Una volta si definivano di scorsi da bar, o anche, discorsi da bar-biere.
Che cosa erano? Semplicemente banalità più o meno banali, ma ancorate ad un luogo comune sostanzialmente fermo ed immutabile: il mondo diviso in blocchi, da una parte gli amici dall’altra i nemici, a seconda della prospettiva che il luogo nel quale si viveva ti dava.
Come era bello e consolatorio, come ci si sentiva giusti.
Qualche giorno fa ho visto un meraviglioso film dedicato ad uno dei più grandi sceneggiatori del cinema americano Dalton Trumbo.
Questo grande professionista si trovò stritolato nella follia culturale e reazionaria della caccia al sovversivo comunista ed il film à molto efficace perché fa capire bene il ruolo dei cretini e degli stupidi. Come sono sinceri e felici nel ripetere all’infinito tutto lo sciocchezzario possibile ed immaginabile al quale imboccano con rara voluttà.
Ma non dobbiamo meravigliarci di questo. Sono sempre esistiti e sempre esisteranno.
Mi interessa pormi il problema del loro spaesamento attuale, in un mondo che costringe tutti a pensare. Sono dovunque. In Italia come in Francia, in Austria, Ungheria e Stati Uniti.
Chi è apparentato di diritto con Donald Trump se non Salvini? Semplificatori di tutto il mondo unitevi, così almeno anche agli sprovveduti si metterà in moto il boccino causa cortocircuito.
Ma l’antidoto qual è? Uno solo, una cultura forte e strutturata nella quale riconoscersi e dalla quale muoversi correttamente verso tutto quello che è diverso da noi.
Il Patriarca Kirill dichiara che la Russia sta difendendo la cultura cristiana, Putin, grande volpone, va ad inaugurare la grande moschea d Mosca, pensando al 18% di russi musulmani.
Il compianto Iannacci direbbe Mexico e nuvole.