Negli anni Cinquanta il grande Totò, alias principe De Curtis, faceva provare in modo molto casereccio il fascino dell’Oriente con il suo ‘Il turco napoletano’.
Il nostro era un Paese piuttosto semplice che voleva ridere. E ci riusciva.
Oggi è tutto più complicato, ma anche molto interessante.
Per esempio a Roma si è aperta,al Maxxi,una mostra straordinaria “Istambul. Passione, gioia, furore”, più di cento opere di artisti ed architetti sul cambiamento turco. L’esposizione racconta il rapporto fra Medio Oriente ed Europa.
Questa esposizione fa capire quanto sia forte lo scontro in Turchia fra Erdogan e la Turchia laica. Fra vecchie illusioni ed una società pluralista e democratica.
Ed ecco la notizia che il califfo à stato curato in Turchia ed ora è a Sirte.
Scandalo, ma la Turchia smentisce, con forza, ma le accuse diventano anche più precise.
Tutto passa attraverso “l’autostrada della Jihad tra sud turco e nord siriano”, dove si muovono non solo i foreign fighters,ma anche i commerci illeciti che arricchiscono le finanze dell’Isis.
Non potevano mancare accuse ad Israele, che è accusata di curare in Galilea un gran numeri di Takfiri, jihadisti sunniti.
L’Iran accusa tutti e due di usare il califfo contro di sè.
Obama e Putin sono gli arbitri.
La povera gente, come sempre, paga ilprezzo più alto e non sa quando smetterà di piangere i suoi morti.