Finisce l’emergenza e, già dall’inizio della “Fase 2”, la politica si riappropria dei suoi spazi nei Tg del prime time a discapito dei tanti volti della società civile, che nei mesi del lockdown erano divenuti una costante nella narrazione mediatica delle testate.
Maggio è stato il mese degli “annunci”, una dimensione di attesa in cui si è “navigato a vista”. Al di là dei toni rassicuranti, non emergono nei servizi particolari strategie o ricette. Il tema Europa e le enormi potenzialità garantite dalle risorse del Fondo Next Generations Ue hanno suscitato poco interesse. Tuttavia, gli esteri tornano ad acquisire maggior peso, con un’attenzione crescente alla difficile gestione del contagio nelle due Americhe.
Argomenti nelle aperture del prime time: i dati
Le notizie dedicate alla “Fase 2” nei suoi vari risvolti (dati sul contagio, preoccupazioni nelle Regioni, ecc.) si confermano il principale argomento nelle aperture (quasi 4 primi titoli su 10), ma, rispetto al mese di aprile, registrano un notevole calo nella loro rilevanza: si passa dal 59% sul totale delle titolazioni al 39% per il mese di maggio. La politica, dunque, recupera spazio, e ottiene il 30% delle aperture; oltre all’azione di Governo, a riappropriarsi delle aperture sono sempre più i “casi”, ossia le vicende che riguardano singole personalità: mozioni contro Bonafede, voto Salvini-Open Arms, e il caso Palamara (particolarmente presenti nei servizi delle testate Mediaset).
La predilezione del prime time nel voler raccontare “storie” che generano polemiche, emerge in modo lampante dall’attenzione alla liberazione della cooperante Silvia Romano, riportata in Italia dopo 18 mesi di prigionia. Questa vicenda, con il contorno di critiche alla conversione della giovane all’Islam, ha ricevuto dal prime time una notevole attenzione sia in termini di gerarchia nelle titolazioni, che di servizi (17 aperture, per l’8% del totale).
Gli ascolti del prime time
La platea delle edizioni serali, che in piena quarantena aveva raggiunto il picco dei 24,5 milioni di telespettatori, per scendere a 20 milioni e 850mila in aprile, in maggio si riduce vertiginosamente a quota 16 milioni e 100mila, per un calo in audience di oltre 4 milioni e 700mila telespettatori (-22,6%). Tuttavia, l’audience complessiva delle edizioni del prime time si mantiene a livelli superiori rispetto al pubblico di un’analoga settimana del maggio 2019, che registrava una media di 14 milioni e 500mila spettatori.
Anche in questo mese le variazioni più consistenti si registrano per quelle testate che avevano più guadagnato nel mese di marzo, ossia Tg5, Tg1 e Tg3. In termini di numeri assoluti, nella media quotidiana a perdere più pubblico è il Tg5 (-1.478mila), seguito dal Tg1 (-1.182mila) e Tg3 (-725mila spettatori).
Personalità politiche più citate nei titoli
Nel corso del mese di maggio trionfano i leader dei partiti, con Salvini che torna ad occupare la terza posizione per citazioni nei titoli, anche per via delle vicende connesse al caso Palamara. A superarlo è però il Ministro Bonafede, raggiunto da due mozioni di sfiducia relative alle scarcerazioni di detenuti mafiosi e per la gestione delle rivolte nelle carceri. Risalgono Di Maio e Zingaretti, con il primo che risulta molto esposto per i rapporti con la Grecia e con gli altri paesi europei. Anche in questo mese fa registrare un buon risultato Silvio Berlusconi, molto attivo sul fronte europeo.
Il commento dei dati del mese di maggio è affidato a Paolo Volterra, capo della redazione politica di Sky Tg24: «Dopo il buio dei bollettini e dell’isolamento di marzo e aprile, maggio è stato il mese delle riaperture, del lento ritorno alla socialità (distante e limitata), della ripresa di abitudini che si erano atrofizzate per oltre sessanta giorni. Niente più applausi dai balconi, né hashtag di coraggio e speranza: anche le aperture dei Tg generalisti segnano la fatica della Fase 2 e ancor più della Fase 3, quella della crisi economica più grave dalla fine della seconda guerra mondiale».
Prosegue: «Riemerge nei titoli la politica perché riemergono le tensioni che erano state silenziate nei giorni delle ambulanze e della conta delle vittime. Le scelte di politica economica e di rapporto con l’Unione europea si fanno decisive: scostamento di bilancio, trattativa sul Recovery Fund e sul Mes, soprattutto il “Decreto Rilancio”: un mega provvedimento da oltre 800 pagine che – parole del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – vale più di due Leggi finanziarie».