Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato, come ampiamente documentato da studi di settore sulla salute mentale, un notevole aumento del disagio psicologico nella sua popolazione, con un incremento esponenziale delle richieste di assistenza. Circa il 6% della popolazione adulta in Italia ha sofferto, nel biennio 2021-2022, di sintomi depressivi, più frequenti all’aumentare dell’età e tra chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate. Tra gli anziani la stima è del 9% ma arriva al 30% tra quelli con difficoltà economiche (Istituto Superiore di Sanità). Il Governo italiano ha risposto a questa emergenza con l’adozione di una serie di misure, come il “bonus psicologo” e l’istituzione di tavoli tecnici e leggi mirate a migliorare i percorsi di prevenzione, trattamento e abilitazione. Nonostante queste buone prassi, la situazione resta incerta. Esiste una disparità significativa tra la necessità di cure e la disponibilità effettiva di servizi per affrontare il disagio psicologico dei cittadini. Si stima, infatti, che solo un terzo di coloro che sono affetti da disturbi psicologici ricevano un trattamento adeguato. Nonostante 230.000 italiani abbiano richiesto il bonus psicologo, i fondi disponibili saranno in grado di coprire soltanto l’11% delle richieste.
L’indagine dell’Eurispes sul consumo di psicofarmaci degli italiani
L’Eurispes ha dedicato una sezione dell’annuale indagine campionaria al tema del consumo di psicofarmaci. Ai partecipanti alla rilevazione è stato chiesto se nel corso dell’ultimo anno avessero assunto farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici. Il 19,8% degli interpellati ha assunto farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici nel corso dell’ultimo anno, contro l’80,2% di chi non ne ha fatto uso. Sono soprattutto gli anziani (65 anni e oltre) a far registrare le percentuali più alte di assunzione (22,4%). Una maggiore incidenza di consumo di psicofarmaci è stata rilevata tra le donne (il 21,7% contro il 17,8% degli uomini).
I medicinali più diffusi per la salute mentale
Ansiolitici e tranquillanti sono tra i farmaci psicotropi più utilizzati anche se con diversa frequenza (85,1%): nello specifico, ne ha fatto uso il 51,4% qualche volta, il 24,9% spesso, l’8,8% sempre. Seguono, gli antidepressivi (usati complessivamente nel 51,2% dei casi), gli stabilizzatori dell’umore (40,5%) e gli antipsicotici (21,4%). Tra chi ne fa uso, il 43,8% investe mediamente tra i 31 e i 100 euro mensili per psicofarmaci psicoattivi e terapie correlate. Inoltre, il 41,3% dichiara di spendere meno di 30 euro al mese.
Circa 3 italiani su 10 hanno consultato uno psicologo, il 10% ha seguito sedute di terapia online
Circa 3 italiani su 10, il 29,7% del campione totale, hanno cercato il sostegno di uno psicologo. Il 10,3% ha seguito sedute di terapia online. Una percentuale più bassa ha sperimentato la terapia psichiatrica (7,6%) oppure ha partecipato a terapie psicologiche di gruppo (6,7%). Il 5,3% dei rispondenti ha indicato di aver frequentato centri di sostegno per le dipendenze. La pratica meno diffusa risulta essere l’ipnosi (3,5%). Sempre secondo le rilevazioni Eurispes dall’ultimo Rapporto Italia, sono soprattutto le donne, rispetto agli uomini, a sperimentare in misura leggermente maggiore le diverse forme di supporto psicologico e terapeutico. Ad esempio, una percentuale maggiore di donne ha seguito sedute da uno psicologo, sia in forma tradizionale che online, corrispondenti rispettivamente al 31,7% (rispetto al 27,7% degli uomini) e all’11,6% (rispetto all’8,9% degli uomini) del campione; per la terapia psicologica di gruppo: 7,6% di donne contro il 5,7% degli uomini.
Difficoltà emotive, i giovani sono i più fragili
Nel corso dell’ultimo anno, gli sbalzi d’umore hanno rappresentato uno stato emotivo condiviso dal 60% degli italiani anche se con diverse intensità (qualche volta: 39,7%; spesso: 16,8%; sempre: 3,6%). Diffuse in egual modo l’insonnia (59%) e la sensazione di sentirsi depressi (58,9%). Inoltre, il 38% ha dichiarato di aver avuto crisi di panico nel corso dell’ultimo anno. Esiste una correlazione tra l’età e la frequenza di esperienze depressive, crisi di panico, insonnia e sbalzi d’umore: le generazioni più giovani tendono ad essere maggiormente colpite da difficoltà emotive. I ragazzi tra i 18 e i 24 anni di età sono i più colpiti per quanto riguarda il verificarsi di sbalzi d’umore (72,7%), sintomi depressivi (71%), crisi di panico (51,2%).