Bomba o non bomba

“Bomba o non bomba arriveremo a Roma, malgrado voi”. Così cantava il grande Antonello Venditti. Erano anni di grandi rischi, di grandi pericoli, di grandi incertezze, ma l’Occidente intero non aveva paura di nulla, ma proprio di nulla.

Non è che la storia ha cambiato direzione nell’ultimo decennio nè che l’Occidente sia debole e o indifeso.

Semmai è vero il contrario.

Il soft power occidentale conta di più dei missili, dei carroarmati e delle portaerei. Molti, fra quelli che conosco, sono spaventati dalla presunta bomba H nord Coreana, io sono più preoccupato per il ruolo sempre maggiore di condizionamento dell’economia Cinese su quella del resto del mondo.

I servizi segreti sud Coreani smentiscono che sia una bomba all’idrogeno anzi dicono che é una normale bomba atomica neppure ben riuscita.

La domanda vera da porsi è come fa un popolo stremato a seguire ancora un dittatore quanto meno stravagante per non dire qualcosa di più serio e grave.

Quello della Corea del Nord è un mistero orientale che neppure gli aiuti di centinaia di migliaia di tonnellate di cibo inviate da Clinton ad un paese affamato per ben due volte sono riuscite a dissipare.

Certo la Cina crede che per lei la Corea del Nord sia una opzione geostrategica importantissima, ma è evidente che oggi la Cina vorrebbe un atteggiamento da parte della Corea del Nord più consono alle regole diplomatiche che oggi passano nel mondo globalizzato.

La Cina comunista sa perfettamente che il suo problema prioritario è la sua stessa economia e una ridistribuzione del reddito basata su ulteriori aumenti salariali, sicurezza sanitaria e previdenziale.

Oltre a ciò sanno perfettamente che pivot to Asia non è un gioco e che può fare molto male. Obama non è un Presidente per caso.

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