Pierluigi Petrone, Presidente Assoram: sfide globali e nuove competenze del comparto healthcare

Il settore healthcare dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici sta attraversando una fase di grandi trasformazioni, nella distribuzione e nella logistica in primis. Tali mutamenti sono generati, tra gli altri fattori, dall’avvicinamento dei consumatori all’e-commerce (spinto dalla pandemia) e dai complicati equilibri internazionali in essere (un esempio tra tutti: il reperimento dei principi attivi presso paesi come Cina e India). Ne parliamo con Pierluigi Petrone, Presidente di Assoram (Associazione Operatori Commerciali e Logistici Farma e Salute).

Presidente Petrone, innanzitutto, le chiederei di raccontarci che cosa è Assoram, in quali àmbiti opera e qual è la sua mission.

Assoram è l’associazione nazionale che rappresenta le aziende della distribuzione e dei servizi nel settore healthcare dei prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, cosmetici, dispositivi medici e sanitari a uso umano e veterinario. Apolitica e senza fini di lucro, l’Associazione nasce nel 1965 dall’intuizione di un gruppo di amministratori delegati, che decise di fondare un’associazione di rappresentanza degli agenti di medicinali. Da allora molto è cambiato. Di fronte a cambiamenti rapidi e disruptive del mercato Assoram si candida sempre più ad essere una rappresentanza dell’intero comparto distributivo dei prodotti della salute, al passo con le evoluzioni che sta vivendo il Sistema Salute. In questi anni abbiamo assistito ad una progressiva crescita della nostra base associativa: ai depositari farmaceutici si sono affiancati grossisti, vettori e, di recente, nuove figure impegnate a vario titolo nella distribuzione, come le aziende di home delivery ed e-commerce. Oggi l’associazione conta 141 imprese, che vedono in noi non solo la rappresentanza e la tutela degli interessi, ma anche l’opportunità di poter dialogare e confrontarsi con le altre anime della supply chain. 

Solo pochi giorni fa, a Roma presso il Museo del Ninfeo, si è svolta la vostra 59° Assemblea. Può illustrarci quali sono stati i principali punti emersi nel corso dell’incontro e quali le prospettive future dell’Associazione?

La 59° Assemblea è stata interamente dedicata ai nostri associati e ai temi core per loro. Solitamente l’Assemblea è anche un momento per favorire il dialogo e l’incontro con le associazioni di rappresentanza degli altri comparti della supply chain. Quest’anno, invece, abbiamo voluto creare un momento di riflessione interno per analizzare le dinamiche geopolitiche e di mercato e definire le priorità per il nostro comparto, anche in vista dell’importante anniversario del prossimo anno, quando taglieremo il traguardo dei sessant’anni. A supportarci nella discussione sono stati enti e centri di ricerca molto vicini all’associazione: AIFA, NMVO Italia (la società consortile no-profit che agirà in veste di National Medicines Verification Organization), Istituto Eurispes, CONFETRA – Confederazione generale italiana dei Trasporti e della Logistica, DOXA Pharma. Attraverso i loro contributi, quelli dei Vicepresidenti e degli associati intervenuti, abbiamo ripercorso i principali driver del prossimo futuro: la sostenibilità ambientale, sociale e di governance; le rapide evoluzioni tecnologiche e la cybersecurity; la medicina customizzata e le nuove tendenze del mercato; i nuovi obblighi sulla tracciabilità dei farmaci. In un mondo della cura digitalizzato e umano-centrico, la logistica e il trasporto rivestono un ruolo cruciale. Per disegnare questo futuro, la distribuzione Health deve diventare sempre più collaborativa e il nostro impegno è e sarà di creare gli spazi giusti per il dialogo tra imprese e istituzioni. 

Sempre più il commercio e la distribuzione dei farmaci e dei prodotti della salute avvengono attraverso le piattaforme e i siti online. L’e-commerce moltiplica le opportunità per le aziende che operano nel settore, ma non è privo di rischi. Parliamo, inoltre, di una galassia molto frastagliata e il web non è ancora del tutto “governato”. Quali iniziative sta promuovendo l’Associazione in questo contesto? È stato avviato un dialogo con le Istituzioni?

