Oltre il Covid-19. Gioco pubblico e dipendenze in Sardegna

gioco Sardegna

Dopo gli studi condotti dall’Eurispes per fotografare la situazione del comparto del gioco in Puglia, Piemonte, Lazio, e dopo l’approfondimento dedicato al mondo del Bingo, l’Istituto ha voluto monitorare lo stato del settore in Sardegna.
La ricerca Oltre il Covid-19. Gioco pubblico e dipendenze in Sardegna, realizzata con il contributo dell’Assessorato regionale alla Programmazione e al Bilancio, si pone come un punto di raccordo e continuità rispetto alle precedenti pubblicazioni, in grado di fornire una panoramica sulla normativa, sui numeri, sugli aspetti sanitari attinenti all’area del gioco pubblico nella Regione Sardegna, ma anche sul fenomeno dell’illegalità.

Il gioco legale si è fermato, in attesa di una ripresa densa di incognite

In questo ultimo anno, caratterizzato dagli effetti del Covid-19, anche il gioco legale si è fermato, e resta in attesa di una ripresa che sembra essere ancora densa di incognite.

La ricerca si apre con l’analisi dell’evoluzione e dei numeri dei consumi relativi a quelle che sono le diverse tipologie di gioco presenti sul territorio regionale (la raccolta, le vincite e la spesa). Viene, poi, riproposto il quadro normativo della Legge Regionale n. 2/2019 (Disposizioni in materia di disturbo da gioco d’azzardo), nonché i regolamenti delle città di Cagliari e di Sassari. La ricerca si concentra inoltre sugli effetti delle misure per il contrasto delle dipendenze, con particolare attenzione allo strumento del “distanziometro” e alla compressione degli orari, evidenziando l’inadeguatezza di tali misure anche alla luce di contributi scientifici dell’area medica e del mondo della ricerca. In tal senso, infatti, l’operato della Regione Sardegna costituisce un esempio positivo in termini di organizzazione ed attività dei presìdi sanitari presenti sul territorio e dedicati all’attività di prevenzione e cura del DGA.

La ricerca è, infatti, arricchita da una sezione relativa all’attività dei presìdi sanitari (con un’intervista alla Responsabile dell’Unità Operativa di Cagliari), dai dati delle Unità Operative, e da quelli raccolti dalla Guardia di Finanza, oltre ad un focus sulla specificità della Sardegna nella Relazione della Direzione Investigativa Antimafia. Il fine è quello di offrire un contributo per l’individuazione di provvedimenti che siano realmente efficaci per il contrasto di tutte le forme di dipendenza connesse al gioco con vincita in denaro, avendo ben presenti i rischi connessi all’espansione dei fenomeni illegali e criminosi.

Il gioco pubblico in Sardegna

La domanda di gioco degli italiani non è affatto diminuita. Il mondo dell’online, del Lotto e delle lotterie registrano una crescita costante e significativa.
Tuttavia, quando si sarà allentata la fase emergenziale dovuta alla pandemia, riemergeranno, aggravati dalla durissima crisi che si sta affrontando ora, quei problemi che l’Eurispes già da tempo si è impegnato a segnalare, vere e proprie contraddizioni che attraversano la galassia del gioco pubblico nel nostro Paese, a partire dalla farraginosità normativa o dalla scarsità dell’offerta socio- sanitaria.

In Sardegna è in vigore, già da due anni, una legge che si configura, in certa misura, come una “fotocopia” di quelle varate negli anni precedenti da numerose altre Amministrazioni e che, con lo specifico obiettivo di prevenire e contrastare il Disturbo da Gioco d’Azzardo, ha riproposto strumenti come il “distanziometro”, riservando ai Comuni la facoltà di determinare gli orari dell’offerta del gioco pubblico. La Legge Regionale, 11 gennaio 2019 n. 2 (Disposizioni in materia di Disturbo da Gioco d’Azzardo), ha senz’altro il merito di aver dedicato un ampio spazio al tema della prevenzione e al coinvolgimento di diversi livelli della società civile, ed in particolare al ruolo della scuola, tuttavia ha affrontato il tema del gioco e delle dipendenze solo nel 2019. Prendendo in considerazione, in massima parte, il 2019, l’ultimo anno “normale”, l’Eurispes ha potuto ricostruire il quadro di una Regione che, come altre, ha bisogno di un organico riordino dell’intera offerta, ripartendo dallo spirito dell’Intesa del settembre 2017. Ciò risulta essenziale per evitare le tante difformità, generate dalle legislazioni regionali e dai regolamenti comunali, che producono un’immagine del Paese eterogenea: una sorta di “federalismo del gioco” che, come è evidente, non è in grado di produrre risultati organici per l’intero Paese.

