Single italiani più numerosi e rilevanti su consumi, viaggi e mercato immobiliare

single italiani

Più single che coppie: è la fotografia scattata dagli ultimi dati Istat del 2022 nel nostro Paese con il 33,2% delle persone che vivono da sole, contro il 31,2% di chi vive in coppie con figli. Negli ultimi 10 anni il numero degli italiani al di sopra dei 15 anni che per scelta o per necessità vive da solo è cresciuto del 39%. Nel 2020-2021 è il 21,6% della popolazione dei 65-74enni a vivere da solo, mentre il 39,7% ha più di 75 anni di età. Per quel che riguarda, invece, i 25-34enni e i 35-44enni l’incremento si è concentrato soprattutto attorno agli anni Duemila, registrando una battuta d’arresto nei dieci anni successivi ed arrivando al 10% e 11,7% nel 2021. Sulla base di questi progressivi e significativi cambiamento nella composizione sociale del Paese, l’Eurispes ha introdotto nell’ultimo Rapporto Italia 2023 un sondaggio che riguarda i single italiani, sulla percezione di sé, degli altri e sulle abitudini di vita. Intanto, dai dati Eurostat (2017), sappiamo che oltre un terzo delle famiglie nell’Ue è single: sarebbero oltre 221,3 milioni i nuclei monofamiliari nell’Unione, in aumento di 2,4 punti percentuali rispetto al 2010, quando erano il 31%. L’Italia si conferma in linea con la media europea, con 8,5 milioni di famiglie single. A guidare la classifica dei singles sono i paesi del Nord Europa: al vertice c’è la Svezia, dove il 51% delle persone vivono da sole. Seguono Danimarca (44%), Lituania (42%), Germania e Finlandia (41%). Chiudono la graduatoria Malta (19%), Portogallo e Slovacchia (22%). Dal 2010 ad oggi ‒ evidenziano i dati Eurostat ‒ in alcuni paesi si è registrato un netto aumento dei singles. In particolare, negli ultimi otto anni i nuclei monofamiliari sono aumentati in modo evidente nei Paesi dell’Est Europa: Lettonia e Bulgaria (+10%), Estonia (+9%), e Lituania (+7%). In Italia i single sono aumenti del 2,4%.

I consumi dei single italiani

La libertà non ha prezzo? Vero, ma non per il portafoglio dei single italiani, almeno secondo le ultime stime (2022) fornite da Coldiretti su dati Istat. Scegliere di vivere da single si traduce spesso in un vero e proprio disagio nel far quadrare i conti del bilancio domestico. Il carovita, infatti, pesa sempre di più su questa fascia della popolazione con un costo della vita in media più alto del +64% nel 2017 fino ad un +90% nel 2022 dovuto alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina. Vivere da soli, dunque, è più costoso e la spesa media per bevande e alimenti di un single è arrivata, nel 2022, a circa 298 euro al mese, il che significa un costo del 58% superiore rispetto a quello medio di ogni componente di una famiglia tipo di tre persone che è, invece, di 189 euro. Sui single italiani pesano anche l’aumento dei costi per l’abitazione, che è più del doppio (156%) rispetto alla media per persona di una famiglia tipo di tre persone, e la necessità di acquistare, quasi sempre, quantità di cibo doppie per la mancanza di formati adeguati. Stesso discorso si può fare per quanto riguarda l’impiego dell’automobile che ha costi maggiori per chi la usa in solitudine o il riscaldare un appartamento per un’unica persona.

Cresce il mercato di loft, monolocali e bilocali

Oggi anche il mercato immobiliare si è adeguato alle sempre più numerose richieste di case su misura per i single. È cresciuta la domanda di loft, monolocali e bilocali, soprattutto nelle grandi città, e nelle nuove costruzioni si pensa sempre di più a soluzioni di questo tipo. Tuttavia, allo stesso tempo, gli appartamenti e le case più piccole hanno prezzi al metro quadro più alti sia per gli affitti sia per l’acquisto. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le scelte abitative dei single italiani nel 2021 attraverso le compravendite realizzate presso le proprie agenzie: il 30,5% sono state portate a conclusione da persone sole.

