso una puntuale e rigorosa applicazione delle nuove misure da parte delle Amministrazioni competenti, oltre che mediante lo sfruttamento del potenziale derivante dalla rete di soggetti e Autorità impegnati nelle funzioni di verifica e controllo.
*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS.