La corruzione ostacola il buon funzionamento e la produttività del settore pubblico come quello privato. Essa, inoltre, alimenta le disuguaglianze e le povertà, incidendo sul benessere e sulla distribuzione della ricchezza, minando le opportunità dei cittadini di partecipare equamente alla vita sociale, economica e politica di un paese. Non solo, questo fenomeno erode la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni indebolendo, in tal modo, i legami sui quali si basa la democrazia. Come riconosciuto da tutti gli organismi internazionali, la crescita economica e la sicurezza nazionale sono dunque messi a repentaglio dai fenomeni corruttivi. A ciò si aggiunga che la corruzione e le ricadute socioeconomiche da essa derivanti aggravano la violenza e la disuguaglianza di genere, in particolare nei contesti più vulnerabili, contribuendo ad alimentare la migrazione irregolare.
La corruzione mette a repentaglio la crescita economica e la sicurezza nazionale
Partendo da queste considerazioni, si è svolta nei giorni scorsi la seconda riunione del Gruppo di lavoro G7 anticorruzione (Anti-Corruption Working Group del G7/ACWG), a Roma presso la Sala Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Lanciato quest’anno sotto Presidenza italiana, l’esercizio è stato avviato su indicazione del Vice Presidente del Consiglio, On. Antonio Tajani, per consentire il raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi e concreti nell’ambito della prevenzione e repressione di ogni forma di corruzione. I lavori hanno consentito un giro di tavolo sulle esperienze e sulle buone prassi in materia di assistenza tecnica anticorruzione sul piano internazionale. Particolare attenzione è stata rivolta ai programmi di coordinamento e supporto all’attività giudiziaria e giurisdizionale a livello internazionale, sviluppati dall’Italia sotto la guida della Farnesina ed attraverso l’Organizzazione Italo Latino Americana/IILA, come l’iniziativa europea EL PACCTO 2.0 e il programma Falcone Borsellino per l’America Latina. Il Gruppo di lavoro anticorruzione del G7 ha incontrato nell’occasione una rappresentanza del tavolo inter-istituzionale di coordinamento anticorruzione, istituito presso la Farnesina dal 2016, con la partecipazione di oltre venti Amministrazioni centrali e organizzazioni della società civile. Nel corso dell’evento, è stata richiamata l’importanza del documento di Alti Princìpi del G7 sull’assistenza tecnica internazionale nel settore dell’anticorruzione, approvato ufficialmente dai Leaders nel Comunicato conclusivo del Vertice di Borgo Egnazia.
La corruzione è spesso collegata con la criminalità organizzata e facilita il riciclaggio di denaro
Diversi sono stati i punti individuati e discussi nel corso dei due incontri (il primo virtuale, si è svolto lo scorso febbraio). Anzitutto, l’osservazione dell’evoluzione dei fenomeni criminali ha fatto emergere che la corruzione è spesso collegata con la criminalità organizzata e facilita il riciclaggio di denaro, ed è uno dei principali fattori che favoriscono la tratta di esseri umani, rendendo necessaria una risposta internazionale coordinata. Il Gruppo ha quindi richiamato l’attenzione della Comunità globale in generale e il G7 a promuovere un approccio multilivello nella lotta alla corruzione attraverso uno studio del fenomeno, che sia anche inclusivo, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, come la società civile, il mondo accademico, gli esperti, i giovani e il settore privato.
Anche il G7 riconosce la corruzione come un problema diffuso che richiede un’azione collettiva
Riconoscendo la corruzione come un problema diffuso che richiede un’azione collettiva, sono stati individuati alcuni pilastri combinati per avviare un percorso condiviso per la promozione dello stato di diritto, dei valori etici e di giustizia. Di particolare importanza l’accento posto sull’educazione alla lotta alla corruzione che dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i livelli di istruzione per rafforzare la capacità dei giovani di diventare “leader dell’integrità”. Accanto a questo aspetto, l’auspicio di un sempre più stretto coordinamento tra le organizzazioni che si occupano della crescita armonica dei paesi, tra cui le Nazioni Unite e altre Organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e l’OCSE. Restano, infine, fondamentali i parametri attraverso i quali la corruzione viene misurata a livello internazionale. In questo senso, occorre sempre più fare riferimento e sviluppare parametri di misurazione oggettivi e non meramente percettivi. La corretta misurazione di un fenomeno infatti rappresenta un percorso necessario e propedeutico affinché possano essere individuate le iniziative correttive e di contrasto utili ad ottenere il più ampio margine possibile di successo. In questo quadro, l’Italia risulta all’avanguardia con il progetto “Misurazione del rischio di corruzione” dell’ANAC che mette a disposizione un set di indicatori, estrapolati da diverse banche dati, per quantificare il rischio che si verifichino eventi corruttivi a livello territoriale.
La prossima Presidenza canadese proseguirà, nel 2025, le attività anticorruzione nel solco tracciato quest’anno dall’Italia.
*Avv. Angelo Caliendo, Componente del Consiglio Direttivo dell’Eurispes.