L’Europa alza i suoi muri verso il mondo esterno, e non solo contro la pandemia. È quanto sta avvenendo nelle ultime settimane, in Polonia, ed è quanto confermato da un’indagine commissionata dalle sette testate giornalistiche di LENA. Sei europei su dieci pensano che ci siano più immigrati del dovuto, e più del 40% appoggia l’innalzamento di barriere fisiche contro i flussi migratori. Il sondaggio è stato realizzato da YouGov per La Repubblica insieme ad altre sei testate europee, ovvero la tedesca Die Welt, la francese Le Figaro, la belga Le Soir, la svizzera tedescofona Tages-Anzeiger, la svizzera francofona Tribune de Genève e la spagnola El Paìs. L’indagine ha coinvolto più di 12.000 persone in Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Polonia, Belgio, Svezia, Ungheria e Svizzera. I risultati, tuttavia, differiscono notevolmente tra i diversi paesi.
Sei europei su dieci pensano che ci siano più immigrati del dovuto
Nel dettaglio, il nostro Paese (77%), la Spagna (75%), la Svezia (73%) e la Germania (67%) raccolgono le percentuali più alte tra chi è in disaccordo rispetto al numero di persone che arrivano nel loro territorio. In Italia, il 56% degli intervistati ritiene che il livello di immigrazione in Ue nell’ultimo decennio sia eccessivo, tra i livelli più bassi registrati nei paesi coinvolti nell’inchiesta: in Spagna sono il 70%, in Francia il 65%. Polonia e Ungheria, i cui governi sono stati riluttanti a concordare quote di rifugiati con il resto dei paesi dell’Unione europea, sono quelli che mostrano una maggiore accettazione con i livelli di immigrazione dell’ultimo decennio. Un altro dei paesi con un minor rigetto del livello di immigrazione ricevuta nell’ultimo decennio è il Regno Unito. La metà dei britannici ritiene che siano troppi gli stranieri arrivati nel loro territorio, ma solo due su cinque pensano che anche il numero di immigrati raggiunto in Ue sia eccessivo.
In Italia il 35% è favorevole alla costruzione di muri alle frontiere
Per quanto riguarda lo spinoso argomento dei muri di recinzione, atti a dissuadere gli ingressi irregolari in Europa, dall’indagine emerge che il 43% degli intervistati è d’accordo con la loro costruzione alle frontiere esterne dell’Europa, contro il 46% degli europei che è contrario a tale conclusione. Il nostro Paese registra, in particolare, solo il 35% di opinioni favorevoli alla costruzione di muri, mentre più della metà degli italiani coinvolti nel sondaggio (56%) è contrario. Insieme alla Spagna, l’Italia è l’unico Paese che, pur ritenendo eccessivo il numero di immigrati accolti nel proprio territorio nell’ultimo decennio, è sfavorevole in misura maggioritaria alla “cementificazione” delle frontiere. È in Ungheria, che confina con Ucraina e Serbia, dove si registra il sostegno più ampio, con oltre il 70% a favore e solo il 20% contro. Anche in Polonia, Germania e Regno Unito l’approvazione alla costruzione dei muri è maggioritaria.
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Nel corso dell’indagine di YouGov, inoltre, è stato chiesto agli intervistati se secondo loro gli immigrati siano favorevoli all’integrazione, una volta giunti in Europa. Ebbene il 46% ha dato un riscontro sfavorevole rispetto a tale affermazione, rispetto al 33% che ritiene, invece, che gli immigrati abbiano intenzione di integrarsi nel paese ospitante. In Italia, Germania e Svezia, almeno la metà degli interpellati ritiene che la popolazione straniera debba compiere uno sforzo maggiore per l’integrazione. Tra le minacce più “temute”, in Europa, in relazione all’immigrazione, invece, ci sono, nell’ordine: l’aumento della criminalità (47%), la minaccia terroristica (35%), l’intolleranza religiosa (33%) e culturale (30%), mentre la competizione per il posto di lavoro pesa solo per il 10% degli europei, insieme all’impatto sul costo del lavoro (11%). Guardando i dati nel nostro Paese, al primo posto c’è il timore di un aumento del crimine (53%), percentuale anche maggiore della media europea; segue l’intolleranza religiosa e culturale (30%). Il timore di un aumento della criminalità in relazione all’immigrazione si registra in primis tra gli elettori della Lega (67%) e Fdi (76%), mentre cala al 38% tra gli elettori del Pd. Leggermente più basso rispetto alla media europea (30%) il riscontro sul timore degli italiani rispetto al terrorismo, mentre la paura per una competizione in ambito lavorativo è maggiore rispetto alla media europea (17%).
Dati europei e indagine Eurispes a confronto
A completamento di ciò, si evidenziano i dati emersi dall’ultima indagine Eurispes sull’argomento (2018), rappresentativi della realtà dell’immigrazione rispetto alla percezione che gli intervistati, che rispondono ai sondaggi, ne hanno. Ovvero, i dati evidenziano quanto i mezzi di informazione siano responsabili della percezione di un fenomeno presso l’opinione pubblica. Gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni, pari a circa l’8% della popolazione residente (dato 2019). Facendo una stima degli stranieri, si arriva al massimo ad una incidenza del 10% sulla popolazione totale. Ebbene, solo il 28,9% degli italiani indica correttamente l’incidenza di stranieri sulla popolazione all’8%. Un italiano su 10 sottostima la presenza straniera, secondo loro del 3%, ma più della metà del campione sovrastima la presenza di immigrati nel nostro Paese: per il 35% sono il 16%, per un italiano su quattro (25,4%) sono addirittura il 24%.
La comunicazione mediatica sembra aver esaltato, nella percezione della maggioranza dei cittadini, l’incidenza degli stranieri. Il Nord-Est si segnala per una quota elevata di soggetti che sottostimano la presenza straniera in Italia (30,5%), mentre nel resto d’Italia la maggioranza degli intervistati ritiene che gli immigrati siano più numerosi di quanto certificato dai dati ufficiali. Sono soprattutto coloro che non si sentono politicamente rappresentati (66,2%) e gli elettori di centro-destra (65,3%) a sovrastimare la presenza degli stranieri (dati Eurispes 2018).
L’Europa ha il dovere di interrogarsi sul proprio futuro
Al netto di tutti i dati proposti, è possibile tracciare alcune considerazioni generali sull’Europa in relazione alla questione, che sarà sempre più pressante e inevitabile, delle migrazioni. In primo luogo, c’è da interrogarsi sul rapporto tra realtà e rappresentazione, ovvero sul dato reale di un fenomeno e sulle opinioni: i giornali e la politica, in particolare i partiti, hanno una grande responsabilità a riguardo. La strumentalizzazione di fenomeni e dati ai fini politici, o per “creare” una notizia, è un gioco pericoloso e irresponsabile. Inoltre, in relazione alle migrazioni, oggi generate da guerre, domani da fenomeni climatici come la desertificazione, l’Europa ha il dovere di interrogarsi sul proprio ruolo e sul proprio futuro. L’ambiguità e la mancanza di risposte in relazione a certi eventi possono generare pericolose derive e favorire estremismi che sono, ad oggi, certamente contrari ai valori europei fondativi.