I Social network hanno ridisegnato in profondità il confine tra pubblico e privato, trasformando la comunicazione quotidiana in un flusso continuo di relazioni, identità e significati condivisi. Non si limitano più a essere strumenti di connessione, ma si configurano come veri e propri ambienti sociali: spazi abitati in cui prendono forma dinamiche di visibilità, riconoscimento, partecipazione. La loro presenza capillare nella vita delle persone non corrisponde, tuttavia, a un’esperienza uguale per tutti. L’accesso, l’uso e la percezione delle piattaforme digitali variano sensibilmente, modulandosi secondo l’età, le competenze, il contesto economico e il territorio di appartenenza. Il digitale, in questo senso, non è mai neutro: riflette – e talvolta amplifica – le disuguaglianze già presenti nel tessuto sociale. L’indagine dell’Eurispes (2025) conferma questa eterogeneità, restituendo un’immagine sfaccettata del rapporto tra gli italiani e i Social network. Emergono pratiche consolidate, abitudini diffuse, ma anche forme di distanza, disinteresse o esclusione più o meno consapevole. Una mappa fatta di connessioni ma anche di silenzi, di presenze costanti e di assenze che interrogano. Perché la partecipazione digitale non è mai solo una questione di accesso: è anche, e soprattutto, una questione di senso.
Il 28% degli italiani non usa i Social network e un 8% afferma di non sapere cosa siano
L’uso dei Social network è ormai ampiamente diffuso tra la popolazione italiana, ma non ancora universale. Nel 2025, il 42,4% degli italiani dichiara di utilizzarli abitualmente, mentre un ulteriore 29,6% lo fa in modo saltuario. Una quota non trascurabile, pari al 20,1%, afferma di conoscerli ma di non utilizzarli, e il 7,9% dichiara di non sapere cosa siano. Nel complesso, oltre sette italiani su dieci hanno dunque una qualche familiarità con queste piattaforme, anche se resta una fascia significativa della popolazione che ne rimane ai margini. Le differenze anagrafiche confermano un andamento fortemente generazionale. I giovani tra i 18 e i 24 anni risultano i più coinvolti: il 78,1% li utilizza abitualmente, mentre solo il 2,2% afferma di non sapere cosa siano. L’uso resta elevato anche nella fascia 25-34 anni (71,1%), ma cala progressivamente nelle fasce successive: 56,8% tra i 35-44enni, 38,7% tra i 45-64enni e appena l’11,7% tra gli over 64. In quest’ultimo gruppo, la distanza con la dimensione digitale è ancora più evidente: il 37,2% conosce i Social ma non li usa, e il 20,7% non li conosce affatto. Questo quadro conferma l’esistenza di un marcato divario digitale legato all’età, che riflette differenze sia nella familiarità tecnica sia nella percezione dell’utilità sociale e personale degli strumenti. Le differenze territoriali sono meno marcate, ma comunque significative. L’utilizzo abituale si attesta su livelli simili in quasi tutte le aree del Paese, solo nelle Isole si registra la percentuale più alta sia di chi non conosce i Social sia di chi non li utilizza.
I dati evidenziano il peso di variabili come l’età, la condizione familiare e il contesto relazionale nel modulare l’esperienza digitale
L’esperienza della connessione non è univoca né omogenea. Per alcuni, i Social network rappresentano uno spazio di espressione, appartenenza e sollievo dalla solitudine; per altri, costituiscono invece una fonte di distrazione, pressione sociale o affaticamento emotivo (Berryman et al., 2018). L’indagine condotta ha rilevato come queste esperienze si distribuiscano in modo diseguale all’interno della popolazione, sottolineando un quadro sfaccettato delle emozioni, delle percezioni e delle abitudini legate all’uso quotidiano dei Social network. I dati evidenziano anche il peso di variabili come l’età, la condizione familiare e il contesto relazionale nel modulare l’intensità e il significato dell’esperienza digitale. In particolare, emerge che il 46,6% degli italiani percepisce i Social come una fonte di distrazione e di tempo sottratto ad altre attività, mentre il 38,3% avverte il bisogno di collegarsi frequentemente. Una parte consistente della popolazione riferisce anche un impatto positivo in termini di libertà espressiva: il 39,5% dichiara di sentirsi più libero di esprimersi e interagire con gli altri. Rispetto alla sfera emotiva e relazionale, il 35,4% afferma di sentirsi meno solo grazie all’uso dei Social network, mentre il 35,3% riferisce di sentirsi al di fuori del mondo reale. Meno diffuso, ma comunque rilevante, è il nervosismo quando non si ha la possibilità di collegarsi, segnalato dal 29,2% dei rispondenti.
Il 38,3% degli italiani avverte il bisogno di collegarsi frequentemente ai Social
I giovani tra i 18 e i 24 anni risultano i più coinvolti sotto il profilo emotivo e relazionale: il 68,5% sente il bisogno di collegarsi frequentemente, il 50,9% si sente meno solo, e il 53,3% afferma di sentirsi più libero di esprimersi e interagire. Tuttavia, anche le percezioni problematiche sono consistenti: il 43% si sente almeno in parte fuori dal mondo reale, e il 49,7% percepisce una perdita di tempo legata all’uso dei Social. Con l’aumentare dell’età, si osserva una progressiva inversione di tendenza. Tra i 35 e i 44 anni, il 66,9% del campione non si sente fuori dal mondo reale, il 61,2% non avverte un bisogno costante di collegamento e il 68,7% non si sente meno solo. Anche gli effetti positivi sono meno percepiti: solo il 31,3% dichiara di sentirsi meno solo e il 42,7% afferma di sentirsi più libero di esprimersi e interagire. La distanza con i Social si accentua ulteriormente tra i 45 e i 64 anni, e tra gli over 64, la relazione con i Social risulta ancor più marginale e distante. Oltre il 70% degli over 64 non sperimenta in modo rilevante né effetti positivi né negativi legati all’uso dei Social network, a conferma di una relazione più distaccata, strumentale e meno emotivamente marcata rispetto alle generazioni più giovani.
Chi vive da solo è più esposto agli effetti dei Social: il 36,5% dichiara di sentirsi meno solo e il 31,8% è nervoso in caso di disconnessione
Anche la condizione familiare incide in modo rilevante sulle percezioni legate all’uso dei Social. Chi vive da solo appare più esposto sia agli effetti positivi sia a quelli problematici: il 36,5% dichiara di sentirsi meno solo, il 42% afferma di sentirsi più libero di esprimersi e interagire con gli altri, il 44,2% avverte frequentemente il bisogno di collegarsi, e il 31,8% riferisce nervosismo in caso di disconnessione. Chi vive in coppia con figli o come genitore single mostra invece un rapporto più distaccato e funzionale con le piattaforme digitali. Nello specifico, tra le coppie con figli, il 68,4% non sente un bisogno costante di connessione, il 65,8% non si sente meno solo, il 63,6% non percepisce maggiore libertà di espressione, e il 73,7% non manifesta nervosismo se non connesso. In modo simile, i genitori single risultano i meno coinvolti emotivamente: il 71,2% non avverte il bisogno di collegarsi frequentemente, il 74,6% non si sente meno solo, il 59,3% non percepisce una maggiore libertà espressiva o una limitazione nell’interagire con gli altri, e il 79,7% non prova disagio in caso di assenza di connessione. Infine, tra coloro che vivono in coppia senza figli, si osserva una posizione intermedia ma più simile a quella dei nuclei familiari più strutturati.