I “numeri” del gioco in Sardegna

Uno degli indicatori per saggiare il reale impatto dell’offerta di gioco pubblico su di un determinato territorio, è rappresentato dal volume pro capite complessivo delle “giocate” dei cittadini interessati. Questo dato vede la Sardegna collocarsi nella fascia bassa (1.154 euro pro capite) della classifica delle regioni italiane, ben al di sotto la media nazionale (1.463 euro). La cifra è comunque riferibile ai soli giochi su “rete fisica”, con esclusione dunque del giocato online.

Per quanto riguarda la spesa nel 2017 era di 457 milioni di euro, mentre nel 2019 di 467. Le vincite si attestavano nel 2017 a 1.186 milioni di euro, e nel 2019 erano pari a 1.165 milioni. La raccolta, invece, era di 1.649 milioni rispetto ai 1.631 nel 2019.
Nel triennio 2017-2019 si registra una sostanziale stabilità nei volumi della raccolta, delle vincite e della spesa. Il periodo preso in esame non risente dell’impatto della legge del gennaio 2019, né sui trend hanno inciso la riduzione stabilita dal MEF relativamente alle AWP o i diversi regolamenti comunali che hanno disciplinato gli orari dell’offerta del gioco pubblico.

Malgrado le limitazioni degli orari e la riduzione del numero degli apparecchi AWP – che tra il 2017 e il 2018 sono diminuite del 30% (da 13.816 a 9.671) –, nel triennio in esame si è assistito ad una diversa articolazione del consumo che, però, non ha modificato i dati complessivi. Ciò va a riprova del fatto che la domanda di gioco è costante nel tempo.

Il lockdown ha dato una brusca frenata ai volumi di gioco 

Per quel che riguarda il 2020, i dati del primo semestre che, da marzo, ha visto la sostanziale chiusura del gioco fisico, attestano l’inabissarsi dei volumi di gioco. Per fare qualche esempio, nel I semestre del 2019 il Lotto aveva raccolto ben 92 milioni di euro, nello stesso periodo del 2020 il volume è sceso a 58 milioni; allo stesso modo, si è passati dagli 11 (I semestre 2019) ai 4,9 milioni (I semestre 2020) per il Bingo e dai 517 (I semestre 2019) ai 201 (I semestre 2020) milioni per gli apparecchi. È dunque plausibile ipotizzare che la domanda di gioco “compressa” dalla pandemia, si sia riversata sui altri canali, quello online soprattutto, ma anche sul circuito illegale, ad oggi privo di una indagine conoscitiva fondamentale per comprenderne i potenziali volumi e le relative “contromosse” che lo Stato dovrebbe adottare a tutela dei cittadini e degli interessi erariali.

Molti giocatori incappano in reti illegali e ne fruiscono in modo inconsapevole

Dai dati del triennio 2017-2019 risulta evidente come anche in Sardegna la domanda di gioco sia una realtà diffusa e consolidata. Per questo, politiche indirizzate alla prevenzione e al contenimento delle dipendenze da gioco che incidono solo sull’offerta non possono che fallire ottenendo, anzi, non una riduzione dei consumi ma un loro trasferimento nell’area dell’illegalità. L’ultima rilevazione dell’Eurispes sul fenomeno (2019) ha fatto emerge un numero di giocatori che si sono rivolti ai circuiti illegali pari al 4,7% del campione totale, con cifre considerevoli soprattutto nel Sud e nelle Isole. Il dato, con ogni probabilità sottostima la realtà, perché include il numero di giocatori che non sanno di essere incappati in reti illegali e ne fruiscono in modo inconsapevole.

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