In un contesto caratterizzato da profonde trasformazioni che condurranno verso un modello di mobilità connessa, automatizzata e sostenibile emerge un crescente interesse verso una nuova disciplina denominata diritto dell’automotive. Esso compendia un complesso di discipline che riguardano i veicoli e il loro impatto sociale, economico, ambientale ed urbanistico, valorizzando come chiave di lettura la loro convergenza verso l’obiettivo di regolare l’universo dell’automotive secondo una visione organica che racchiude una molteplicità di profili che si riflettono su ogni fase della lunga catena che collega l’acquisizione delle materie prime, la progettazione e fabbricazione dei componenti del veicolo finito, la sua commercializzazione, l’assistenza ed il monitoraggio post-marketing, l’utilizzo del veicolo conforme alle regole che governano la circolazione stradale e le responsabilità che scaturiscono dalla loro violazione. Muovendo da queste considerazioni, Enrico Al Mureden – ordinario di Diritto civile nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna e docente di Product Safety, Product Liability and Automotive nel Corso di Laurea in Advanced Automotive Engineering nella Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER) – sottolinea l’opportunità di creare un “terreno culturale comune” nel quale favorire il dialogo tra le diverse professionalità che convergono verso il settore dell’automotive. In questa prospettiva si muove un progetto che si articola in una iniziativa editoriale (il volume Diritto dell’Automotive. Dalla fabbrica alla strada: tra regole, mercato, tecnologia e società, Società editrice il Mulino, Bologna 2024), e nell’istituzione presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna di un doppio ciclo di seminari in lingua italiana e in lingua inglese dedicati al Diritto dell’automotive.
Le profonde trasformazioni in atto condurranno verso un modello di mobilità connessa, automatizzata e sostenibile
Il diritto dell’automotive, come sostiene l’autore Al Mureden, risponde all’esigenza di valorizzare una specializzazione che consente al giurista – sia esso impegnato nella funzione legislativa, in quella del consulente d’impresa, in quella dell’avvocato o del giudice – di instaurare un positivo rapporto di sinergia con altre figure professionali del settore automotive che, pur provenendo da background formativi quali quello dell’economia e dell’ingegneria, sono necessariamente chiamate ad interagire in un settore caratterizzato da un’intensa commistione tra diritto e tecnica. Queste considerazioni, riferibili al quadro normativo e produttivo attuale, sembrano acquistare ulteriore rilevanza qualora si consideri la prospettiva, ormai imminente, di una rivoluzione tecnologica caratterizzata dalla transizione verso nuove forme di mobilità e dalla diffusione dei veicoli elettrici, altamente automatizzati e connessi. In un simile scenario – nel quale si delinea un progressivo ridimensionamento della centralità della condotta umana nell’attività della guida assistita e governata da meccanismi automatizzati – si profila l’esigenza di un complessivo ripensamento delle discipline funzionali alla prevenzione degli incidenti ed al risarcimento dei danni che essi provocano, nonché quella di adeguare le regole che governano la sicurezza e la qualità dei prodotti ad un contesto sempre più pervaso dall’incidere dell’Intelligenza Artificiale. Sotto questo profilo, l’approvazione dell’Artificial Intelligence Act consente di cogliere le profonde trasformazioni già in atto nel settore automotive e di prefigurare – proprio in ragione della presenza sui veicoli di complessi sistemi di AI – l’esigenza di apportare significative modifiche alle attuali discipline. In quest’ottica, i cultori delle materie giuridiche saranno chiamati a regolare fenomeni completamente nuovi assumendo un ruolo “proattivo” volto a creare un “ambiente giuridico” che consenta di coniugare il valore dell’efficiente funzionamento del mercato con quello della centralità della persona e della sua tutela. In questo senso appare emblematico il riferimento al lavoro attualmente svolto nell’ambito del Global Forum for Road Traffic Safety (WP.1) al fine di creare un ambiente giuridico idoneo a favorire lo sviluppo della guida assistita e automatizzata (Legal Instrument on the use of Automated Vehicles in Traffic).
Il diritto dell’automotive si propone di creare un tessuto culturale comune in cui professionisti con percorsi diversi convergono nel settore automotive
Nello scenario attuale, pertanto, diviene imprescindibile non solo la finalità di garantire una solida e profonda formazione giuridica specialistica nel settore dell’automotive, ma anche quella di assicurare che l’esasperata valorizzazione delle “specializzazioni verticali” sia compensata da un’adeguata attenzione allo sviluppo di “competenze trasversali di base” che consentano a ciascun cultore di ogni singola materia di poter cogliere una visione d’insieme nella quale contestualizzare la propria specializzazione, dialogando con i professionisti di tutte le materie che concorrono all’individuazione dei punti di equilibrio ragionevoli tra istanze di tutela della persona e dell’ambiente, di sostenibilità economica e di sostenibilità sociale. In questa prospettiva, lo sviluppo di una disciplina denominata “diritto dell’automotive” si propone la finalità di creare un tessuto culturale comune nell’ambito del quale professionisti che provengono da percorsi formativi differenziati e convergono verso il settore dell’automotive siano in grado di coniugare le proprie competenze specialistiche con una spiccata propensione all’approccio multidisciplinare ai problemi e all’individuazione di soluzioni efficienti ed equilibrate.
*Benedetta Cosmi, Coordinatrice del Laboratorio sul capitale umano dell’Eurispes.