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PSD2: i clienti e la sicurezza al centro della rivoluzione dei pagamenti

di
Liliana Fratini Passi

Il mercato finanziario è al centro di una vera e propria “rivoluzione copernicana”: è l’effetto della PSD2 (acronimo di Payments Service Directive 2), l’ultima Direttiva europea sui pagamenti, che lo scorso 14 settembre ha dato il via libera ufficiale al cosiddetto “Open Banking”, un’innovazione che mira a trasformare la banca in una piattaforma aperta.
Che cosa vuol dire? Da tale data il consumatore ha maggiori opportunità di scelta sulle modalità di pagamento di prodotti e servizi, su finanziamenti anche di piccoli importi, sulla gestione dei propri risparmi e molto altro ancora. Anche le imprese potranno usufruire di inediti servizi offerti da nuovi, ed anche tradizionali, operatori finanziari sempre più in linea con le proprie esigenze.
L’Open Banking consente infatti a nuovi operatori del cosiddetto mondo fintech, ma anche banche completamente digitali (challenger banks), di entrare nel mercato dei pagamenti e stimolare la concorrenza e la creazione di nuovi servizi o l’ottimizzazione di quelli già disponibili.
Sia per gli operatori tradizionali che per i nuovi competitor non bancari si apriranno importanti opportunità di business derivanti dalla possibilità di offrire alla clientela servizi innovativi e di elevata qualità, semplificando la vita delle famiglie e delle imprese per rendere la finanza sempre più semplice, accessibile e veloce, in massima sicurezza.
In tale scenario le banche non saranno più come le conosciamo oggi, perché sta cambiando il concetto di “fare banca”. Con la PSD2 si sancisce, di fatto, il principio secondo il quale le informazioni interne alla banca appartengano al cliente, per creare vere condizioni di parità per tutti i prestatori di servizi di pagamento.
Che cosa cambia? Sia le persone fisiche sia le imprese che hanno un conto corrente online, potranno scegliere tra i servizi offerti dalla propria banca ma anche da altre banche e da altri soggetti “non tradizionalmente” bancari, definite ”Terze Parti” –quelle realtà che sono state autorizzate ad operare sul mercato perché rispondono a determinati requisiti di sicurezza – acconsentendo loro di accedere ai dati finanziari tramite le cosiddette API (Application Program Interfaces). Servizi che possono andare dalla semplice informativa – per ottenere finanziamenti, leasing, garanzie – al pagamento di beni e servizi, alla stipula di assicurazioni, fino ad arrivare all’offerta di prodotti fatti su misura del cliente. La competizione tra le banche del futuro si giocherà proprio sulla loro capacità di offrire nuovi servizi a valore aggiunto, tramite l’uso di “semplici” app.
Ciò, se da una parte migliora la vita per il consumatore, dall’altra obbliga l’industria finanziaria tradizionale ad investire importanti risorse in innovazione tecnologica e disegno di nuovi processi tecnici e di compliance, al fine di non limitarsi a “subire” l’open banking ma, anzi, sfruttando a pieno le potenzialità di business abilitate dal nuovo scenario competitivo.
Alla luce di queste significative evoluzioni del mercato finanziario, che hanno un impatto a livello internazionale, in Italia l’industria bancaria ha scelto la strada collaborativa per ottimizzare gli investimenti e razionalizzare le attività tecnico-operative richieste per le attività necessarie a garantire la compliance con la PSD2 e consentire a ciascun intermediario di realizzare, in modalità condivisa o singolarmente, lo sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto per la propria clientela.
In base alla sua ventennale esperienza nella creazione di infrastrutture collaborative sicure ed interoperabili nel mercato dei pagamenti, CBI S.c.p.a. ha realizzato CBI Globe, la piattaforma di open banking multioperatore (cioè composta da più intermediari) che ha sostenuto tutti i Prestatori di Servizi di Pagamento nell’adeguamento alla PSD2 e li sta supportando nello sviluppo di nuovi servizi per il consumatore e le imprese.
La piattaforma è stata rilasciata in produzione a partire dal 1° giugno 2019. Da tale data, sulla piattaforma sono già attive circa 300 banche, rappresentanti oltre l’80% del mercato bancario italiano: esse già scambiano chiamate sulle API esposte con circa 50 Terze Parti – in test e in produzione – per servizi informativi, definiti Account Information Service (AIS), e di pagamento, definiti Payment Initiation Service (PIS). Tra queste sono presenti anche vari operatori esteri e le banche medesime.
In questo àmbito, l’Italia con CBI Globe è una best practice a livello europeo, perché ha garantito il massimo numero di intermediari in linea con la normativa e pronti a competere a vantaggio dei propri clienti, concentrandosi ora a sviluppare anche micro-servizi evoluti nella data sharing economy.

Liliana Fratini Passi, Direttore Generale, CBI S.c.p.a.

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