Cosa si può dire di una serata dell’informazione attraversata in tutti i Tg, (compreso Studio Aperto!) dalle immagini drammatiche che vengono da Tunisi? La cronaca delle convulse ore dell’assalto terroristico al Museo del Bardo è stata inevitabilmente frammentaria e le tante edizioni straordinarie che si sono susseguite durante il pomeriggio hanno avuto principalmente il merito di “collegare” i teleutenti nella logica della diretta a un dramma incomprensibile ma ravvicinato non solo geograficamente, vista la presenza di centinaia di connazionali in vacanza sulle coste del nord Africa. Per il resto gli strumenti professionali in casi come questo sono solo quelli del buon senso che, ad esempio, ha portato le maggiori testate a moderare la “voglia” di dare i numeri dei morti e dei feriti. Non tutti hanno però mostrato moderazione, ed il titolo del Tg4 che riportava i 7 morti italiani è chiaramente figlio di un’approssimazione professionale che poco ha a che fare con il buon senso. Che i morti siano 22 o 25, e che tra questi gli italiani siano 1, 2 o di più, non dovrebbe modificare l’impostazione e il lavoro di una redazione. Sempre di tragedia, eccidio, terrorismo sconsiderato si tratta. Enrico Mentana trasferisce al suo pubblico la tensione dl giornalista che vorrebbe fornire i numeri, ma che non per questo li spara a casaccio. Non a caso TgLa7 è l’unica testata delle ore 20 a seguire in diretta le comunicazioni della Farnesina, e a comunicare – bissato mezz’ora più tardi dal Tg2 – la cifra al momento ufficiale dei 3 italiani rimasti uccisi e dei 6 feriti. Tra i ricordi di chi scrive riemergono le forti critiche che colpirono un titolo di Paese Sera del novembre 1980 che, a poche ore dalle scosse nell’Irpinia, forniva un bilancio di 5.000 vittime: numeri sparati a caso, visto che dopo anni e anni ancora non si conosce quello definitivo, comunque inferiore ai 3 mila morti.
Oltre alla cronaca necessariamente frammentaria alcune testate riescono a inquadrare l’eccezione rappresentata dalla Tunisia, unico paese del Nord Africa che dopo la primavera araba ha creato uno stato non confessionale in cui laici ed islamici convivono accettabilmente e in cui vige una costituzione avanzata e un sistema parlamentare di tipo occidentale. Tg3 in questo senso offre gli approfondimenti più seri. Bello il servizio di Tg1 che ci racconta come il Bardo, il più antico museo del mondo arabo, raccolga in realtà quasi esclusivamente splendidi reperti – soprattutto favolosi mosaici – della Roma imperiale.
Per il resto i Tg vivono dei riflessi della difficile giornata del Ministro Lupi che nel question time respinge le accuse e le illazioni sui suoi rapporti con Incalza. Tra i politici non mancano i colpevolisti senza se e senza ma, mentre nell’informazione l’attenzione è alta ma in qualche misura “asettica”. Il più critico appare TgLa7 che presenta un servizio alquanto dettagliato sui rapporti stretti tra Ministro a manager pubblico.
Dati auditel dei Tg di martedì 17 marzo 2015
Tg1 – ore 13:30 3.837.000, 21.72% ore 20:00 6.079.000, 23.48%.
Tg2 – ore 13:00 2.878.000, 17.22% ore 20:30 2.219.000, 7.99%.
Tg3 – ore 14:30 1.853.000, 11.18% ore 19:00 2.242.000, 11.53%.
Tg5 – ore 13:00 3.396.000, 20.19% ore 20:00 4.728.000, 18.04%.
Studio Aperto – ore 12:25 2.008.000, 14.44% ore 18:30 973.000, 6.25%.
Tg4 – ore 11.30 634.000, 7.72% ore 18:55 798.000, 4.24%.
Tg La7 – ore 13:30 754.000, 4.26% ore 20:00 1.491.000, 5.72%.
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