Se i pagamenti digitali sono divenuti la norma, le nuove frontiere del digital pay spingono e si evolvono per adattarsi sempre più alle esigenze degli utenti. Siamo oramai digitali non solo nella sfera personale e sociale, ma anche da consumatori: il mondo in cui paghiamo i beni e i servizi si è convertito ben presto nel comandamento del pay digital, pagamenti online per acquisti in e-commerce. Ad oggi, la prospettiva di pagare ogni sorta di prodotto direttamente dal proprio smartphone sta abbattendo le resistenze anche dei consumatori più scettici o restii al cambiamento. Ma numerose sono le novità e le alternative di consumo offerte dall’online. In generale, la World Trade Organization definisce il commercio elettronico come la «produzione, distribuzione, commercializzazione, vendita o consegna di beni e servizi per via elettronica».
Lo sviluppo della popolazione digitale: 5,16 miliardi utenti di Internet, il 64,4% della popolazione mondiale è online
Gli utenti Internet sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni (fonte: WeAreSocial), da 2,534 miliardi nel 2013 a 5,158 miliardi a gennaio 2023, risultato di una media annuale intorno all’8,6%, e del 4% negli ultimi 12 mesi. Ci sono 5,16 miliardi utenti di Internet, e il 64,4% della popolazione mondiale è ora online. Il totale degli utenti Internet globali è aumentato dell’1,9% negli ultimi 12 mesi. In Italia l’86,7% della popolazione (circa 50 milioni) è digitalizzata e utilizza Internet giornalmente. Quasi il 75% della popolazione è attivo sui Social media. Il livello di prodotti acquistati online si assesta sul 47%, valore molto simile rispetto a quello dello scorso anno, mentre aumenta il numero di persone che hanno acquistato prodotti online +1,7 milioni rispetto al 2022 (37.30 milioni di acquirenti online).
In Italia l’86,7% della popolazione è digitalizzata e utilizza Internet giornalmente
Una prima novità si chiama Pay Per Use, il modello commerciale digital-enabled, grazie al quale il consumo dei prodotti non prevede il passaggio di proprietà degli stessi ma solo l’acquisizione del diritto di utilizzo. Il continente che avrà il più alto tasso di crescita nel settore fino al 2030 è l’Europa. Il Pay Per Use si è sviluppato fra i mercati di beni di consumo tradizionalmente fondati sulla proprietà all’interno ‒ automotive, elettrodomestici e fashion, su tutti ‒ ma anche su servizi come la RC auto. La prima tipologia di guadagno legata al Pay Per Use deriva dalla flessibilità del modello, che ha un potenziale attrattivo considerevole, tale da abbattere barriere culturali o economiche all’acquisto. La seconda fonte di guadagno è data dalla possibilità di un acquisto integrato più intenso. Nel settore del digitale, ad esempio, alcuni editor offrono formule ibride, basate su un abbonamento mensile più opzioni aggiuntive. La terza fonte di guadagno è rappresentata dalle percentuali di interessi che gli utenti pagano ad ogni singolo utilizzo (solitamente il 2% della cifra pagata) calcolate sulla rata prestazionale. In Italia la prima resistenza al Pay Per Use sembra essere rappresentata da una radicata “cultura della proprietà”. In questo senso, la maggior parte degli italiani dichiara di preferire la proprietà di un bene rispetto al semplice possesso (dati Istat). Di contro, un grande vantaggio rappresentato dal Pay Per Use è il contrasto all’obsolescenza dei prodotti acquistati.
Il sistema dei pagamenti online: Buy Now Pay Later
In un contesto di rapida evoluzione è emerso come utile strumento il Buy Now Pay Later, ovvero un tipo di finanziamento a breve termine che consente all’utente di ottenere il prodotto che desidera pagandolo in diverse rate e senza interessi. L’aumento dei tassi di inflazione e la conseguente erosione del potere di acquisto hanno fornito terreno fertile per il Buy Now Pay Later. Gli altri driver sono riconducibili alla tendenza sempre più consolidata del “subscription lifestyle”, ovvero sistemi di pagamento automatizzati per il rinnovo di servizi di abbonamento. Nel sondaggio condotto da TRC Market Research e commissionato da Paypal, il 76% degli intervistati ha ammesso di ricorrere all’utilizzo del BNPL per gestire il flusso di cassa. Secondo un’indagine effettuata da McKinsey sui pagamenti digitali del 2021, il 21% degli intervistati avrebbe effettuato un acquisto di importo minore o non avrebbe acquistato affatto se non fosse stata presente come modalità di pagamento il BNPL. Il 39% ha usato il BNPL in alternativa alla carta di credito, il 31% ha utilizzato il BNPL in alternativa alla carta di debito o ai contanti. Dal 2021 al 2030 si prevede che il mercato globale del Buy Now Pay Later aumenterà a un tasso annuo di crescita composto (CARG) del 45,7%, arrivando a valere nel 2030 a 3,98 trilioni di dollari. Complessivamente, le previsioni indicano un incremento annuo del 10,9% tra 2021 e 2025 per i volumi BNPL in Italia, per un valore di mercato atteso di circa 14,5 miliardi di euro nel 2025. Il Buy Now Pay Later interessa solo il 3% del commercio elettronico nel mercato italiano ma, secondo l’osservatorio Hybrid lifestyle, questo strumento riscuote l’interesse del 50% degli italiani, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 45 e i 54 anni. Dal mercato italiano emergono dati interessati in merito all’utilizzo dei sistemi di Buy Now Pay Later rispetto ai vari segmenti generazionali. Nell’esplorazione dei dati viene confermata la tendenza del fenomeno soprattutto verso le generazioni più giovani ma rileva anche che la crescita maggiore è avvenuta tra i membri della generazione dei Baby Boomers, con un trend medio di crescita del 173%.
I dati dell’indagine Eurispes sulle nuove piattaforme a “tasso zero”
Secondo l’ultima indagine condotta dall’Eurispes e contenuta nel Rapporto Italia 2023, per affrontare l’acquisto di nuovi beni, nel 2023, il 45,8% degli italiani ha optato per la rateizzazione dei pagamenti e fra le opzioni di rateizzazione, il 16,3% ha scelto piattaforme on line che offrono servizi finanziari senza interessi (ad es. Klarna, Scalapay, ecc.). Quest’ultimo sembra uno dei fenomeni più interessanti da osservare nei prossimi anni, destinato sicuramente a crescere grazie alla formula “tasso zero” che consente di dilazionare piccoli pagamenti.
Nel 2022 in Italia sono stati transati 390 miliardi di euro con pagamenti digitali basati su carta, ovvero il 40% dei consumi
I pagamenti digitali sono sempre più diffusi in Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, nel 2022 sono stati transati 390 miliardi di euro con pagamenti digitali basati su carta, arrivando a raggiungere il 40% dei consumi, con una crescita del +18% rispetto al 2021. Guardando al futuro dei pagamenti, il 35% del campione ha dichiarato di voler utilizzare soluzioni che permettono di pagare in autonomia direttamente dal tavolo del ristorante, mentre il 31% è interessato alle soluzioni di checkout intelligente nei negozi. I pagamenti innovativi, soprattutto quelli attivati da smartphone, si stanno diffondendo anche in Italia e stanno convincendo anche i consumatori che hanno qualche riserva sugli strumenti tecnologici.