Il Rapporto Italia 2024 è stato presentato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma venerdì scorso. Come ogni anno, il Presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, ha introdotto la presentazione dei risultati del Rapporto con una riflessione sul presente del nostro Paese e tracciando linee guida e riferimenti per il futuro. Il Presidente Fara ha affermato che «l’Italia è al bivio in riferimento alle scelte culturali, politiche ed economiche da compiere. Serve coraggio. Non ci stancheremo mai di ripetere che la prima risposta possibile sta nel “coraggio di avere coraggio”». E ancora: «Il nostro ormai è diventato un Paese incardinato sul presente e il “presentismo” è diventato la nostra filosofia di vita. Tuttavia, l’Italia, nonostante le sue gravi difficoltà, ha le risorse umane, culturali ed economiche per uscire da una crisi sempre più sistemica e multidimensionale. Si tratta semplicemente di superare ‒ come già scrivevamo più di dieci anni fa ‒ la subcultura del “presentismo” e proiettarsi nel futuro». E infine: «Siamo arrivati, dunque, ad un bivio, dobbiamo scegliere: adattamento o trasformazione? Patto per la conservazione, o patto per il futuro?». Il Presidente Fara individua, tra le possibili soluzioni a cui fare riferimento per riprendere la rotta, innanzitutto la necessità di dare nuovamente centralità all’Uomo. E poi, nuovi criteri di ridistribuzione della ricchezza e un appello alla comunità di studiosi, scienziati, filosofi, economisti, teologi, storici, tecnologi, affinché insieme alle Istituzioni e ai cittadini possano innescare un processo attivo di rinnovamento della società nel suo complesso.
Le famiglie italiane fotografate dal Rapporto Italia
In merito ai dati emersi dalle rilevazioni presentate dall’Eurispes, rispetto allo scorso anno si denota un lieve miglioramento di alcuni indicatori della situazione economica delle famiglie italiane. Resta però una parte della popolazione che si trova a dover affrontare situazioni difficili come quella di non riuscire ad arrivare a fine mese senza grandi difficoltà (57,4%). Molte famiglie dichiarano di avere problemi nel pagare le bollette (33,1%), l’affitto (45,5%) e le rate del mutuo (32,1%). I prezzi dei beni di consumo sono in aumento nell’opinione dell’83% degli italiani e questo andamento costringe a trovare degli escamotage per far quadrare i conti. Per arrivare a fine mese, si chiede aiuto soprattutto alla famiglia d’origine (32,1%) e si usa molto l’acquisto a rate (42,7%), si pagano in nero alcuni servizi come ripetizioni, baby sitter, ecc. (33,6%) e quasi 3 italiani su 10 rinunciano a cure/interventi dentistici o controlli medici. Il 28,3% degli intervistati riesce risparmiare, mentre il 36,8% attinge ai risparmi per arrivare a fine mese. Alcuni hanno sopperito alle difficoltà economiche grazie al sostegno di amici, colleghi e altri parenti (17,2%); il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati (non amici o parenti) con il pericolo di scivolare nelle maglie dell’usura. Diffusa la vendita online di beni e oggetti (27,5%). Il 37,6% degli italiani ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 24,3% alla badante. Il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l’attività commerciale/imprenditoriale.
Conservazione o futuro? Serve più coraggio per superare il “presentismo”
Dal Rapporto Italia è emerso, inoltre, che si acquista molto a rate (42,7%), spesso su piattaforme online a interessi zero (21,3%). Il 14,6% ha noleggiato abiti e accessori in occasione di feste o cerimonie, e l’11,7% è tornato a vivere in casa con la famiglia d’origine. Le difficoltà economiche condizionano anche il diritto alla salute degli italiani: molti fanno a meno di visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche (23,1%), terapie/interventi medici (17,3%), acquisto di medicinali (15,9%). In merito alle difficoltà economiche delle famiglie italiane, l’Istituto sostiene, da ormai due decenni, l’introduzione del quoziente familiare come sostegno al reddito delle famiglie italiane.
Rapporto Italia 2024, fiducia nel Presidente Mattarella, timore per i conflitti internazionali
Sul fronte politico, le opinioni degli italiani evidenziano una fiducia solida ma relativa solo ad alcune Istituzioni: il Presidente della Repubblica, le Forze dell’ordine e di Polizia, le Forze Armate e l’Intelligence. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in particolare, raccoglie un largo consenso in termini di fiducia espressa dai cittadini nei suoi confronti (60,8%; +8,6% rispetto al 2023). In cima alle preoccupazioni degli italiani ci sono la precarietà lavorativa (13,8%), i conflitti internazionali (12,8%), la possibilità che si ammalino le persone care (12,5% vs 18,1% dello scorso anno), l’aumento di luce, gas e affini (12,3% contro il 16,3% del 2023), il possibile coinvolgimento dell’Italia nei conflitti internazionali (10,2%). Il 39,1% degli italiani pensa che non sia ancora il caso di parlare di Terza Guerra Mondiale come affermato da Papa Francesco, ma che ci sia un rischio concreto. Il 26,2% si dichiara d’accordo con papa Francesco, mentre il 13,6% non pensa che ci sia un rischio concreto. Il 36,2% ritiene che in questo momento storico le spese per la Difesa rappresentino un costo, il 30,5% le vede invece come un investimento. Gli italiani sono inoltre divisi sulla possibilità di ripristinare il servizio militare di leva per i giovani: si dichiara infatti favorevole il 50,2% degli italiani, contrario il 49,8%.
Ponte sullo Stretto, Social, violenza in Rete: le opinioni degli italiani
In merito ad alcuni temi caldi del dibattito pubblico, emerge che il 60,4% degli italiani è contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. In maggioranza, gli italiani si dicono contrari anche alla reintroduzione del Reddito di Cittadinanza (61,2%) e al prolungamento del Superbonus per l’edilizia (58,5%). Sui Social gli italiani esprimono poi opinioni molto severe: nell’opinione degli italiani, i Social favoriscono la diffusione di fake news (78,3%); alimentano il cyberbullismo (73,3%), diffondono modelli di comportamento sbagliati (72,3%); favoriscono l’espressione dell’aggressività e della violenza verbale (69,5%); il 66,1% è convinto che danneggino la vita sociale. Inoltre, circa un intervistato su cinque (21,3%) riferisce di essere stato vittima di aggressività o ingiurie sui Social/in Rete e di truffe informatiche (20,7%); il 18% ha visto violata la propria privacy; poco meno sono le vittime di inganno da falsa identità (17,7%); il 14,9% ha subìto il furto di identità; il 14% cyber stalking e l’8,1% è stato vittima di revenge porn.
È possibile consultare per intero il Rapporto Italia 2024 sul sito dell’Istituto Eurispes.