Viaggiare sì, ma da soli

Secondo l’indagine condotta da Condor Ferries, il 55% dei millennials conferma che partire da soli non è più disdicevole ed il 58% di essi ha viaggiato almeno una volta da solo, contro il 47% dei baby boomers. I viaggiatori solitari rappresentano oggi l’11% del mercato, sono disposti a spendere il 50% in più per l’alloggio e preferiscono viaggiare negli Stati Uniti, in Europa ed in Australia.  Un’indicazione del crescente interesse per i viaggi da single è evidenziata dall’aumento, negli ultimi anni, delle ricerche su Google per il termine “viaggi da soli”, con un aumento del 500% dal 2009 ad oggi. Nel 2019, le ricerche per il termine “Solo Women Travel” sono aumentate del 203% rispetto al 2018. Allo stesso modo, Pinterest ha riportato un aumento del 350% dei post taggati come “Solo Female Travel”, mentre, nel 2021, sono cresciute del 300% le richieste individuali a tour operator per prendere parte a viaggi di gruppo rispetto a quelle di coppie, famiglie o gruppi di amici (New York Times, 2021).

I single italiani: l’indagine Eurispes 2023

Stando ai risultati emersi dall’indagine condotta quest’anno dall’Eurispes, il 33,7% del campione dei single intervistati riferisce che nel nostro Paese il giudizio delle persone in merito alla condizione di single è “neutro”, mentre il 38,5% afferma che “dipende dai casi”. I giudizi positivi e negativi sono di molto inferiori (rispettivamente il 7,9% e il 19,8%). Essere single è una scelta personale per più di un terzo dei single (37,1%) ma per molti (62,9%) rimane una scelta obbligata da altri fattori. La maggioranza (58,9%) non ritiene che essere single dia più opportunità che limitazioni, mentre la pensa così il 41,1% dei single. Per la metà dei single (50,2%) questa condizione significa sentirsi libero, d’altronde per il 46,8% dei rispondenti quella del single è una condizione non dettata da una scelta personale, ma in qualche modo subita. Tra i più giovani decidere di essere single è più spesso una scelta personale (in media in circa il 40% dei casi tra i 18 anni e i 44 anni) e sono i 18-24enni a riferire con maggiore frequenza che l’essere single comporta per loro avere maggiori opportunità piuttosto che limitazioni. A riprova di questo orientamento, sempre tra i giovanissimi si trova la quota minore, rispetto a tutte le altre età, di chi si trova nella condizione di single senza averla scelta (39,3%) sebbene poi il senso di libertà che questo status comporta non venga trovato dai ragazzi particolarmente appagante (49,2%); l’essere single infatti fa sentire liberi soprattutto i ragazzi dai 25 ai 34 anni (61,7%).

Single italiani sempre più rilevanti nell’economia, nei consumi e nella società nel suo complesso

I single riferiscono di essere considerati restii ad assumersi delle responsabilità nel 9,9% dei casi e non realizzati nel 18,7% dei casi. Più spesso sono giudicati fortunati perché liberi (22,9%), avvantaggiati economicamente (23,8%) e di carattere difficile (24,1%). Per quanto riguarda i consumi, il 47% dei single non ha mai difficoltà a trovare al supermercato prodotti alimentari monoporzione o in piccole quantità anche se il 53% riferisce di riscontrare questo problema almeno qualche volta, spesso o addirittura sempre. Alla maggioranza degli intervistati (51,8%) non è mai capitato di dover sostenere costi elevati viaggiando in solitudine. Al 53,3% è capitato almeno una volta di trovarsi in difficoltà a sostenere le spese di alloggio non potendo dividere bollette/affitto, al 54,1% di rinunciare ad andare al cinema/teatro/concerto per mancanza di compagnia e per lo stesso motivo di viaggiare (53,8%). In conclusione, profilo del single è sicuramente mutato nel corso degli anni, così come lo è la percezione stessa che la società ne ha. Allo stesso tempo, alcune convinzioni continuano a persistere nella società, per cui il single appare come un individuo che vuole godersi la vita senza rinunce; un privilegiato, economicamente parlando, perché privo di quelle spese che gravano sulle famiglie con figli; spesso di carattere difficile, proprio perché da solo. Come già rilevato nella Ricerca condotta dall’Eurispes più di trent’anni fa, non ci avviamo verso un mondo di single, ma certamente la loro presenza sarà sempre più rilevante e, soprattutto, il loro stile di vita condizionerà sensibilmente l’economia, i consumi e la società nel suo complesso.

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