L’Osservatorio su Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes, prendendo spunto dalla scheda dal titolo: Gli eSports verso le Olimpiadi, pubblicata sul Rapporto Italia 2020, evidenzia che le direttive del Comitato Olimpico Internazionale sono quelle di verificare, in prima istanza, la possibilità di “istituzionalizzare” i videogiochi che simulano gli sport “tradizionali” e che ne ricalcano i valori e principi della Carta Olimpica. A tal fine, su impulso del Coni, si è costituito il Comitato Promotore E-Sports Italia, che ha lo scopo di analizzare la situazione attuale nel nostro Paese, con l’obiettivo di individuare le modalità possibili per la costituzione di una Federazione Sportiva riconosciuta, e condividere poi queste informazioni in seno al CONI stesso.
Allo stato, dunque, le istituzioni sportive si stanno interessando concretamente ai videogiochi che riproducono, in forma elettronica, gli sport tradizionali come calcio, tennis, vela, ciclismo, automobilismo, ecc.; prendendo, invece, le distanze da tutti quei titoli videoludici che possono indurre alla violenza o, semplicemente, che non sono in linea con i valori olimpici.
Tracciata questa strada non è difficile immaginare che, in un prossimo futuro, il fenomeno eSports si potrebbe dividere in due macroaree: da una parte gli E-Sports, laddove il trattino che separa la “E” serve proprio a indicare la versione Elettronica degli Sport, e, dall’altra, tutti i videogiochi “non sportivi”. Con la conseguenza che si avranno dei videogiocatori E-Sportivi che beneficeranno di tutte le tutele e le garanzie proprie del mondo sportivo e che, in ipotesi, potranno partecipare alle Olimpiadi e diventare così dei campioni olimpici; mentre i campioni degli altri videogiochi dovranno cercare altre forme di “istituzionalizzazione”, al di fuori del mondo sportivo tradizionale.