Si parla sempre più spesso di nuove tecnologie, tra le quali spicca l’Intelligenza Artificiale. Tutti ne parlano, ma in pochi sembrano conoscere realmente questa tecnologia e ancor meno ne immagino gli sviluppi e le applicazioni future. Oltre all’AI, i Social Network hanno rivoluzionato lo stile di vita e di relazione delle persone, oltre ad aver creato nuovi sbocchi lavorativi, professionalità e opportunità legate a quel mondo. L’Eurispes, nell’ultimo Rapporto Italia 2024, ha catturato un’immagine delle opinioni degli italiani sull’Intelligenza Artificiale e sui Social Network, ottenendo una panoramica chiara sul grado di informazione e sulla percezione dei rischi associati a queste tecnologie, focalizzandosi in particolare sulle differenze generazionali.
Intelligenza artificiale, questa sconosciuta
Nonostante il clamore suscitato dalla diffusione delle AI, gli italiani non sembrano essere molto informati sull’argomento. Un italiano su tre ha una vaga idea di che cosa sia l’Intelligenza Artificiale (33,9%) e una quota simile afferma di non saperne nulla (31,9%). Fra i più informati, prevalgono quanti affermano di saperne abbastanza (25%), mentre solo uno su dieci dichiara di essere molto informato sull’argomento (9,2%). Prevedibilmente, ad essere informate “molto” e “abbastanza” sull’argomento sono le fasce d’età più giovani (tra i 18-24enni sono il 62,5%; tra i 25-34enni il 56,3%). All’aumentare dell’età diminuisce gradualmente la percentuale di quanti si dichiarano molto informati e cresce quella relativa a chi non ne sa nulla. A chi ha risposto di sapere che cosa sia l’AI è stato chiesto di esprimere il proprio grado di accordo su alcune affermazioni. Rispetto alla sua utilità, la maggioranza del campione si esprime positivamente (65,8%), come anche sull’idea che sia controllabile (54,1%); ma la maggior parte del campione concorda anche nell’affermare che sia pericolosa (57,4%) e che si sostituirà all’uomo (54,2%). Meno condivisa è l’opinione che ci pentiremo di averla creata (47,6%).
Solo un italiano su dieci dichiara di essere molto informato sull’Intelligenza Artificiale
La maggioranza di chi ha dichiarato di conoscere in qualche misura l’Intelligenza Artificiale, afferma però di non averla mai provata (53,9%); circa un rispondente su tre ne ha fatto un uso sporadico (una volta/qualche volta, 33,4%) e solo il 12,7% la utilizza frequentemente/abitualmente. L’età e la dimestichezza con la tecnologia fanno la differenza anche in questo caso: non hanno mai provato ad usare l’AI il 73% degli over 64, il 60,7% dei 45-64enni, il 49,8% dei 35-44enni, il 42,9% dei 25-34enni e solo il 26,1% degli under 24; questi ultimi nel 52,8% dei casi l’hanno usata una volta/qualche volta. Chi ha provato ad utilizzare l’AI lo ha fatto spinto dalla curiosità di vedere come funzionasse (72,4%) e per motivi di svago/gioco (63,7%). Il 46% l’ha utilizzata per lavoro e il 41,5% per motivi di studio.
Per il 72% degli italiani i Social Network diffondono modelli di comportamento sbagliati e stili di vita basati solo su ricchezza e superficialità
I giudizi espressi nei confronti dei Social sono piuttosto severi: il 78,3% degli italiani pensa che i Social favoriscano la diffusione di fake news; il 73,3% che favoriscano il cyberbullismo fra i ragazzi; il 72,3% che diffondano modelli di comportamento sbagliati e anche che esaltino stili di vita basati solo su ricchezza e superficialità; il 69,5% che favoriscano l’espressione dell’aggressività e della violenza verbale; il 66,1% che danneggino la vita sociale. La prima preoccupazione nei giudizi espressi da tutte le fasce d’età è la diffusione delle fake news (84,8%, 35-44 anni; 81,3%, 18-24 anni; 81,1%, 45-64 anni; 79,1%, 25-34 anni; per gli over 64 le risposte affermative si fermano al 69,3%); fanno eccezione i rispondenti con più di 65 anni che mettono al primo posto l’esaltazione di stili di vita basati su ricchezza e superficialità (73,4%). Più preoccupati per la diffusione del cyberbullismo fra i giovani sono i 25-34enni (76,4%), seguiti dai 45-64enni (76,2%). Nel complesso, a differenza di quanto accade per i rischi legati all’utilizzo dell’AI, i più giovani offrono giudizi meno preoccupati per quelli associati ai Social Network, più condivisi dalle fasce d’età centrali e dagli over 64.
Circa 1 intervistato su 5 è stato vittima di aggressività o ingiurie sui Social o in Rete, i più esposti sono i giovanissimi
Circa un intervistato su cinque è stato vittima di aggressività o ingiurie sui Social/in Rete (21,3%) e di truffe informatiche (20,7%); il 18% ha visto violata la propria privacy (pubblicazione di video/foto in cui era presente, senza aver dato il consenso); poco meno sono le vittime di inganno da falsa identità (17,7%); il 14,9% ha subìto il furto di identità; il 14% cyber stalking e l’8,1% è stato vittima di revenge porn (pubblicazione di sue foto/video intimi senza il suo consenso, per vendetta, ricatto, ecc.). A cadere più spesso nella trappola dei reati informatici sono, prevedibilmente, le fasce d’età che frequentano con più assiduità la Rete e i Social Network. Altrettanto ampia è la forbice fra chi ha subìto la violazione della propria privacy (il massimo 34,1% fra 18 e 24 anni e il minimo dopo i 64 con il 10,4%). In generale, i giovanissimi sono quelli che si sono imbattuti più spesso nei comportamenti in esame (34,7% aggressività/ingiurie; 34,1% violazione della propria privacy; 29,5% truffe informatiche; 27,3% inganno da falsa identità; 22,7% furto di identità; 14,2% revenge porn).