La violenza di genere è un fenomeno sociale, che necessita di un approccio ampio e multidirezionale, in grado di attivare diversi processi in grado di contrastarla. Tra questi, c’è senz’altro la necessità di intervenire sulle giovani generazioni, allo scopo di comprenderne i punti di vista ed accompagnarli verso una vita di relazione sana e basata sul rispetto. Troppo spesso si parla di violenza di genere come relativa a un’incapacità di adattarsi al mutato ruolo della donna e delle relazioni all’interno della società odierna, ma è nei giovani che bisogna attivare un cambiamento in grado di sovvertire un fenomeno che solo nel 2023 ha causato 120 femminicidi. Per questo motivo, il Servizio Analisi Criminale presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha scelto di focalizzare l’attenzione su come il fenomeno della violenza di genere viene percepito dai giovani e dai giovanissimi, che saranno gli adulti di domani, cercando di accendere un faro e stimolare una riflessione con un dossier dal titolo “I giovani e violenza di genere. Dall’analisi dei dati alla percezione del fenomeno da parte delle giovani generazioni”. Il Report è stato presentato questa mattina presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, Ufficio a composizione interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza. Il documento di analisi, predisposto dal Servizio Analisi Criminale, è stato realizzato in collaborazione con l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA).
Le donne vittime di atti persecutori nel 34% dei casi hanno meno di 34 anni
Nel Report è emerso, innanzitutto, come i giovani siano consapevoli dell’esistenza del problema, spesso anche per il diretto coinvolgimento in “relazioni tossiche”: il 33% degli intervistati ha dichiarato di subire atteggiamenti possessivi dal partner; tra questi il 66% delle ragazze subisce pressioni dal partner affinché non indossi determinati capi di abbigliamento. Inoltre, il timore di essere vittima di violenza di genere risulta più elevato tra le ragazze (il 57% delle studentesse e il 35% delle giovani intervistate online) che tra i ragazzi (il 10% degli studenti e l’11% degli intervistati online). Il dossier ha interpretato l’analisi fattuale emersa dai dati delle Forze di Polizia in àmbito generazionale, a cominciare dai reati spia, che sono un primo e fondamentale campanello d’allarme rispetto a reati legati alla violenza di genere più importanti. Ne è emerso che, nel 2023, le vittime femminili di atti persecutori nel 34% dei casi hanno meno di 34 anni. Di queste, il 3% ha meno di 13 anni, il 7% ha 14-17 anni, il 29% 18-24 anno e il 61% ha tra i 25 e i 34 anni. Per quanto riguarda invece gli autori, il 20% di chi perpetra atti persecutori ha meno di 34 anni, il 70% dei quali ha tra i 25 e i 34 anni (2023). Per quanto riguarda i maltrattamenti contro familiari e conviventi, anche in questo caso il 34% delle vittime ha meno di 34 anni (2023). Per tale fattispecie di reato, il 25% degli autori ha meno di 34 anni, il 72% dei quali rientra nella fascia d’età 25-34 anni.
Il 76% delle donne vittime di violenza sessuale ha meno di 34 anni, nel 36% dei casi gli autori hanno tra i 14 e i 34 anni
Se le vittime di violenze sessuali sono donne nel 91% dei casi, si tratta soprattutto di donne con meno di 34 anni (76%), con prevalenza di vittime tra i 18 e i 24 anni (36%). Gli autori di tale odioso reato hanno nel 36% dei casi tra i 14 e i 34 anni, evidenziando una preoccupante diffusione tra giovani e giovanissimi della violenza di genere. Approfondendo nel dettaglio una singola fattispecie di reato, le vittime di sesso femminile della violenza sessuale di gruppo nel il 73% dei casi hanno meno di 34 anni (dati 2023). Il report del Servizio Analisi Criminale evidenzia, inoltre, il trend di tendenziale incremento della fascia d’età più bassa, con le vittime di età fino a 13 anni che raggiungono il 10% nel 2023, mentre gli autori noti con età compresa tra 14 e 34 anni costituiscono il 65% del totale nel 2023. Un ulteriore approfondimento sui giovani autori (14-34 anni) evidenzia che il numero maggiore delle segnalazioni riguarda i cosiddetti giovani adulti (18-24); tuttavia, è importante sottolineare come la fascia d’età 14-17 arrivi a superare il 25%.
