Fecondazione assistita e maternità surrogata, i figli del futuro

Il numero dei nuovi nati, soprattutto nel mondo occidentale, si è abbassato nel tempo tanto che ormai la difficoltà ad avere figli è un fenomeno largamente diffuso. Le cause di questo andamento sono diverse, in parte risiedono nell’inquinamento dell’aria e dell’acqua e nelle loro ricadute sulla salute, nella presenza di malattie che incidono sulla capacità di procreare sempre più presenti nella popolazione; ma sono anche legate ad elementi di tipo economico e lavorativo, determinanti circa la necessità di procrastinare la maternità.

A livello globale, il tasso di fertilità totale è sceso da 3,2 nel 1990 a 2,3 nel 2020. Tuttavia, si riscontrano ampie variazioni tra le regioni, che vanno dal 4,7 dell’Africa subsahariana all’1,3 dell’Asia orientale e dell’Europa meridionale.

Nel 2020, l’Eurostat ha rilevato che i tassi di fertilità più bassi si trovano a Malta (1,13 nascite per donna), in Spagna (1,19) e in Italia (1,24).

Insieme alla diminuita capacità di fare figli, cresce nello stesso tempo il ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) o fecondazione assistita.

Fecondazione: i dati del Ministero della Salute

Secondo gli ultimi dati contenuti nella “Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita – anno 2021”, nel 2019 sono stati applicati 99.062 cicli di PMA sia di II e III livello sia con le tecniche meno complesse di I livello. Di particolare interesse il dato che conferma il trend in aumento dei cicli con donazione di gameti (la cosiddetta eterologa, tecnica che si avvale di un donatore/trice) che salgono a 9.686 e rappresentano il 9,8% dei cicli totali.

I dati ci dicono inoltre che nei 346 centri attivi sul nostro territorio sono state trattate 78.618 coppie, un dato in aumento rispetto alle 77.509 del 2018. I bambini “venuti dal freddo” sarebbero il 3,4% del totale dei bambini nati nel 2019.

La fecondazione eterologa: un sì non ancora pieno

Con la legge 40 del 2004, che regola la PMA in Italia, la fecondazione eterologa era vietata, ma la pronuncia della sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale è intervenuta a sancire la legittimità di questa tecnica di riproduzione assistita. A seguito di questo nuovo orientamento normativo, si stima che siano nati in Italia dal 2014 al 2021 circa 10mila bambini grazie appunto all’eterologa e, secondo le proiezioni della Società italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della riproduzione (Sifes-Mr), questo dato è destinato a crescere.

I dati raccolti dall’Eurispes indicano che la possibilità di avvalersi di un donatore per la procreazione incontra il favore del 56,9% degli italiani nel 2022, un valore stabile rispetto al 2021 (57,5%). Scorporando i dati per appartenenza politica, l’eterologa riceve il 64,6% dei consensi da parte degli italiani vicini al centro-sinistra e del 59,7% di quelli che si riconoscono nella sinistra, mentre il dato diminuisce notevolmente tra coloro i quali si riconoscono nella destra (45,2%) e nel centro (44,2%).

Maternità surrogata: solo un terzo degli italiani la approva

Un altro tema molto dibattuto è quello della maternità surrogata. Nel 2022, secondo i dati dell’Eurispes, solo il 36,4% degli italiani si dice favorevole alla pratica dell’utero in affitto, a fronte del 63,6% che si dichiara invece contrario.

Considerando l’età degli intervistati, poco più di un italiano su due tra i 18 e i 24 anni si dichiara favorevole (50,9%), tra i 25-34enni tale possibilità è accettata nel 48,1% dei casi e la percentuale scende al 42,8% tra i 35-44enni. Solo il 35,1% dei 45-64enni si dichiara d’accordo e lo sono ancor di meno le persone con più di 64 anni (23,9%).

Sull’utero in affitto gli elettori della destra, del centro e del centro-destra sono quelli che, su posizioni molto vicine, esprimono il maggior grado di contrarietà con, rispettivamente, soltanto il 26,2%, il 27,5% e il 27,9% di pareri a favore, mentre gli elettori della sinistra e del centro-sinistra appaiono i più aperti sul tema (42,8% e 43,3%).

Migrazioni riproduttive

Resta infine da segnalare che, nonostante alcune limitazioni della legge 40/2004 siano state superate, molte coppie o singoli ancora oggi si rivolgono alle strutture presenti in altri paesi. Liste di attesa infinite, costi elevati, ritardo nella diagnosi di infertilità sono i fattori che spingono spesso ad avvalersi di centri di procreazione all’estero. Resta molto gettonata la Spagna.

Anche per la maternità surrogata il ricorso a realtà estere è l’unica via possibile per quanti si trovano, per diversi motivi, nell’impossibilità di portare avanti una gravidanza. In Italia infatti il ricorso dell’utero in affitto è una pratica medica vietata. A ciò si aggiunge che gli accordi presi in un altro paese in merito a questa pratica non risultano poi validi in Italia e non è previsto nel nostro ordinamento il riconoscimento in automatico del cosiddetto genitore d’intenzione, ma solo di quello biologico.

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