Le variazioni societarie come indicatori delle dinamiche criminali

variazioni societarie

Le variazioni societarie diventano, in tempo di crisi post-Covid, un indicatore di mobilità dell’economia illegale all’interno del tessuto economico legale. La domanda a cui oggi sono chiamate più frequentemente a rispondere le Forze di polizia riguarda infatti gli effetti che la pandemia produrrà sulle dinamiche criminali e, in particolare, come interviene la criminalità organizzata nell’economia legale, approfittando della crisi economica e dei finanziamenti europei in arrivo. L’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso (https://www.interno.gov.it/it/notizie/covid-economy-quinto-report-dellorganismo-permanente-monitoraggio-lamorgese-lavoro-tutelare-leconomia-legale) ha attenzionato i settori chiave dell’economia elaborando una serie di Report sulle dinamiche criminali odierne e sui rischi legati alla situazione attuale.

«Siamo consapevoli che i 12 mesi analizzati non costituiscono un lasso temporale statisticamente significativo – ha spiegato il Prefetto Vittorio Rizzi, Presidente dell’Organismo permanente – tanto più che l’ampio ventaglio degli interventi assicurati dallo Stato per contrastare una crisi senza precedenti ha inciso sui parametri economici di riferimento. Gli elementi emersi possono costituire, però, il preludio di ciò che potrebbe verificarsi nell’immediato futuro e sono indizi utili per adottare le conseguenti contromisure a tutela della sicurezza e dell’economia».

Sotto osservazione gli effetti della pandemia sulle dinamiche criminali

Lo sforzo fatto dall’Organismo permanente, in particolare, è stato quello di individuare possibili indizi di infiltrazione criminale nell’economia concentrando l’attenzione sulle variazioni societarie registrate in Italia da marzo 2020 a febbraio 2021, confrontate con quelle relative all’analogo periodo precedente. Con tale analisi si è voluto individuare il trend del periodo Covid rispetto all’anno precedente per valutare l’impatto della crisi in atto sulle variazioni societarie e verificare se queste ultime possano in qualche modo costituire degli indizi di infiltrazione criminale nell’economia.

Uno specifico focus è stato inoltre dedicato alle variazioni societarie relative alle aziende colpite da interdittiva antimafia, vale a dire dal provvedimento amministrativo del Prefetto che ha l’obiettivo di tutelare l’economia da infiltrazioni della criminalità organizzata e che esclude l’imprenditore da contratti con la PA. In questo modo, l’incrocio dei dati ha prodotto un chiaroscuro ancora più rispondente alla realtà criminale nel nostro Paese, alle modalità di azione e presenza nel tessuto economico legale.

+9,7% di società colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia nel 2020

Per quanto riguarda le variazioni societarie, sono stati evidenziati alcuni indicatori di criticità quali, ad esempio, la presenza, tra le persone fisiche in esse coinvolte, di individui noti alle forze di polizia per precedenti relativi ad una serie specifica di reati o persone vicine a questi ultimi.

Dalla comparazione del totale delle variazioni nei due periodi è emersa una leggera flessione nel periodo Covid pari al -6,30%, riconducibile, verosimilmente, alla repentina stagnazione economica forzata dai ripetuti lockdown locali e/o nazionali e dall’incertezza dei tempi di riapertura delle attività economiche non considerate essenziali. Ma a fronte di questo trend, nel 2020 si registrano un incremento del 7% delle segnalazioni per operazioni sospette analizzate rispetto al 2019 e un aumento del 9,7% del numero delle società colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia nel periodo marzo 2020-febbraio 2021 rispetto all’analogo arco temporale precedente. Tali dati devono essere letti nel segno di un contestuale innalzamento nel periodo Covid dell’attenzione delle Forze di polizia e degli altri organismi deputati a scongiurare infiltrazioni illecite nell’economia legale: un controllo maggiore a fronte di maggiori rischi.

Immobiliare e commercio all’ingrosso i settori più interessati dalle variazioni societarie

I settori più interessati dalle variazioni societarie, per entrambi i periodi indicati, sono rappresentati dal settore immobiliare e da quello del commercio all’ingrosso. Le regioni dove si è registrato, in valore assoluto, il numero maggiore delle variazioni societarie considerate sono la Lombardia, il Lazio, il Veneto, la Campania e l’Emilia Romagna in entrambi i periodi.

L’approfondimento e l’analisi dei dati evidenziano un valore in aumento nel periodo Covid tanto del numero di società interdette (+9,7%) quanto del numero delle società interdette che hanno registrato variazioni societarie (+47 %).

Il settore delle costruzioni maggiormente interessato da provvedimenti interdittivi

Tale evidenza conferma come le variazioni societarie costituiscano uno strumento di cui le organizzazioni criminali spesso si avvalgono al fine di inquinare il tessuto economico produttivo, mentre l’aumento dei provvedimenti interdittivi è il segnale positivo di un sistema che possiede gli anticorpi per intercettare gli indizi di anomalia e bloccare per tempo l’operatività delle società infiltrate.

Il settore maggiormente interessato da provvedimenti interdittivi è rappresentato dalle costruzioni. Le percentuali maggiori di variazioni societarie sono state registrate in Calabria, Sicilia e Campania, con una flessione per la Lombardia nel periodo Covid e con l’ingresso del Piemonte e della Puglia al posto dell’Emilia Romagna.

Circa il 25% delle persone coinvolte nelle variazioni societarie presentano criticità dritte o indirette

L’analisi è stata, poi, ulteriormente approfondita con un’estrapolazione dei dati in via sperimentale rispetto a quattro province campione (Reggio Emilia al Nord, Latina al Centro, Cosenza al Sud e Trapani per l’area Isole), dove già in passato evidenze investigative hanno documentato l’infiltrazione nell’economia da parte di sodalizi criminali di tipo mafioso. I risultati di questo approfondimento di analisi sulle quattro province hanno fatto emergere, su 2.591 persone coinvolte nelle variazioni societarie nel semestre ottobre 2020 – marzo 2021, 644 soggetti (il 24,8%) con criticità dirette o indirette (per contiguità o frequentazioni con persone che presentano suddette criticità). In particolare, il 7,4% delle 2.591 persone (vale a dire 193 soggetti), presentano criticità dirette mentre 451 (pari al 17,4% del totale delle persone coinvolte nelle variazioni societarie) fanno registrare criticità indirette.

Rispetto ai 193 profili con criticità dirette sono stati considerati il totale dei reati ad essi riconducibili (243) nonché le prime quattro categorie delittuose più ricorrenti (corrispondenti al 62% del totale dei reati), che sono: reati fiscali e reati finanziari (con percentuale di incidenza del 25%); associazione finalizzata alla produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope (17%); truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (14%); estorsione (6%).

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