«Quello che serve è un piano straordinario di investimenti pubblici, finalizzato al riassetto del Paese. Un piano che acquisti evidenza per ampie fasce di cittadini, che sia da loro compreso e condiviso e, conseguentemente, li induca a collaborare anche con il risparmio privato». Portato a casa il risultato del Recovery Fund, ora il dibattito si concentra su come utilizzare le risorse che saranno messe a disposizione del nostro Paese. L’Italia deve evitare di sprecare un’occasione di sviluppo e crescita. A questo proposito, la riflessione del Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, può rappresentare un’indicazione possibile. Nella rubrica “Metafore per l’Italia”, pubblichiamo un brano del nuovo libro L’Italia del “Nì” (Minerva Edizioni).
«In questo periodo, segnato da una persistente disoccupazione, forse è utile ricordare il richiamo che John Maynard Keynes fece al presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, nel 1933, durante la “grande crisi”: «Prendetevi cura della disoccupazione e il bilancio pubblico si prenderà cura di se stesso».
Accondiscendere al legittimo desiderio di andare in pensione con le regole di un decennio fa e, ancor di più, occuparsi per la prima volta in modo consistente delle fasce marginali e in povertà, sono “cose giuste”, ma non in grado di “cambiare” il mondo, la quotidianità in cui sono inseriti i pensionandi, i poveri ma anche i benestanti.
L’idea che in una situazione asfittica, in cui il “mercato” non crea sviluppo, ma predilige nicchie di rendita, lo Stato debba destinare le scarse risorse di cui dispone, magari in deficit, ai consumi privati, anche negli ultimi anni si è dimostrata fallace. Lo stimolo del consumo privato è efficace quando “la ruota gira”, quando le attese dei consumatori sono già in forte crescita. Negli ultimi anni la limitatissima crescita dei consumi privati non ha garantito di innestare la marcia di un nuovo sviluppo.
Quello che serve è un piano straordinario di investimenti pubblici, finalizzato al riassetto del Paese. Un piano che acquisti evidenza per ampie fasce di cittadini, che sia da loro compreso e condiviso e, conseguentemente, li induca a collaborare anche con il risparmio privato. Un piano serio e realistico, che, proprio per questo, possa essere con maggiore credibilità trasferito a Bruxelles, e compreso dai mercati, facendo capire a questi che puntare contro l’Italia, speculare nel breve e nel medio periodo, sono azioni che possono ritorcersi contro». (Aforisma 12, 2019)