Russia, le misure sociali anti-Covid aprono al Reddito di Base Universale?
In tutto il mondo l’impatto socio-economico della pandemia da Covid-19 ha portato un drastico aumento del tasso di malattia, disoccupazione, povertà, mortalità e, soprattutto, di ingiustizia sociale. In risposta alle conseguenze di questa crisi globale, che ha colpito duramente i sistemi statali, i governi hanno messo in campo le più diverse misure di politica economica, monetaria e sociale volte a ridurre al minimo gli effetti più negativi di tale situazione, in particolare con un’ottica di riduzione dei rischi di manifestazione delle tensioni sociali. Ciò è accaduto anche in Russia dove – in aggiunta alle iniziative del governo centrale – alcuni governi regionali hanno realizzato dei propri programmi integrativi e supplementari, finalizzati soprattutto al sostegno delle condizioni di vita dei cittadini. Facendo riferimento a questo insieme di misure e in particolare all’introduzione di nuove forme di sostegno sociale, il Prof. Vyacheslav Bobkov**, Direttore dell’Istituto ISESP-RAS, e Igor Shichkin***, responsabile del Centro sull’Economia del Lavoro dell’Università di Economia Plekhanov di Mosca, si sono posti una domanda che vale per la Russia come per tutti i nostri sistemi: la situazione di crisi pandemica, e le relative misure di contrasto, hanno creato le condizioni per l’introduzione del Reddito di Base Universale (Universal Basic Income UBI) della cui opportunità si è iniziato a discutere ampiamente in ambito internazionale?
Primo impegno del governo: bloccare l’impoverimento
Nel Rapporto 2022 della Rete Europea sulla precarietà sociale SUPI i due esperti russi – dopo aver illustrato il tipo di provvedimenti attuati dal governo centrale russo durante la fase più acuta della pandemia – hanno presentato i risultati di una importante indagine in profondità svolta nel 2020 nel mondo accademico per capire se vi sia una possibile correlazione tra la novità delle misure sociali e la possibilità di compiere un passaggio successivo all’applicazione diffusa del Reddito di Base Universale. Per comprendere il valore di questa indagine, occorre tener presente che di fronte alla pandemia il governo russo ha inizialmente focalizzato la sua azione sull’introduzione di misure di sostegno al sistema economico e produttivo, operando a favore di alcune categorie di lavoratori e imprese. Queste misure sono state certamente utili, considerato che hanno frenato il calo del Pil, diminuito solo del 4% rispetto all’anno precedente. Inoltre, grazie all’erogazione di contributi sociali aggiuntivi, il governo è riuscito a far abbassare la quota di cittadini con un reddito inferiore al livello di sussistenza dal 12,3% del 2019 al 12,1% della fine del 2020. Questi contributi sociali aggiuntivi – misure molto simili al Reddito di Base Universale (UBI) – sono stati in grado di ridurre la povertà assoluta, anche grazie alla loro combinazione con l’assistenza sociale già esistente. «L’importo dell’indennità di disoccupazione», sottolineano i due studiosi, «è stato corrisposto nel rispetto del minimo di sussistenza già stabilito a livello regionale. Ai disoccupati che hanno figli minorenni nelle loro famiglie sono stati erogati dei contributi aggiuntivi in modo regolare, per una somma pari a 3mila rubli (circa $ 40) mensili. Inoltre, a tutte le famiglie con bambini di età inferiore a 16 anni sono stati versati, per diversi mesi, dei contributi per una somma pari a 10mila rubli (circa $ 134)».
Il mondo scientifico a confronto sul Reddito di Base Universale in Russia
L’indagine dei due studiosi, Bobkov e Shichkin, ha fatto riferimento a tali provvedimenti governativi di sostegno sociale generalizzato ed ha coinvolto un gruppo selezionato di 52 esponenti della comunità accademica, ai quali è stato chiesto: «È possibile attuare in Russia il Reddito di Base Universale?». Sulla base delle risposte, gli scienziati si sono divisi tra coloro che ritengono impossibile, allo stato attuale, l’introduzione di tale provvedimento (45,1% degli intervistati) e coloro che, invece, pensano che il momento sia giusto per adottare in Russia alcune forme transitorie di Reddito di Base Universale (49% degli intervistati). Il 5,9% degli intervistati, invece, si è limitato a riconoscere la semplice “probabilità” dell’introduzione di una tale misura. In generale, è stato ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica «che le suddette misure governative di sostegno e integrazione generalizzata dei redditi delle persone potrebbero rappresentare un importante punto di partenza per introdurre il Reddito di Base Universale (UBI) nel paese». Alcuni scienziati, infatti, hanno voluto sottolineare che l’introduzione dell’UBI sarebbe un ottimo strumento per ridurre la povertà, garantire standard di vita minimi per la popolazione vulnerabile (93,5%), ridurre le disuguaglianze socio-economiche, garantire la giustizia sociale in termini di diritto a una vita dignitosa e alle pari opportunità (51,5%) ed avere un impatto positivo sulle dinamiche dell’occupazione e del mercato del lavoro.
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I vantaggi della sperimentazione di nuove tutele dei redditi
Come evidenziano Bobkov e Shichkin, «dall’insieme degli elementi di questa verifica promossa con gli esponenti del mondo accademico, emerge con chiarezza che sarebbe opportuno testare alcune forme transitorie di Reddito di Base Universale in Russia». In particolare, questa misura sarebbe da applicare alle seguenti situazioni:
- per le famiglie a basso reddito con bambini;
- per i giovani lavoratori laureati nelle università ed inseriti per la prima volta nel mercato del lavoro;
- per i disoccupati che sono stati registrati presso i centri per l’impiego e che hanno ricevuto erogazioni aggiuntive ed integrative del normale sussidio di disoccupazione;
- per i lavoratori con rischi di lavoro precario, in particolare per i lavoratori occupati nelle piattaforme digitali.
L’applicazione del Reddito di Base Universale in Russia
L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha infatti creato in Russia le condizioni per individuare delle soluzioni possibili al difficile problema della definizione ed applicazione del Reddito di Base Universale, considerando, inoltre, che i vantaggi dell’applicazione di un principio di sostegno sociale incondizionato e generalizzato supererebbero obiettivamente quelli prodotti dalle misure di sostegno mirato. «Da aggiungere», affermano Bobkov e Shichkin, «la verifica evidente del fatto che le erogazioni incondizionate di tali sussidi non determinano inevitabilmente una crescita dell’inflazione. E, ancora: in situazioni emergenziali di crisi, le erogazioni relative al reddito UBI possono essere effettuate senza particolari test di prova; in questo caso, è evidente che le erogazioni sono sollecitate e giustificate dallo stato di necessità in cui viene a trovarsi una intera popolazione». Tutti gli elementi, perciò, indicherebbero che i tempi sono ormai maturi per avviare la promozione delle erogazioni incondizionate a sostegno dei redditi, secondo i princìpi e la logica del Reddito di Base Universale UBI, nel quadro di una rinnovata e rafforzata politica sociale pubblica.
**Vyacheslav Bobkov, Professore, Università di Economia Plekhanov. Direttore, Istituto di Studi Socio-Economici della Popolazione ISESP Accademia delle Scienze di Russia – RAS.
***Igor Shichkin, Responsabile Ricerca del Centro per l’Economia del Lavoro, Università di Economia Plekhanov.Mosca – Russia. Riferimento: Rete Europea SUPI sulla Precarietà Sociale 2022 (Berlino-Roma).
*Ida Nicotera, Dipartimento Internazionale dell’Eurispes.