L’indagine di Eurispes sul tabagismo si concentra su giovani e adolescenti della Sardegna. Quanto fumano i ragazzi sardi? Quanto il consumo di tabacco o l’uso della sigaretta elettronica si stanno radicando tra le loro abitudini di vita? In che modo sta prendendo forma il tabagismo tra i giovanissimi? A queste domande ha cercato di rispondere l’indagine sulla diffusione del tabagismo nelle scuole della Sardegna condotta dall’Istituto Eurispes ha tra gli studenti dell’Isola che frequentano le Superiori. Hanno partecipato all’indagine 1.259 adolescenti di 34 diversi Istituti scolastici della Sardegna di età compresa tra i 13 e i 18 anni. Le scuole, che attraverso l’adesione dei loro studenti hanno sostenuto il progetto di ricerca, sono state individuate in diverse aree geografiche della Regione e ne sono per questo ben rappresentative: 5 scuole secondarie di secondo grado nella Città Metropolitana di Sassari, 5 nel Nord-Est Sardegna, 4 a Nuoro, 3 nell’Ogliastra, 5 a Oristano, 7 nella Città Metropolitana di Cagliari, 2 nel Medio Campidano e 3, infine, nel Sulcis-Iglesiente.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il tabagismo riguarda 11,6 milioni di italiani
L’indagine è stata realizzata dall’Eurispes grazie al contributo dell’Assessorato regionale alla Programmazione e Bilancio e alla collaborazione con l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione. L’indagine sul tabagismo rientra in un percorso già intrapreso e al momento in corso attraverso il quale, in un periodo molto critico per tutti, si è voluto rivolgere uno sguardo più attento al mondo delle giovani generazioni e, in particolare, alle scuole. In quest’ottica globale vanno letti i progetti di ricerca sul cyberbullismo e sul tabagismo e quelli attualmente in corso sulla dispersione scolastica e il rapporto tra i giovani e la rete, promossi dall’Eurispes.
Il 49,4% dei ragazzi ha iniziato a fumare prima di avere raggiunto 18 anni
I dati offrono una serie di informazioni utili per definire il profilo della generazione dei teenager sardi e vanno messi in relazione a quelli forniti da altre precedenti rilevazioni. Nel 2019, ad esempio, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato in 11,6 milioni il numero degli italiani che hanno rapporti con il consumo di tabacco. È una quota significativa, perché pari al 22% della popolazione. All’interno di questo dato si rileva che è cresciuto il numero delle fumatrici e che non può non far riflettere l’11,1% costituito da giovani tra i 14 e i 17 anni. Dalla ricerca dell’Eurispes risulta che il 49,4% dei ragazzi ha iniziato a fumare prima di avere raggiunto 18 anni, e il 48,7% tra i 15 e i 18 anni. A diventare precocemente abituali consumatori sono prevalentemente i ragazzi (62,1%) anziché le ragazze (29,9%). I giovani fumatori sardi non fumano, inoltre, soltanto sigarette tradizionali, ma anche tabacco trinciato (55%) e le sigarette elettroniche (23,5%).
Uno studente su quattro chiede aiuto alla famiglia per acquistare un pacchetto di sigarette
Per il tabagismo i giovanissimi sardi devono sostenere una spesa settimanale da 5 a 10 euro nel 31,1% dei casi, da 11 a 20 euro nel 17,4% dei casi e più di 30 euro nel 6,2% dei casi. Si servono di risparmi personali (33,6%) o dei guadagni da lavori occasionali e/o stagionali (28,1%). Uno studente su quattro chiede aiuto alla famiglia per acquistare un pacchetto di sigarette, e una sparuta quota di fuomatori si fa prestare i soldi necessari dagli amici (1,9%). Dall’indagine emerge che le famiglie sono spesso al corrente del tabagismo dei figli (51,7%), essendo proprio queste a coprirne, almeno per un quarto dei casi, le spese dal tabaccaio. Potrebbe essere opportuno, allora, chiedersi quale sia il rapporto degli adulti, e cioè i genitori, con il fumo. Si scopre che più della metà degli intervistati (il 56,5%) ha genitori non fumatori, mentre il 29,4% dei ragazzi afferma che a fumare in casa e con una certa regolarità è almeno uno dei due genitori.
Il 40% dei ragazzi si avvicina al tabagismo per curiosità
L’indagine ha voluto anche investigare sulle ragioni che hanno spinto i ragazzi a fumare la prima sigaretta. La motivazione principale risulta essere la curiosità (40,3%) e, solo in misura minore, il fatto di appartenere a gruppi amicali in cui qualcuno fuma (16,4%). Il 21,7% dichiara, inoltre, di avere tentato di smettere almeno una volta nella sua giovane vita, segno della consapevolezza che il tabagismo può diventare nel tempo una dipendenza sempre più problematica. Chi ha provato a smettere – in prevalenza le ragazze (44,1%) – ammette di averlo fatto senza esservi riuscito. Quasi tutti gli intervistati hanno espresso la volontà di liberarsi dalla dipendenza, benché uno su dieci (9,9%) non sia assolutamente interessato a farlo. Tra le ragazze emerge, inoltre, una maggiore propensione a scelte da mettere in pratica nel breve termine (32,9%).
Un adolescente su dieci non ha nessuna intenzione di smettere di fumare
Gli intervistati sono a conoscenza del fatto che il tabagismo comporta rischi per la salute, anche quando si tratta del cosiddetto fumo passivo subìto da chi non è fumatore (45%), ma non è così per tutti. Hanno cognizione dei divieti e delle sanzioni che normano l’uso della sigaretta il 67% degli intervistati. Sono anche consapevoli che a scuola non si può fumare, ma il 71,7% ritiene giusto che lo si faccia negli spazi esterni come giardini, piazzole o cortili. Eppure, c’è chi fuma anche nei locali della scuola (58,2%). Un ragazzo su cinque dichiara di farlo in modo abituale, e uno su due dichiara di avere ricevuto almeno un reclamo dal personale scolastico per avere infranto il divieto. I ragazzi dichiarano di riconoscere l’impegno della scuola per informarli sui rischi del tabagismo, ma uno su dieci dichiara di non avere ricevuto informazioni in merito e il 32,8% sostiene che la scuola non avrebbe mai provveduto a informarli sui rischi del tabagismo.
L’indagine in versione integrale è visualizzabile online previa iscrizione al sito
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