Quanta paura e quanti stereotipi di fronte ai cambiamenti della contemporaneità.
Dal terrorismo internazionale di marca integralista islamica alle emigrazioni tragiche ed epocali come conseguenze di guerre civili e faide religiose. Il buon senso comune comincia a scarseggiare e nella testa della gente sembra essersi trapiantato solo un senso di paura e di oppressione.
Il sociologo Zygmunt Bauman parla di ‘società liquida’, una società in cui ciascuno è editore di se stesso. Tutto grazie ad internet. Una apparente socializzazione di concetti e pensieri che di fatto ti riportano ad una solitudine sostanzialmente assordante, ciascuno chiuso nella sua realtà virtuale. Umberto Eco, che ci mancherà molto, parla di stormi di imbecilli che sparano sciocchezze. Tutti urlano la propria rabbia senza uno sbocco reale.
Sembrerebbe quasi una terapia psicanalitica mal gestita e pensata.
In realtà l’ammalato grave è il rapporto tra cittadino e democrazia.
Il rischio è senza dubbio la possibile deriva autoritaria alla crisi della democrazia stessa.
Ma non può essere che questa crisi sia dovuta ad una depressione di massa mascherata?
Certo offende il comune senso del pudore il malaffare che ha contagiato luoghi e riti della democrazia stessa, ma il fatto che vengano denunciati e perseguiti fa ben sperare.
Qualche sera fa mi sono trovato seduto, a casa di amici, accanto ad un elegante signore che affermava la necessità di fermare, manu militare, tutti quelli che vogliono arrivare da noi ed in Europa. Gli ho chiesto che cosa era per lui la solidarietà e soprattutto la pietà.
Mi ha risposto: non capisco. La depressione italiana è in atto.