Negli ultimi anni importanti aziende dell’e-commerce e dell’home delivery, che rappresentano una fetta preponderante del mercato italiano, si sono rivolte alla nostra Associazione alla ricerca di un terreno neutrale di dialogo tra imprese viste le diverse zone grigie della normativa Ue che rischiano di penalizzare gli operatori nazionali. In una serie di incontri interni all’Associazione, il gruppo di lavoro ha individuato importanti istanze da sottoporre al “Tavolo tecnico sulla dispensazione al pubblico di medicinali per uso umano con particolare riguardo alla vendita on line” del Ministero della Salute con l’obiettivo di sensibilizzare il dibattito pubblico-privato sulla necessità non rinviabile di regole chiare e uniformi a livello comunitario che salvaguardino gli aspetti prioritari di sicurezza dei prodotti farmaceutici e dei pazienti e che non penalizzino al contempo i princìpi che regolano i servizi della società dell’informazione condivisi a livello europeo. La farmacia continua e continuerà ad avere il suo ruolo di presidio di prossimità, grazie al rapporto di fiducia che si può instaurare tra il farmacista e i suoi clienti, ma è innegabile che sono cambiati gli stili di vita. I consumatori reclamano un ruolo sempre più attivo nelle scelte sulla propria salute e Assoram si sta impegnando affinché queste scelte avvengano in sicurezza, nel pieno rispetto della normativa stringente che vigila un settore così importante per il benessere della società. 

Voi rappresentate un numero importante di aziende all’interno del settore dell’healthcare. Quali sono le direttrici lungo le quali si svilupperà nei prossimi anni il comparto e in particolare quale sarà l’evoluzione della logistica?

Il Covid-19 è stato un importante stress test per tutta la nostra supply chain ed è servito a comprendere limiti e potenzialità di questo comparto essenziale e strategico. Nel corso di questi anni, resi poi ulteriormente complessi dall’aumento dei fattori produttivi e dal contesto geopolitico mondiale, produzione, logistica e dispensazione hanno accelerato i processi di digitalizzazione in atto da tempo, dimostrando di poter superare sfide impreviste utilizzando le nuove tecnologie per adattare i propri processi al contesto mutevole. Adesso, con la pandemia alle spalle e la minaccia dall’Oms di potenziali futuri eventi disruptive, la filiera farmaceutica sta vivendo una trasformazione profonda, incentrata su una serie di punti.

  • La centralità del paziente, strettamente connessa a quelle innovazioni in ambito medico che racchiudiamo sotto il cappello della medicina customizzata, ma anche all’emergere dei nuovi servizi di telemedicina e alla rapida diffusione dei servizi di e-commerce.
  • La ricerca di nuovi equilibri commerciali per far fronte a nuovi eventi disruptive, dal momento che oltre il 74% dei principi attivi di uso più consolidato in Europa dipende, direttamente o indirettamente, da produzioni localizzate in Cina o in India.
  • La sostenibilità ambientale, sociale e di governance, un processo che dovrà coinvolgere necessariamente tutti gli operatori in pochi anni. Le due recenti normative sul tema, infatti, prevedono requisiti stringenti per le grandi imprese, che diventano responsabili degli impatti su persone e ambiente non solo per le proprie attività ma anche per quelle della propria catena di fornitura.
  • La digitalizzazione. La logistica ha subito una trasformazione radicale grazie alla digitalizzazione, migliorando l’efficienza e la sostenibilità. Il futuro che si viene a delineare può essere racchiuso in una parola chiave per le aziende e una per le istituzioni. Per le prime, i dati. La trasformazione digitale ha portato alla creazione di sistemi integrati e interconnessi, in cui i dati sono il fulcro delle operazioni logistiche. Per le istituzioni: interoperabilità. L’integrazione tra i sistemi nazionali (eCRM, PCS) e internazionali permetterebbe di ottimizzare l’intermodalità, la tracciabilità e l’impatto ambientale.

Questi cambiamenti, però, dovranno fare i conti con l’aumento dei costi produttivi e delle commodity e con una carenza internazionale di manodopera. Infatti, di pari passo alle trasformazioni del comparto sono mutate anche le competenze richieste agli operatori della logistica e del trasporto. La ricerca di figure con competenze trasversali si sta scontrando con una carenza cronica di manodopera, che affligge in particolare il settore del trasporto. Per concludere, potremmo dire che la vera sfida dei prossimi anni sarà affrontare i cambiamenti con un approccio collaborativo da parte di tutte le imprese della filiera. Ce lo impongono le innovazioni di prodotto e di processo, ce lo impongono i nuovi standard di sostenibilità e di tracciabilità, ma soprattutto ce lo impongono i cittadini, che guardano sempre più ai servizi logistici come a una parte essenziale del processo di acquisto e di cura.

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