Le donne vittime di Revenge Porn con età compresa tra 0 e 34 anni costituiscono il 67% del totale
Per quanto riguarda, invece, i reati introdotto dal c.d. Codice Rosso, le vittime di sesso femminile del reato di costrizione e induzione al matrimonio con età compresa tra 0 e 34 anni costituiscono il 100% del totale nel 2023. Le vittime di Revenge Porn con età compresa tra 0 e 34 anni costituiscono il 67% del totale delle vittime donne nel 2023, con prevalenza della fascia d’età tra i 18 ed i 34 anni (77%). Gli autori noti con meno di 34 anni rappresentano il 38% del totale (2023). Per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo e riconducibili alla violenza di genere, il report del Servizio Analisi Criminale evidenzia un calo degli eventi che hanno coinvolto donne con meno di 34 anni, che da 32 passano a 27 (-16%) dal 2022 al 2023; in tale ambito si registra anche un leggero decremento del numero delle vittime di genere femminile, che da 19 passa a 18 (-5%). In generale, l’incidenza delle vittime donne in ambito familiare affettivo si attesta, nel 2023, al 67%; un dato elevato e sostanzialmente costante negli anni. Nell’ambito familiare/affettivo, le vittime bambine e ragazze, nel periodo all’esame, sono state uccise esclusivamente dai genitori mentre, per le giovani donne, al di sopra dei 18 anni, la quasi totalità degli eventi si è verificata per mano del partner/ex partner. Gli autori noti di femminicidio, il 4% aveva al momento del delitto tra 14 e 17 anni; il 13% tra 18 e 24 anni ed il 39% tra 25 e 34 anni.
Emerge innanzitutto un aspetto: la questione della violenza di genere interessa soprattutto alle ragazze
A commento dell’evento, il Prefetto Raffaele Grassi, Vice Direttore Generale della Polizia di Stato – Direttore Centrale della Polizia Criminale, ha dichiarato: «Il Servizio Analisi Criminale ha scelto di focalizzare l’attenzione su come il fenomeno della violenza di genere viene percepito dai giovani e dai giovanissimi, cercando di accendere un faro e stimolare una riflessione con gli adulti di domani. Una scelta inedita, che evidenzia l’avvertita necessità e urgenza di porre con ancora più forza l’attenzione su un fenomeno che è prima di tutto culturale, sensibilizzando e coinvolgendo giovani e giovanissimi e promuovendo un dibattito costruttivo su una tematica che inevitabilmente è, e deve essere, al centro del loro processo di maturazione». La Dott.ssa Carla Garlatti, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha sottolineato che l’iniziativa nasce da una proficua collaborazione con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, e ha aggiunto: «Emerge innanzitutto un aspetto: la questione della violenza di genere interessa soprattutto alle ragazze. Più in generale mi ha colpito che il 96% dei partecipanti ritiene sia importante parlare della tematica: questo, unito alla grandissima partecipazione al questionario, mi fa pensare che debbano essere create più occasioni di condivisione e ascolto». Il Dott. Stefano Delfini, Direttore del Servizio Analisi Criminale ha voluto richiamare l’attenzione su come l’indagine abbia permesso di instaurare una forma di comunicazione con i giovani, «che hanno colto l’occasione per essere ascoltati e per partecipare alle scelte che li riguardano. Da parte nostra garantiamo il massimo sforzo per mantenere l’impegno e meritare la fiducia che ci è stata riconosciuta».
Violenza di genere, nel 2023 sono state ricevute dalle Forze dell’ordine 70.861 chiamate
Per innescare un vero cambiamento culturale in merito alla violenza di genere bisogna agire dalle fondamenta, ovvero dalla percezione che i giovani ne hanno, affinché gli adulti di domani abbiano una visione sana e positiva delle relazioni e delle dinamiche tra generi. Ma intanto, resta attiva l’azione delle Forze di Polizia nel contrasto alla violenza di genere, attraverso il numero di riferimento 1522, un primo indispensabile canale per mettersi in contatto con le Forze dell’Ordine in casi di violenza. Nel 2023 le chiamate ricevute dal numero di pubblica utilità 1522 sono state 70.861. Di queste, 51.713 quelle “valide”, in significativo aumento rispetto agli anni precedenti: +59% rispetto al 2022, quando si erano registrate 32.430 chiamate valide; addirittura +143% la variazione rispetto al 2019, quando le chiamate valide erano state 21.290. Un segno della necessità di procedere su questa strada e non abbassare mai la guardia sulla violenza di genere.